La relazione terapeutica con il cliente

Una guida pratica per gli operatori di medicine complementari e discipline BioNaturali

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“Il canto degli uccelli è un cinguettio di silenzio meditativo. Restituito da rami colmi di frullio, e io sono quiete,
veramente in quiete, in una luce filosofica. Sono tutt’orecchi nella mia voliera sulla riva.
 Il mio respiro è disposto a verità da sussurrare da 
invisibilità nascoste e la sacralità con cui 
avventurosi piccoli uccelli vivono sempre…” (Douglas Dunn, “The Year’s Afternoon”, 2000, p.3)


Dalla prefazione di Paolo Casartelli
A CHI SI RIVOLGE
INDICE
CITAZIONI DAL TESTO
L’AUTRICE: SU FOX


Dalla prefazione di Paolo Casartelli

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Come insegnante di discipline BioNaturali ho scoperto che una buona formazione pratico-teorica e delle buone capacità tecniche sono requisiti necessari ma non sufficienti per far fiorire la propria vita professionale. Questo libro, che ho avuto il piacere di scoprire e di leggere in Inghilterra qualche anno fa, propone una serie di riflessioni ed esercitazioni pratiche estremamente utili agli operatori di medicine complementari e discipline BioNaturali (e terapeuti in genere) “Di che natura è la relazione che instauro con i miei clienti?”; “Quali sono i modelli delle relazioni terapeutiche nelle professioni già esistenti?”;
“Quali le differenze da considerare nella pratica dell’operatore di discipline BioNaturali?”; “Quali le dinamiche relazionali più frequenti che mi trovo ad affrontare con i miei clienti e come posso gestirle nel tempo?”. La familiarità con questo tipo di domande e alcune delle loro risposte è l’obiettivo di questo libro, per portare maggiore consapevolezza e competenza nel proprio lavoro, un fulcro importante da cui trarre inspirazione per costruire la propria pratica professionale.


A chi si rivolge

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Su Fox dedica questo libro agli operatori che lavorano con il corpo seguendo modalità non verbali. La distinzione principale che lei opera, infatti, è tra “terapie del dialogo” e “terapie complementari”. “I terapisti del dialogo” sono coloro che svolgono un’attività psicoterapeutica o psicoanalitica principalmente in modalità verbale, in pratica sono coloro che hanno una formazione in psicologia o psichiatria, con relative specializzazioni abilitanti. I“terapisti complementari”, invece, sono tutti coloro che svolgono un’attività terapeutica con il corpo senza essere necessariamente laureati in psicologia, medicina o fisioterapia. Nel traduzione del testo abbiamo rispettato la terminologia dell’autrice utilizzando solo e esclusivamente la definizione di “terapisti complementari”, ma nel sottotitolo del libro abbiamo ritenuto opportuno distinguere due categorie:“operatori di medicina complementare” e “operatori di discipline BioNaturali (DBN)” per identificare tutto il pubblico di lettori a cui è dedicato questo libro.
Senza addentarci ulteriormente nella querelle che riguarda il riconoscimento in Italia di professioni che, pur essendo presenti sul mercato, ancora non trovano una loro collocazione nel quadro normativo-istituzionale, abbiamo scelto queste due macro-definizioni per rivolgerci a tutti gli operatori che lavorano in contesti terapeutici cosiddetti “alternativi” che prevedono il contatto diretto o indiretto con il corpo per facilitare processi di guarigione psico-somatici. Quindi ci rivolgiamo a quegli operatori che pur non essendo necessariamente medici, fisioterapisti, psicologi, psicoterapeuti o psicoanalisti, svolgono una professione di fatto terapeutica che lavora con il corpo, il movimento, la mente e la psiche, considerando la relazione olistica di questi aspetti.


INDICE

 

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Nota dell’editore
Prefazione all’edizione italiana di Paolo Casartelli
Introduzione
1. Che cos’è la Relazione Terapeutica Professionale?
2. L’autoconsapevolezza professionale
3. Confini
4. Competenze comunicative
5. Il potere nella Relazione Terapeutica.
6. Il tocco nella Relazione Terapeutica.
7. Sesso ed erotismo in una Relazione Terapeutica.
8. Psicoterapia e Relazione Terapeutica.
9. Lavorare con i clienti vulnerabili.
Riassunto
Riferimenti bibliografici
Letture consigliate
Indice degli argomenti
Indice degli autori


Citazioni dal testo

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Ascolto

Quanto spesso noi ascoltiamo veramente le nostre voci interiori, il silenzio imprigionato nel rumore intorno a noi, le verità nascoste? Quanto spesso noi davvero ascoltiamo un’altra persona quando parla? Nelle conversazioni di tutti i giorni le nostre menti corrono volendo fare domande, aggiungendo quel nostro tocco in più alla storia, esprimendo accordo o disaccordo. Metà della nostra attenzione è nelle parole che stiamo sentendo e l’altra metà è nelle nostre risposte. Interviene l’aspettativa di rispondere velocemente, per tenere la palla in aria, per evitare che il dialogo tentenni.
Uno degli esercizi base di ascolto, spesso usato nei corsi di formazione, prevede due persone in coppia, una che parla mentre l’altra semplicemente ascolta senza rispondere. Forse riuscite a ricordare la prima volta che avete dovuto fare quest’esercizio e quanto è stato difficile impedire a voi stessi di intervenire. Ma quando è arrivato il vostro turno probabilmente vi è sembrato spaventoso o meraviglioso, o entrambe le cose, avere tutta l’attenzione di qualcuno, e probabilmente avete realizzato quanto raramente ciò accada. E’ un regalo essere ascoltati con un’intenzione tranquilla e una totale attenzione. Ricordo uno dei miei insegnanti quando si avvicinò a parlare con me in una stanza piena di allievi che provavano la tecnica che aveva appena dimostrato. Mentre sedeva, potevo quasi vedere la sua attenzione muoversi da un campo ampio, che comprendeva l’intera stanza, fino ad assestarsi su di me, come se stesse avvicinando un potente radar. Sapevo di avere la sua piena attenzione e mi sentivo molto commossa per questo. Un altro dei miei insegnanti  era solito dire che tutto quello che un buon guaritore deve offrire è l’ascolto e togliersi di mezzo, e prima o poi, il cliente dirà tutto quello che avrete bisogno di sapere, incluse le risposte alle sue stesse domande. Se lavorate con il corpo usando il contatto, le vostre mani avranno imparato ad ascoltare i tessuti o il flusso dell’energia. Come potrebbe essere ascoltare le parole di una persona con la stessa sensibilità e attenzione?
Ascoltate diversamente i vostri clienti da come ascoltate i vostri amici?. Le domande “Chi è questa persona?”, “Perché mi sta dicendo questo?”, “Cosa veramente sta venendo comunicato qui?”, diventano tanto importanti quanto il messaggio immediato delle parole. Un buon ascolto necessita di pratica e può costituire una grande differenza per i nostri clienti. Nessuno di noi è abituato ad essere ascoltato così bene, e per il momento, noi tutti, abbiamo un enorme bisogno di essere compresi. Il primo prerequisito per un buon ascolto è la presenza. E’ utile essere radicati e centrati prima di cominciare ad
ascoltare. E’ utile fare dei respiri profondi e lasciare andare con l’espirazione ogni preoccupazione, pensiero o percezione di voi stessi. Loro saranno ancora lì ad aspettarvi quando più tardi vorrete tornare da loro. Assestatevi e siate presenti all’altra persona. Il secondo importante fattore, mentre praticate un buon ascolto, è di spengere l’ascolto su di voi e di canalizzare la vostra attenzione unicamente e totalmente sull’altra persona. Di solito quando lo facevo mi veniva un po’ di ansia, avevo paura di dimenticare cosa volevo dire, che non mi sarebbe venuto niente da dire o di dimenticare cosa mi era stato detto. Poi imparai che non era un problema, perchè la parte cruciale della pratica era la qualità dell’attenzione che potevo offrire alla persona che stavo ascoltando. E alla fine imparai ad ascoltare me stessa e l’altra persona allo stesso tempo. E’ necessario essere completamente presenti, ascoltare sia come le cose vengono dette sia cosa viene detto, osservando i gesti, il tono della voce e le espressioni del viso, e di essere consapevoli di cosa non viene detto e di cosa è tenuto sullo sfondo, sotto la superficie.

Livello di ascolto
Ci sono molti modi di ascoltare cosa sta dicendo un’altra persona. Ecco un esercizio per provare ad ascoltare a diversi livelli. Avete bisogno di registrare qualcuno che racconta una storia, qualcosa che potete sentire più di una volta. Potreste registrare un’intervista alla radio, o andare su un sito web per prendere l’audio di una storia. Tenete del materiale per scrivere a portata di mano. Fate partire la storia e ascoltate il contenuto. Provate a ricordare il maggior numero di dettagli possibile. Quando finisce scrivete tutto ciò che ricordate. Fate ripartire la registrazione. Ascoltate il contenuto emotivo. Di quali emozioni si parla? Vengono espresse direttamente? Annotate. Riascoltate la storia nuovamente, questa volta ascoltate con le vostre viscere. Proprio così, con l’attenzione centrata nel vostro addome, non focalizzatevi eccessivamente sulle parole. Quando finisce scrivete come vi siete sentiti. Questa volta focalizzate l’attenzione sul cuore, quando siete pronti accendete e ascoltate ancora. Com’è ascoltare con il vostro cuore? Alla fine ascoltate ancora una volta il messaggio implicito nella storia, cosa pensate stia venendo realmente comunicato? Scrivete i vostri commenti.


L’autrice: Su Fox

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Terapista di massaggio e di craniosacrale, psicoterapista e supervisore in uno studio privato di Londra, è inoltre assessore del Massage Training Institute. E’ co-autrice con Daien Pritchard, del libro “Anatomy, Physiology and Pathology for the Massage Therapist”, e autrice di “Pratical Pathology for Massage”, entrambi pubblicati da Corpus Publishing Limited.

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