di Mij Ferrett
Alexandre Duchêne è una persona interessante. Non è mai stato un forte bevitore o un tossicodipendente, né ha mai fatto sesso promiscuo o subito interventi chirurgici o una trasfusione di sangue, eppure ha l’ epatite C! È un fornaio, e spesso deve alzarsi molto presto; cerca di farlo e di svolgere il suo lavoro senza troppi problemi, tranne per un attacco di febbre ogni tanto e per il fiato corto causato dalla congestione polmonare.
Nessuno conosce davvero la causa della sua epatite. Sembra che l’unica possibilità sia un’infezione causata da qualche intervento di chirurgia dentale, che somigliava veramente molto a una tortura, circa dieci anni fa. Il Signor D. aveva avuto esperienze molto dolorose in ospedale e l’operazione di cauterizzazione per le vene varicose con emorragie nell’esofago non era andata bene come doveva. Risultò che gli erano stati drenati quattro litri di liquido dal polmone destro.
In ospedale aveva contratto una brutta infezione alla vescica urinaria. Gli effetti collaterali avevano fatto scendere la sua pressione sanguigna a livelli pericolosamente bassi. Un periodo di prova di cura con l’interferone per l’epatite lo rese più malato di prima, e con grave nausea e disorientamento. La seconda volta che gli venne drenato il liquido dal polmone, c’erano due litri di liquido e la sua pleura aveva cominciato a staccarsi dalla parete toracica. Egli aveva sviluppato una misteriosa infezione simile a una malattia virale che si presenta a intervalli irregolari e che lo rende debole e febbricitante per giorni per un periodo e smette improvvisamente com’è iniziata. Il suo fegato era gravemente cirrotico, cosicché fu inserito in lista per un trapianto di tale organo, e aveva anche edemi sottocutanei abbastanza gravi nella parte inferiore delle gambe.
Malgrado il fiato corto e la tosse derivati dal polmone congestionato, e nonostante il dolore che ha sofferto per un infinito cateterismo, le fleboclisi intravenose, le sonde in fibra ottica, etc., Alexandre conserva un senso dell’umorismo semplice e spiccato. Sicuramente ha delle buone risorse. Ama pescare, si entusiasma per la musica moderna e ha una vita familiare felice con la moglie e i due figli. Lo schema di collera fulminea e sbalzi d’umore spesso associato alle epatiti A e B è completamente assente. Ho incontrato diversa gente affetta da epatite C in questi anni e sono stato sorpreso di osservare alcune caratteristiche comuni: sono tutti di sesso maschile, buoni e di carattere tranquillo.
Quando cominciammo a lavorare, la prima cosa che era evidente era che aveva tantissima energia anche se non era espressa molto chiaramente . Intorno al fegato c’era una grave congestione, ma cominciò facilmente a trasformarsi nell’IRC. Le sedute iniziali furono incentrate soprattutto su risorse e sull’espressione dell’energia. Intorno all’articolazione sfenobasilare c’era un pò di compressione che si dissolse prontamente. Lavorammo principalmente con gli stillpoints e gli EV4, trascorrendo anche diverso tempo ad ascoltare il fegato e il polmone destro. Inoltre le linee mediane erano un focolaio poiché venivano evidenziate poca forza e poca chiarezza. Esse si svilupparono gradualmente durante le prime otto sedute.
L’operazione consigliata di “re-incollare” la pleura dei polmoni fu annullata poiché le condizioni erano migliorate. Nel fegato, la parte laterale superiore del segmento laterale del lobo sinistro cominciò a diffondere il suo senso di oscura e densa solidità alla sesta seduta. Nell’articolazione sfenobasilare c’era una maggior compressione, che si dissolse nella stessa seduta (il Signor D. era nato con parto cesareo, il che provoca spesso la compressione dell’articolazione sfenobasilare). Nella seduta successiva, punti simili isolati nel segmento epatico cominciarono a trasformarsi in un’espressione di salute esplicita.
All’ottava seduta, l’IRC cominciò a manifestarsi pienamente per la prima volta. Ciò per me era davvero importante! Nonostante vi fossero stati diversi cambiamenti, avevo ancora dubbi sull’efficacia del trattamento. Purtroppo, allora, Alexandre ebbe un’altra brutta esperienza in ospedale e gli dovevano effettuare ancora un’altra aspirazione (3 litri, questa volta) e il medico era uscito dalla stanza lasciandolo attaccato all’aspiratore e dimenticandosi di ritornare. Il suo polmone venne risucchiato nel macchinario, che gli provocò che durò alcuni giorni in seguito. La fleboclisi intravenosa gli fu applicata male, provocando un’emorragia sottocutanea e dolore e la medicina che gli fu somministrata gli causò una grave nausea.
A ogni seduta il quadro cambiava un pò. C’era una maggior espressione di energia, le linee mediane divennero più nitide e la marea lunga cominciò a manifestarsi. Il principale focolaio nel polmone era nell’apice e si spostò alla quinta seduta.
Pian piano, la marea lunga cominciò a diventare più evidente. Dopo la nona seduta, la marea lunga era così chiara nella sua espressione che mi sorpresi a dirgli dal punto di vista cranico si è avuto un tale sviluppo che non posso fare a meno di chiedermi perché ciò non si riflette nei test effettuati in ospedale”.
Dopo averglielo detto, mi sentii un pò imbarazzato, chiedendomi ciò quanto poteva essere in termini di dargli false speranze o di metterlo sotto pressione per reagire. La volta dopo, venne con un gran sorriso sul volto. Gli ultimi risultati dei test mostravano che la funzione epatica era salita dal 5% (che per molto tempo) al 50%, un decuplo miglioramento. Anch’io sorrisi tantissimo. Egli raccontò che i chirurghi avevano cambiato idea riguardo a un trapianto e ora stanno progettando un’altra cura con l’interferone. Anche se la precedente assunzione d’interferone aveva causato molti grossi problemi, i medici proposero un cocktail con la ribavirina, che spesso ha avuto effetti molto meno indesiderati. Attualmente mi sento abbastanza preoccupato e non posso fare a meno di chiedermi se ciò lo ostacolerà ancora.
Malgrado le esperienze del Signor D. in ospedale, egli ha fiducia nella procedura allopatica (relativa alla medicina tradizionale, NdT) e vuole provarci. Ciò mi fa stare in bilico fra l’aiutarlo e l’esprimere le mie riserve. Mi misi in contatto col Dr. Andreas Moritz (epatologo e autore di “The Amazing Liver Cleanse” vedi Fulcrum 26) e chiesi il suo parere. Fu d’accordo, affermando che probabilmente l’interferone avrebbe peggiorato notevolmente le condizioni di AD. In risposta alla mia domanda sul fatto se sarebbe stato o meno per una persona con una grave cirrosi epatica sottoporsi a un lavaggio del fegato, rispose che molto probabilmente sarebbe stato utile e non avrebbe effetti indesiderati anche con una grave cirrosi. Ne parlai col Signor D. e sta valutando il fatto di sottoporsi al lavaggio del fegato. Benché sia disponibile all’idea, finora egli non se l’è sentita. All’undicesima seduta ci fu un grande sbloccamento delle forze di torsione trattenute nel tentorio come pure un assestamento del movimento asincrono delle ossa temporali. Normalmente questi due avvenimenti sono un segno che c’è stato un cambiamento nella salute globale del sistema.
Gli furono drenati quattro litri di liquido dal polmone destro. Finora abbiamo fatto tredici sedute. Non ha più attacchi di febbre e l’espressione della marea ora è molto chiara. Recentemente la mia attenzione è stata attirata in particolare dal seno cavernoso, dall’ipofisi e dalle strutture relative a quest’ultima. C’era molta densità che si è chiarita con movimenti spontanei negli “stillpoints” in inspirazione.
Nonostante la barbara chirurgia dentale (o forse per causa di quest’ultima) è solo ultimamente che il suo sistema ha cominciato a mostrarsi nell’area facciale. Nell’ultima seduta siamo riusciti a lavorare esternamente con la mandibola e le mascelle. Il seno retto comincia a definirsi come fulcro naturale, ma anche questo è relativamente recente. Sembra che la strada che probabilmente il lavoro seguirà comprenderà terapia intraorale facciale e drenaggio del seno venoso, come pure gli emisferi cerebrali e le strutture associate.
Immagino che l’impatto della chirurgia dentale sia stato così violento sul suo sistema che è solo come conseguenza di una tale risoluzione e di un simile sviluppo delle risorse nel resto del sistema che ora comincia a esser possibile lavorare coi rapporti facciali e cranici del sistema nervoso centrale. Tranne le sue esperienze in ospedale, l’unica cura che il Signor D. ha ricevuto è la terapia craniosacrale. L’edema nelle sue gambe è diminuito in maniera crescente, il liquido nel polmone è ancora un problema ed è ancora afflitto dalla tosse e dal fiato corto che cià provoca. Tuttavia, quel che è cambiato è che ora il polmone si drena parzialmente da sé cosicché non ha bisogno di recarsi in ospedale per farselo drenare per un lungo periodo. Il fegato è enormemente migliorato, un po’ alla volta, e ora esprime chiaramente salute. In questo caso ciò che è stato davvero interessante è la sua mancanza di aspetti drammatici. Non è successo nulla di straordinario, niente big bang, niente rivelazioni sbalorditive, nessuna catarsi, soltanto un lavoro davvero intenso con le risorse e l’energia e un graduale sviluppo della salute.
(traduzione di Marina R. Macone)