Schemi di sviluppo in età evolutiva

Intervista con Bonnie Bainbridge Cohen a cura di Lisa Nelson e  Nancy Stark Smith, per la Rivista CQ)

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tratto dal libro: Sensazione, Emozione, Azione, di B. B. Cohen, Somaticaedizioni 2011)

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CQ – Cosa ti fa pensare che il primo anno di vita sia cruciale per lo sviluppo senso-motorio del bambino?

BBC – È il periodo in cui si stabilisce la relazione tra processo percettivo (il modo in cui uno sente, vede, ecc.) e processo motorio (il modo in cui uno si muove, ovvero agisce nel mondo). È questa la base da cui, nel corso della vita, si evolve il nostro modo di agire, sia nel recepire che nell’esprimersi. È di fondamentale importanza, io credo, lavorare con i bambini nel primo anno di vita, perché questo ci permette d’instaurare un punto di partenza più ampio, con maggiori possibilità di scelta non solo nel saper individuare situazioni e problemi, ma anche nell’agire rispetto a essi; ciò dà ai bambini la più grande varietà di scelta per orientarsi nell’azione.

 

CQ – Perché è così importante partire da una base più ampia?

BBC – Ecco, vi do un esempio: molte persone adulte padroneggiano una quantità limitata di pattern senso-motòri (compresi i pattern di movimento dell’età evolutiva). Ad alcuni pattern sono in grado di ricorrere, ad altri no. Quelli che non sono loro accessibili rimangono inutilizzabili nella vita di ogni giorno – nel pensiero e nell’azione. Ciascun pattern è presente in noi come potenzialità, ma finché non lo mettiamo in atto, esso rimane inaccessibile. Pertanto, le nostre scelte, nell’agire e nel modo di vedere le cose, saranno più limitate di quando invece tutti i pattern si sviluppano nella loro naturale progressione, secondo il ritmo del nostro orologio interno, su una solida base di partenza.

 

CQ – Cosa succede, in pratica, se alcuni pattern fondamentali non sono ben sviluppati?

BBC – Nella maggior parte delle persone con cui lavoro, praticamente in tutte, qualsiasi tipo di difficoltà è riconducibile allo sviluppo in età evolutiva, che il problema sia sociale, psicologico o fisico. Di sicuro si può vedere, per esempio dal modo in cui un bambino gattona, se in futuro avrà problemi alle ginocchia o alla schiena. Quando si osservano gli adulti, si possono riconoscere dei pattern che contribuiscono a causare sindromi della regione lombare, o problemi sacro-iliaci, oppure al ginocchio, alla caviglia o al collo. Per fare un altro esempio, prendiamo i bambini che camminano senza distribuire il peso del corpo sull’intero piede: ecco, questi bambini rischiano in seguito il collasso dell’arco plantare o slogature e fratture della caviglia, perché il peso non viene ripartito nel modo giusto. In base a come il bambino sviluppa inizialmente i vari pattern, si può prevedere ciò che in futuro andrà a causare dei problemi. Lavorando col bambino su questi schemi di movimento, proprio nel periodo del suo primo sviluppo, possiamo aiutarlo a progredire nell’acquisizione di un allineamento, di un modo di agire e di un’integrazione, più forti ed equilibrati.

 

CQ – Cosa intendi per pattern?

BBC – Tutti i fenomeni naturali si organizzano secondo degli schemi. Il sistema nervoso è progettato per funzionare secondo degli schemi, cioè dei pattern che, potenzialmente, sono innumerevoli, ma cui non è possibile accedere finché non vengono stimolati a manifestarsi, cioè finché noi non li mettiamo davvero in atto. I pattern oscillano continuamente tra efficienza e inefficienza.

 

CQ – Potresti darci un esempio di pattern dello sviluppo in età evolutiva?

BBC – Prendiamo la progressione del nostro sviluppo motorio, che va dalla nascita alla posizione eretta e al camminare. Si distinguono quattro pattern di base: movimento spinale, movimento omologo (le due braccia o le due gambe contemporaneamente), movimento omolaterale (braccio sinistro e gamba sinistra contemporaneamente, braccio destro e gamba destra contemporaneamente) e movimento controlaterale (braccio sinistro insieme a gamba destra, braccio destro insieme a gamba sinistra). Inizialmente il bambino alza la testa; successivamente striscia, si mette seduto, gattona, sta in piedi e infine cammina. Durante ciascuna di queste fasi, si sviluppano (o non si sviluppano) dei pattern specifici, dei movimenti coordinati. Direi che questi pattern dello sviluppo corrispondono all’organizzazione neurologica.

 

CQ – Come avviene che i pattern dello sviluppo vengano stimolati?

BBC – Può accadere che la persona cominci a muoversi secondo questi schemi spontaneamente, seguendo il proprio orologio interno; oppure ciò può verificarsi quando lo richiede l’ambiente in cui si trova. Il linguaggio, per esempio, non si sviluppa se nessuno parla con noi. Sui nostri pattern incide anche il modo in cui, quando siamo bambini, i genitori si occupano di noi. Successivamente, col lavoro sul corpo e la terapia, si può aiutare una persona ad acquisire più coscientemente pattern non sviluppati durante l’infanzia.

CQ – É indispensabile che ogni bambino/individuo compia l’intero percorso, passando per tutti gli schemi di movimento? Alle volte, un bambino salta apparentemente qualche stadio – per esempio quello dello strisciare o del gattonare – ma alla fine si alza in piedi e cammina anche lui.

BBC – Io credo che sia necessario attraversarli tutti, e per tutti i bambini. Non è una questione vitale, ma è qualcosa di necessario per uno sviluppo più completo, per instaurare quell’ampia base di cui parlavo prima…

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