Il Tocco Affettivo.
Affective touch
Dal nuovo libro di Vittorio Lingiardi Corpo, umano. ed. Einaudi. Su Amazon sponsorizzato.
Copio un brano dalla prima parte.
Tocco Neuro-Affettivo è un’espressione che unisce clinici e scienziati nella consapevolezza che l’esperienza corporea è costruita dalla relazione e che, a sua volta la determina.
La ricerca ha infatti dimostrato che esiste un sistema tattile distinto dalle altre fibre sensori-discriminative presenti nella pelle umana. Questo sistema, detto CT-afferente (« t» sta per tattile, Leggi anche qui.), è sintonizzato su esperienze di contatto che implicano un tocco interpersonale rassicurante, simile a una carezza, e veicolano informazioni di natura affiliativa, affettiva e motivazionale. Una prospettiva psicobiologica a favore della teoria di John Bowlby, che vede l’attaccamento attivarsi quando, dopo una separazione, il bambino cerca la vicinanza del genitore sotto forma di contatto fisico che lo faccia sentire sicuro e protetto.
È a partire da queste esperienze concrete, pelle a pelle, che si formano le rappresentazioni mentali.
La magia ultima dell’attaccamento è il contatto fisico
e questa magia passa attraverso la pelle.
scrive Daniel Stern, altro grande ricercatore del mondo infantile.
La pelle, il piú psichico dei nostri organi, involucro e confine, luogo del contatto e della separazione.
Non dimentichiamo che il tatto è il primo apparato sensoriale a svilupparsi e che, durante lo sviluppo embrionale, sistema nervoso, pelle e organi sensoriali emergono da un unico foglio di cellule, l’ectoderma. Il contatto favorisce il rilascio di ossitocina, dopamina, serotonina ed endorfine, con i noti benefici psicofisici che ne seguono. L’abbraccio, il contenimento e la manipolazione (holding e handling, per dirla con Donald Winnicott, pediatra prima ancora che psicoanalista) sono momenti vitali per lo sviluppo del bambino–e anche dell’adulto. Tratto da: Corpo, umano by Vittorio Lingiardi.
Avere un corpo, essere un corpo
Solo questa citazione merita molto approfondimenti dal punto di vista delle Biodinamiche dello sviluppo embrionale. La pelle deriva dell’ectoderma, l’involucro embrionale che forma il nostro Sistema Nervoso, SN, ma il primo apparato sensoriale dell’embrione è il vestibolo, il nostro orecchio interno che ci orienta nello spazio. Dove sono ? è la prima domanda dell’IO in formazione.
(capita al risveglio o lungo un viaggio dopo esservi addormentati , la prima cosa che vi chiedete,
è DOVE SONO ?)
In qualche modo noi da embrioni ci siamo posti la stessa domanda, qual’è la mia posizione nello spazio prima ancora di sentici attraverso la pelle, come parte di un fludo caldo pulsante e accogliente. Se volessimo esplorare la sensazione di essere (stati) embrioni, la prima cosa è provare ad immergerci in acqua salina a temperatura corporea. Il nostro senso del tatto si espande nello spazio fluido e caldo.
In questo caso perdiamo il nostro senso spaziale, e solo quando la coscienza vigile si risveglia, apriamo gli occhi e ci chiediamo dove sono.
Chiedo ad AI qual’è il primo senso ad emergere nell’embrione e la risposta è:
La questione di quale senso emerga per primo nello sviluppo embrionale, tra il vestibolo e il tatto, è stata oggetto di ricerche in ambito embriologico e neuroscientifico. Gli studi indicano che le strutture vestibolari, associate all’orecchio interno, sono tra le prime a svilupparsi, permettendo all’embrione di stabilire un senso di orientamento spaziale e gravità molto precocemente, anche prima che il tatto diventi pienamente operativo.
- Sviluppo del sistema vestibolare: Ricerche indicano che le strutture dell’orecchio interno, inclusi i canali semicircolari che costituiscono il sistema vestibolare, iniziano a formarsi molto presto, già intorno alla quarta settimana di gestazione. Le cellule sensoriali di queste strutture cominciano a differenziarsi presto, consentendo una prima percezione di movimento e gravità, sebbene il sistema non sia completamente funzionale fino a una fase più avanzata della gestazione.
- Sviluppo del sistema tattile: Il senso del tatto, che si sviluppa principalmente attraverso la pelle, inizia poco dopo la formazione dell’ectoderma. I recettori tattili iniziano a formarsi attorno alla sesta-ottava settimana di gestazione, ma la capacità di percepire stimoli tattili aumenta gradualmente, raggiungendo una maggiore sensibilità attorno alla ventesima settimana. Il tatto matura progressivamente e diventa pienamente funzionale solo nelle fasi più avanzate della gestazione.
Fonti rilevanti:
- Kandel, E. R., Schwartz, J. H., & Jessell, T. M. (Principles of Neural Science): Questo testo di neuroscienze affronta in dettaglio le tappe dello sviluppo sensoriale, descrivendo il precoce sviluppo del sistema vestibolare rispetto agli altri sensi.
- Moore, K. L., & Persaud, T. V. N. (The Developing Human: Clinically Oriented Embryology): Questo testo di embriologia clinica presenta una sequenza chiara delle prime fasi di sviluppo sensoriale nell’embrione, evidenziando la formazione del sistema vestibolare prima del senso del tatto.
Le evidenze quindi supportano l’idea che il sistema vestibolare emerga prima del tatto, suggerendo che la prima consapevolezza di sé nello spazio sia ancorata alla percezione della gravità e del movimento piuttosto che alla sensazione tattile.
e ancora da AI:
Sviluppo del Senso di Sé nello Spazio
Questa “consapevolezza spaziale” sembra originare dal sistema vestibolare, che emerge molto presto nello sviluppo embrionale. Il sistema vestibolare, attraverso l’orecchio interno, permette all’embrione di percepire i primi segnali di movimento e gravità, fornendo un primo senso della propria posizione nello spazio. Prima di “sentire” attraverso il tatto, l’embrione possiede una percezione di base nel vestibolo* del proprio orientamento. Questa esperienza può essere intesa come una prima forma di sé spaziale, una sorta di “senso del corpo” che precede la percezione tattile.
A cura di Maderu