Libro di John Lewis. Dry Bone Press.
http://www.atstill.com/product/at-still-book/
“…Come regola di vita, mi sono proposto di leggere quanto ho trovato scritto dalla mano dell’uomo o di Dio, in tutte le pagine del Suo libro così ricche di lezioni che nessun mortale è in grado di numerare. ” J. Lewis
Il libro più approfondito sulla storia dei Andrew Taylor Still. Testimoniato dal coraggio e dalla determinazione dell’autore di scriverlo, pubblicarlo e farlo tradurre in Italiano e Tedesco, e di venderlo direttamente lui stesso. Sembra, metaforicamente, che non voglia intermediari, per quella che è una trasmissione anche solo scritta. Scritta con il cuore, con sentita passione oltre che con una infinita pazienza e ricerca documentale. Tra le sue motivazioni, trovo, scritte nel suo Blog http://www.atstill.com/about/:
“Entrai alla British School of Osteopathy nel 1991. Durante il mio primo anno lessi l’autobiografia di Still e fui colpito sia dalla saggezza delle sue parole che dal fatto che quello che ci insegnavano era così diverso da quello che lui scriveva.”
L’intenzione di John Lewis è quella di ricordare la lezione del Vecchio Dottore, che spesso viene travisata. La lezione dettata da Still proviene dalle leggi della natura, che non possono cambiare. Il lungo percorso di ricerca della Salute è la base di tutta la storia narrata nel libro.
Faccio i complimenti allo sforzo di traduzione, di impaginazione e produzione dell’edizione italiana che, conoscendoli, posso ancor più apprezzare.
La co-traduttrice Silvia Clara Tuscano è anche l’autrice di un ottimo testo sulla storia dell’osteopatia (vedi sotto).
Maderu Pincione
Tratto dal libro, con l’autorizzazione dell’autore, alcuni brani.
Still guaritore magnetico
Dopo la guarigione della signora Harris e di altri pazienti, Charlie Chinn propose a Still di prendere in affitto diverse stanze proprio sopra al suo negozio di ferramenta, situato nel lato meridionale della piazza. Oltre a esercitare nel nuovo studio, Stili cominciò a interessarsi alla guarigione magnetica, una medicina alternativa molto controversa, recandosi col treno a Ottumwa, nell’lowa, presso l’ambulatorio che Paul Caster aveva aperto cento chilometri a nord di Kirksville.
Il 18 marzo 1875 uno dei quotidiani di Kirksville, The North Missouri Register, pubblicò un piccolo annuncio:
Informiamo i gentili lettori del Register che il dottor Still, guaritore magnetico, ha aperto un ufficio per curare le malattie e, visti i precedenti successi nell’esercizio della professione in queste terre, progetta di avviare, in collaborazione con nuovi colleghi, un ambulatorio che diverrà noto per le sue opere di bene e la guarigione degli afflitti. Attualmente occupa due stanze sopra l’emporio di Chinn, ma conta a breve di ampliarsi fino a comprendere l’intero piano superiore.
Still e gli indiani Shawnee
Still raccontava come gli Shawnee credessero in un Grande Spirito onnipresente, che poteva essere interpellato attraverso la preghiera e il sacrificio: si accorsero così di quanto lo stesso Still condividesse tali credenze spirituali.
“La sua religione era abbastanza simile a quella degli indiani americani del nord, qualcosa che aveva a che fare con il Grande Spirito” scrisse Herbert.
“Il suo altare per riti e preghiere era un noce bianco [Carya ovata], tuttavia nelle orazioni non chiedeva mai nulla per se stesso né per i suoi amici, ma pregava che tutto fosse in armonia, proprio come facevano gli indiani. Imparammo a onorare il nostro corpo come il tempio sacro dove albergava lo spirito e a perfezionarlo in modo che la nostra vita terrena potesse esprimersi al meglio. Still, soprannominato Vecchio Dottore, era convinto che bisognasse impreziosire tutte le cose in questa vita».
Un atteggiamento peculiare, che sembrava rispecchiare le parole di Tecumseh, il condottiero shawnee:
Quindi vivi la tua vita in modo che la paura della morte non possa entrarti nel cuore.
Non giudicare nessuno per la sua religione, rispetta ll modo di vedere degli altri ed esigi che venga rispettato il tuo. Ama la vita, rendila perfetta, porta la bellezza in ogni suo aspetto.
Cerca di fare in modo che a tua vita sia lunga e mettila al servizio del tuo popolo.
Prepara un nobile canto dl morte per il giorno in cui varcherai l’ultima soglia.
Dona sempre una buona parola o un saluto quando incontri un amico, o anche un estraneo, in un luogo solitario.
Mostra rispetto per tutte le persone, ma non umiliarti davanti a nessuno.
Quando ti alzi la mattina rendi grazie per il cibo e per la gioia di vivere.
Se non trovi alcun motivo per ringraziare, l’unico responsabile sei tu.
Non maltrattare niente e nessuno, perché la violenza rende sciocchi i saggi e priva lo della sua visione.
Quando arriva il momento della morte, non lasciare tuo cuore venga invaso dalla paura come chi, giunta la propria ora, geme e supplica affinché gli sia donato ancora un po’ di tempo per rivivere la modo diverso. Intona il tuo canto di morte e abbandona la vita come un eroe che fa ritorno a casa.
Still condusse la sua esistenza applicando una serie di principi molto simili, e a far nascere i maggiori pregiudizi, più ancora della sua inclinazione verso lo spiritualismo, fu forse proprio questa spiritualità pressoché coincidente con quella dei nativi americani. “La gente perbene di Kirksville lo giudicava un infedele” diceva Herbert, perché “era sinceramente convinto che Dio e tutto il creato fossero una e una cosa sola”.
Still e lo studio
Still era ossessionato da una grande idea. In un vecchio sacco da farina conservava le duecentosei ossa di uno scheletro indiano completo. Tirandole fuori una alla volta ne studiava i contorni: esaminava le sporgenze e le asperità che avevano ospitato, le inserzioni dei legamenti e dei muscoli, le lisce superfici articolari, i piccoli fori di entrata e di uscita dei vasi sanguigni e dei nervi. Per meglio memorizzare tutti questi dettagli, con un temperino intagliava modelli fedeli delle ossa in pezzi di legno morbido oppure ne faceva calchi in gesso, e tappezzava i muri di casa con disegni, grafici e diagrammi anatomici. Studiava i rapporti tra gli elementi ossei e i tessuti molli: le ossa che agivano come leve, i muscoli che le facevano muovere intorno al fulcro articolare, i legamenti che le tenevano insieme stabilizzando le articolazioni e impedendo i movimenti esagerati, le capsule articolari che contenevano il sottile strato di liquido sinoviale per lubrificare e proteggere la cartilagine articolare alle estremità delle ossa. Per affinare il senso tattile ideò un impegnativo esercizio. Disegnò i contorni precisi delle varie ossa – quelle del braccio, del polso e della mano, quelle della gamba, della caviglia e del piede – su lunghe strisce di cartone, per poi appoggiarvi le ossa vere, ognuna etichettata con il suo corretto nome anatomico. Dopo di che, in piedi dando le spalle al tavolo, chiedeva a un assistente di passargli un osso per volta e provava a identificarlo con il solo ausilio del tatto. Cominciò con gli arti e dopo averli memorizzati passò alla testa, al bacino e al rachide. Le vertebre erano particolarmente difficili, ma non ce n’erano due uguali e imparò a distinguerle da sottili differenze, come il modo in cui si congiungevano alla costa.
per acquistarlo
Libro di John Lewis. Dry Bone Press.
http://www.atstill.com/product/at-still-book/
Il bel libro della traduttrice Silvia Clara Tuscano