Note sulla fenomenologia del movimento in Maurice Merleau-Ponty,
di Caterina Di Fazio.
As a matter of fact it is precisely by the movement that the subject inscribes himself into the world and becomes visible to others. The subject is a movement directed to the outside, that is to say, the subject is desire. The desire is the tension towards the “extrême dehors” (Edmund Husserl) that we call the world. In all of his works Maurice Merleau-Ponty reaffirms, without thematizing it, a conception of life as movement, and of body as action and desire: man is “un certain manque de…”. In other words, it is the distance between myself and the absent that pushes me to move, to annul the distance through motion. So that life is nothing but the unfinished act of moving into the space and therefore create the space – the space in which men, as desire and movement, encounter both others and the world. As the action is the way one appears to another, every relationship is based on appearing. In short, life is the movement thatleads us towards the world and coincides with our desire to make it appear. Keywords: Phenomenology, Body, Movement, Maurice Merleau-Ponty
Il corpo è innanzitutto mezzo d’espressione. Come a volte utilizziamo il linguaggio per esprimerci, così, più spesso di quanto non crediamo, l’espressione, prima di raggiungere la parola, si realizza tramite ilcorpo: ci esprimiamo e comunichiamo soprattutto attraverso i gesti e in generale con tutto il corpo.
Come Merleau-Ponty evidenzia nella sua prima opera, La struttura del comportamento (1938), gli occhi e il viso, i gesti delle mani ed i movimenti del nostro corpo già dichiarano apertamente il nostro stato d’animo, sono figurazione del nostro comportamento. Il libero atto d’espressione del corpo, scrive nel primo corso al Collège de France (1953), va dunque compreso come movimento, ed il movimento come “révélateur de l’être”. Muovendosi, il corpo rivela chi siamo, espone agli altri l’immagine che abbiamo di noi stessi, mentre questa stessa immagine, sfuggendo dai nostri occhi, scappando, per così dire, dalle nostre mani, subisce una metamorfosi e diviene patrimonio d’altri.
Il corpo possiede un proprio linguaggio, è espressione di ciò che noi pensiamo, desideriamo, siamo.
L’equilibrio corporeo, l’armonia delle parti, non è altro che la muta corrispondenza fra pensiero e movimento, fra desiderio e azione. Per un soggetto concepito, a partire da Husserl, come “soggetto di libera volizione”, che è indistinguibile dal proprio corpo e che pertanto Merleau-Ponty definisce in seguito come “animale di percezioni e di movimenti”2, la visione è domanda ed il movimento risposta.
Il corpo è percezione e atto espressivo, ma passività e attività, percezione ed espressione, si danno solo attraverso il movimento, si confondono col movimento. Così nel primo corso al Collège de France, Le monde sensible et le monde de l’expression (1952-1953), le cui note sono da poco state pubblicate,
Merleau-Ponty può affermare che il movimento è già espressione, che movimento ed espressione sono sinonimi. Allo stesso modo, il significato del termine “schema corporeo” che egli utilizza tanto nella Fenomenologia della percezione (1945) quanto negli ultimi scritti, fino a Il visibile e l’invisibile e alle note di lavoro inedite (1958-1961), è da ritrovarsi nell’azione regolata dall’ampliamento degli schemi motori di base, nella loro unità. Padroneggiando il nostro corpo, muovendoci, noi esploriamo l’ambiente circostante, l’esterno, ed esplorando il mondo simultaneamente esploriamo noi stessi, il nostro interno.
Muoversi significa gettare l’interno all’esterno: ciò che Merleau-Ponty cercò di esprimere scrivendo che la carne va compresa come “deiscenza”, fuoriuscita dell’interno all’esterno e ritorno a sé.
Se, per cominciare, volessimo individuare un primo ed un ultimo pensiero sul movimento nell’intera opera di Merleau-Ponty, rimarremmo sorpresi dalla precocità del primo (Être et Avoir, 1936) e dalla ferma chiarezza del secondo (Prefazione a Segni, 1960): un metodo fenomenologico collega il soggetto all’essere, definendolo come una tensione o intenzione orientata verso un termine3 .
L’uomo non è se non in movimento. Analogamente il mondo non si regge, l’Essere non si regge se non in movimento, solo così tutte le cose possono essere insieme.
ARTICOLO COMPLETO IN .PDF Il_Corpo_Libero-2
fonte: https://www.academia.edu
Note su Maurice Merleau-Ponty
Maurice Merleau-Ponty (Rochefort-sur-Mer, 14 marzo 1908 – Parigi, 3 maggio 1961) è stato un filosofo francese, esponente di primo piano della fenomenologiafrancese del Novecento. da wikipedia