Di Peter Levine, Ph.D.
tratto dal sito www.somatic-experiencing.it
Il trauma fa parte della vita
Una sola breve esposizione ad un evento sconvolgente può gettare un individuo che ha un buon funzionamento in un baratro di sofferenza emotiva e fisica. Come mai una persona riesca a risalire dal baratro oscuro di quasi follia od invece sprofondi sempre più nel “buco nero” del trauma, rimane un mistero. La psichiatria moderna poco sa delle ragioni per cui un individuo soccombe impotente ad un evento traumatico, mentre dallo stesso un altro ne esce illeso o addirittura fortificato.
Dal momento che le reazioni umane, di fronte ad una potenziale minaccia sono così diverse, è difficile individuare o classificare le cause del trauma. La maggior parte delle persone (sia tra la gente comune che tra gli operatori) associano il trauma ad eventi quali la guerra, casi estremi di abuso fisico, emotivo o sessuale, incidenti menomanti o disastri naturali. Tuttavia, molti eventi “normali” o apparentemente positivi possono risultare altrettanto traumatici. Per esempio, i cosiddetti “colpi di frusta”, incidenti d’auto non gravi, spesso producono sintomi fisici, emotivi e psicologici che disorientano e debilitano. Comuni pratiche mediche invasive ed interventi chirurgici (soprattutto quelli fatti su bambini, spaventati, forzosamente tenuti fermi durante l’anestesia) possono causare traumi profondi. I bambini spesso diventano paurosi, iperattivi, eccessivamente dipendenti, distaccati, “bagnano il letto” o evidenziano un’istintiva aggressività successivamente a questi interventi “di routine”. Talvolta gli effetti di tali esperienze non si manifestano per mesi o addirittura per anni. Può darsi compaiano sotto forma di malesseri “psicosomatici” (come mal di testa e mal di pancia) o come inspiegabili stati d’ansia o di depressione.