a cura di Paolo Maderu Pincione
pubblicato sul numero 34 della rivista L’altramedicina
La linea mediana del corpo
rappresenta uno dei principi di fondo
della biodinamica craniosacrale.
Il modello della linea mediana
fa riferimento allo sviluppo dell’embrione umano.
Nelle prime settimane dello sviluppo
del nostro “essere embrione” avviene una serie
di trasformazioni che prendono diversi
nomi a seconda della funzione svolta
e del processo in atto. leggi qui l’articolo completo sulla rivista L’altra medicina
Ritorno all’inizio della vita
La storia della linea mediana inizia dal “solco primitivo”, un ripiegamento del disco bilaminare embrionale.
Alla seconda settimana del nostro sviluppo, infatti, siamo fatti
di due “palloncini”: uno costituito dall’ectoderma che riveste una sacca piena
di liquido amniotico in rapida crescita e un’altra cavità, il sacco vitellino, le cui cellule formano l’endoderma.
Tra questi due “palloncini” si forma un solco, detto primitivo, che dà origine ad uno spazio
che permette l’insinuarsi di altre cellule, che costituiscono il mesoderma.
Il solco primitivo diventa così il processo assiale da cui deriverà la notocorda, struttura
che darà l’impronta alla nostra colonna vertebrale e al sistema nervoso.
La notocorda è la metafora della nostra centralità.
Tutto il nostro corpo deriva da questi tessuti embrionali: endoderma, mesoderma ed ectoderma.
Forze biodinamiche sempre attive
Ma perché il craniosacrale fa riferimento allo
sviluppo embrionale?
Perché tutte queste modificazioni sono il frutto di forze biodinamiche. Quello che le dinamiche morfologiche embrionali
ci dicono è parte integrante di ciò che avviene nel nostro organismo adulto. I processi di riparazione
e di crescita, il continuo rinnovamento cellulare, le sottili comunicazioni tra tessuti e organi non sono
che la ricapitolazione di quello che è successo quando eravamo ancora esseri microscopici nella
pancia della mamma. Il nostro processo di differenziazione, quando eravamo embrioni, non è “altro” da quello che siamo ora: il nostro
embrione vive in noi e le forze che ci hanno modellato sono
parte di quelle stesse forze che ci mantengono in vita, in salute e in equilibrio.
Ritrovare l’embrione dentro di noi
Detto in una battuta la biodinamica craniosacrale è il “ritrovare, il riconoscere l’embrione dentro di noi”.
«Comprendere gli stadi dello sviluppo umano
è fondamentale per il riconoscimento
del potenziale terapeutico che le forze
embriologiche hanno in tutti i successivi stadi
della vita»,
spiega al proposito Jaap van der Wal,
professore di Anatomia ed Embriologia
all’Università di Maastricht, Paesi Bassi
(www.embryo.nl). «Le forze biodinamiche che agiscono nello sviluppo embrionale sono
continuamente al lavoro e costituiscono il nostro potenziale di auto-guarigione e di salute.”
Un solo muscolo, tante funzioni
Lo psoas è un muscolo involontario, grande e potente,
al centro del corpo. Si origina lateralmente
alla colonna a livello dell’ultima vertebra toracica e
include tutte le vertebre lombari.
Passa dietro ai visceri, sotto il legamento inguinale e
si inserisce facendo una curva a spirale nel femore.
A lui dobbiamo diversi movimenti dell’anca e del
tronco e, in più, garantisce la stabilità della colonna
agendo da tirante come fosse una tenso-struttura.
Inoltre, crea un piano, il “piano psoatico”, per il supporto
dei visceri: influenza e viene influenzato dal viscere,
tanto da essere chiamato “muscolo spazzino” perché assorbe e può rilasciare a sua volta stress al
colon e ai reni. Costituisce, nel suo funzionamento ottimale, una pompa idraulica che massaggia gli organi durante la
deambulazione, così come è collegato ai pilastri del diaframma.
Una risorsa di cui divenire consapevoli
Ma torniamo alla linea mediana, asse scheletrico portante e collegamento unico tra terra e cielo.
È il canale centrale intorno al quale, in modo tridimensionale, si esplicano le forze dentro e fuori dal corpo.
Partiamo da qui per riferire il pensiero e l’esperienza di un’educatrice somatica, Liz Koch, che ha lavorato
per più di 37 anni sul muscolo psoas.
Liz ritiene che i muscoli psoas siano le “radici” della
linea mediana, la base della nostra integrità, coerenza
e risorsa fondamentale: osservate la posizione anatomica dei muscoli psoas nell’immagine sopra e comprenderete il fondamentale
ruolo di collegamento tra il nostro centro “ombelico-diaframma-plesso solare” e la nostra mobilità,
l’andare verso le gambe guidate dal sistema nervoso. diaframma respiratorio. Infine, è influenzato dagli
stati emotivi e dalle reazioni primordiali del cervello rettiliano (reazione alla paura, di lotta, fuga o congelamento).
(vedi anche Commenti sullo Psoas )
Un muscolo intelligente
Secondo Liz lo psoas è un tessuto intelligente che non va manipolato o stuzzicato
(allungato o rilasciato, ecc.) ma semplicemente ascoltato e assecondato per ripristinare
la sua funzione di integrazione centrale.
«Lo psoas è un messaggero che dal profondo
del mio sistema, dal centro, mi informa
se possiedo integrità e coerenza oppure no: gli
presto attenzione e ho imparato il suo linguaggio,
questo è il modo migliore per descrivere il mio approccio».
In queste pagine proponiamo un
Esercizio di percezione:
la Posizione di riposo costruttivo
La posizione del PRC (Posizione di riposo costruttivo), coniata dall’educatrice somatica Lulu Sweigard, consiste in una posizione spontanea che usa la forza di gravità per rilasciare tensioni muscolari estranee sostenendo la colonna in posizione neutra.
PRIMA PARTE
Liberarsi dalle tensioni
Sdraiati su un tappetino da yoga o una
coperta, con le ginocchia piegate ad un angolo
di 45 gradi: tutti e due i piedi poggiano sul
pavimento con la stessa larghezza delle anche.
Se necessario, posiziona sotto il capo un
asciugamano con uno spessore non superiore a
3,8 cm. Piegate accuratamente l’asciugamano in
modo che risulti piatto e posizionalo sotto la
metà superiore della testa piuttosto che sotto il
collo. La funzione dell’asciugamano è quella di
supportare la colonna cervicale in modo che la
testa e il bacino siano allo stesso livello e
paralleli al pavimento. La testa dovrebbe essere
in posizione neutra e non piegata in avanti verso
il petto o dietro verso il pavimento.
Rilascia le braccia in posizione di riposo
lungo i lati del corpo, oppure sulle anche o sul
petto. Rilassa gli occhi ma mantienili aperti.
Riposa per circa 10-20 minuti.
Quando vi sentite pronti per cambiare
posizione, rotolatevi sul fianco e rimanete di
fianco per 1-3 minuti prima di alzarvi
lentamente. Non tiratevi su dalla posizione ma,
al contrario, spingete verso il pavimento con la
mano che è più in alto.
Una volta in piedi, prendete del tempo per
osservare i cambiamenti nell’allineamento
scheletrico.
Se siete soggetti a dolori di schiena,
camminate su una superficie piatta per 5-10
minuti, evitando movimenti veloci e ampie
flessioni.
SECONDA PARTE :
In sintonia con lo psoas:
un esercizio di visualizzazione
Ora visualizza il grande psoas, con l’aiuto dell’illustrazione anatomica .
Man mano che lo psoas lascia andare l’energia superflua, le sensazioni che si possono
provare potranno causare un sentimento di vulnerabilità. Nel caso dovessero affiorare dolori
fisici o sentimenti emotivi, in seguito al modello di condizionamento muscolare in PRC,
acquietatevi e seguite semplicemente tali sensazioni attraverso l’intero corpo.
Prendete nota del flusso di immagini, di pensieri e di emozioni che si muovono
attraverso il corpo mentre aumenta la vostra consapevolezza riguardo alle sensazioni.
Non c’è motivo di fare nulla, tanto meno di essere assorbiti da queste associazioni:
continuate a tornare alle sensazioni interne ed esterne, come le correnti d’aria, la luce, il calore
del sole, i suoni e gli odori. Mettete insieme le impressioni esterne con la qualità delle
sensazioni e dei sentimenti interni. Idealmente, inizierà a verificarsi un equilibrio
tra ciò che si sperimenta dentro e ciò che si riceve dagli stimoli esterni. Cercando
un’armonia tra l’intensità del mondo interno e le impressioni sensoriali provenienti dal mondo
esterno, arriverà un momento in cui sentirete che i due mondi si inter-connettono: questo è il
processo del risveglio. Essere nel presente del momento crea nuove vie neurologiche e
favorisce il dissolversi dei vecchi condizionamenti. (Fonte: “Il libro dello Psoas”)
Esempio di lavoro sullo psoas.
Per attivare il contatto con lo psoas dobbiamo entrare nel sistema nervoso parasimpatico, ovvero rallentare, rallentare, rallentare.
Il sistema parasimpatico regola le funzioni vegetative
e viscerali, e per entrarvi dobbiamo portare
tutta l’attenzione al nostro interno in un clima di sicurezza.
Consapevolezza, non manipolazione.
La parola chiave è consapevolezza del corpo. Alla
base di molti approcci “terapeutici” c’è il controllo
che è l’opposto della consapevolezza. Attraverso la
consapevolezza posso dare valore a quello che sento
e in questo modo raggiungere un livello di integrazione
impossibile da ottenere attraverso il controllo.
L’intelligenza dello psoas sta nella sua istintività collegata
al centro neuronale del simpatico. Se lo manipoliamo
direttamente non potrà che ritrarsi, reagire.
Occorre invece idratarlo, riconoscerlo e dargli
spazio, con l’esperienza incarnata.
Questo è il senso del lavoro sul corpo secondo la biodinamica
craniosacrale: insegnare a essere presenti
a se stessi. Da questo emergerà una nuova sensibilità
più creativa, spontanea e intuitiva.
Esercizio
Salite su un gradino o su un panchetto. Un piede in appoggio e l’altro nel vuoto, se necessario sostenetevi con la mano dal lato di appoggio del piede ad un muro o altro.
Lasciate la gamba senza appoggio pendolare nel vuoto. Sentite come il pendolamento non
parte dai muscoli della gamba ma da un centro nella zona lombare della schiena. Ripetete il movimento lentamente e riducendo sempre più lo sforzo. Questa è l’azione naturale dello psoas anche quando camminiamo.
Per approfondire i temi
dell’articolo, procuratevi questo
libro di Liz Koch, educatrice
somatica internazionale e
ideatrice del metodo “Core
Awareness” per lo sviluppo del
potenziale umano
(www.coreawareness.com).