La Quiete non è qualcosa che facciamo

“La sedia vuota” di Mike Boxhall

“La quiete non è qualcosa che facciamo. È essere – essere al centro del nostro vero sé. Questo centro di quiete è in ognuno di noi; lo condividiamo con l’universo stesso. Questo luogo, nella quiete del centro, è dinamico.”

Rientrate nel numero crescente di persone che desiderano assumersi nuovamente la responsabilità della propria vita? L’insegnante e terapeuta Mike Boxhall attinge ad anni di esperienza con migliaia di studenti per offrire un cammino di libertà spirituale che risveglia la nostra consapevolezza e ci aiuta a trovare il nostro Essere.

A partire dalla quiete, conduce i lettori lungo un cammino di scoperta sfidante ma alla fine soddisfacente. Affrontando tematiche quali il non attaccamento, la beatitudine dell’ordinarietà, l’amore, la paura e l’insicurezza, la forma e la vacuità, Mike rivela nuove possibilità e un potenziale illimitato.

 Una raccolta di pensieri che ispira e dà coraggio.

“Questo libro è una gemma, ricco quanto al contenuto, con uno spirito amichevole e accessibile a ogni lettore. Indica con semplicità e chiarezza la direzione verso una presenza aperta nella vita quotidiana.”                                          – James Low

Mike Boxhall è un Buddhista e un terapeuta da 40 anni. Conduce corsi nel Regno Unito, in tutta Europa e negli Stati Uniti. Vive nel sud dell’Inghilterra con sua moglie Barbara.

Copertina flessibile: 224 pagine Editore: EDIZIONI MUDITA Titolo originale: The Empty Chair ISBN: 978-88-943349-1-3
Traduzione di Chiara Garioni. Costo: 18 euro

Per acquisti http://associazionemudita.org/la-sedia-vuota/biodinami

Mike Boxhall in Italia https://www.essereuno.com/mike-boxhall-italia/

Questo l’approccio di Mike, e cito :
“Dopo prudenti tentativi di immersione nell’oceano di quell’esperienza chiamata insegnamento e dopo aver promosso piuttosto felicemente per alcuni anni corsi avanzati di terapia craniosacrale per professionisti fu progressivamente chiaro – ma credo lo sia stato prima per i miei studenti – che non stavo insegnando nessuna tecnica di nessun genere.
Ciò che tuttavia stava nascendo da questa pratica collettiva, poiché questo era diventata, era un’esplorazione dell’incarnazione dello Spirito. (…)”

Quando riesco a coltivare l’abbandono e a toccare la quiete presente nel mio stesso centro, sperimento la possibilità di avvicinare l’altro a partire da questo livello dell’essere (…) E’ come dire che possiamo ascoltare la salute in un’altra persona, quella salute che risiede al disotto, nell’intimo, di tutte le sue (e le mie) sofferenze: Se ci ricordiamo che nel nostro centro c’è la quiete, allora sappiamo che risiede anche nel centro dell’altro. (…) a quel livello dell’essere significa non essere separati, ma essere uno. (…) Da quel luogo di potenziale privo di forma emerge la possibilità di rinascita, adesso. Tale è il potere della quiete.

Una definizione di terapia craniosacrale data da un uomo: “la terapia craniosacrale, nella sua forma più amorevole, è un viaggio compito nella quiete da due o più persone verso un livello dell’essere dove non c’è patologia” . M.B.

Biodinamica CranioSacrale

Per Mike il simbolo della sedia vuota sottintende che l’insegnamento è perenne. E’ lì, sempre. Aggiunge spesso che non è l’insegnante ma l’insegnamento che occorre seguire.


Ma la sedia vuota ha anche un altro significato pertinente con il nostro lavoro, quello datole da Fritz Perls, fondatore della Psicoterapia della Gestalt. 
La tecnica della sedia vuota può rappresentare un’esperienza ed un’opportunità per provare a parlare con chi non c’è davanti agli occhi ma è presente e vivo come fantasia o come rappresentazione interna. Nel dialogo che ne scaturisce diventa fondamentale garantire lo scambio e l’alternanza dei ruoli, per cui la stessa persona sperimenta gli effetti emotivi e cognitivi delle richieste dell’altro rivestendo i panni ora dell’uno ora dell’altro personaggio.

E’ la capacità di sentire attraverso il proprio corpo l’esperienza emotiva dell’altro ciò che chiamiamo empatia.

empatia

La relazione fra le parti riscalda, emoziona e lo scambio permette il ripristinarsi di un flusso, di un dinamismo e di un movimento in contrasto con la compattezza del sintomo e la rappresentazione del disagio e della sofferenza come spesso qualcosa di granitico, di invalidante e di incomprensibile. (tratto da http://www.gianlucalisco.it/sedia-vuota-in-psicoterapia-della-gestalt/ )

a cura di Maderu