Viaggio nel corpo di Robertino

di Francesca Romana Nascé

Quando mi telefona la mamma di Roberto chiedendomi un trattamento per il figlio di otto anni e inizia a spiegarmi la situazione fisica del bambino ho un attimo di perplessità. Man mano che la signora entra più nei particolari sento crescere dentro una certa preoccupazione data la situazione che mi veniva prospettata. Roberto presenta dalla nascita un’aneurisma nella grande vena cerebrale di Galeno, una delle vene dei nuclei centrali del cervello che si immette nell’estremità anteriore del seno retto, rendendone così, data la posizione, impossibile l’asportazione chirurgica. Ha già subito sei operazioni volte ad evitarne la crescita attraverso l’occlusione di alcuni vasi sanguigni limitrofi.

Soffre di forti dolori alla testa, febbri, nervosismo, inappetenza e disturbi del sonno. Di contro-un bambino molto vivace, attento, intelligente e con tanta voglia di giocare e di essere uguale agli altri.
La sua richiesta principale-che cessino queste emicranee, che lo tengono bloccato ed isolato e soprattutto lontano dal campo di calcio. Mi rendo subito conto di essere quasi costretta ad utilizzare il gioco per riuscire a tenerlo sul lettino almeno per una mezz’ora e così gli propongo di lavorare insieme attraverso la fantasia.

Scelgo di iniziare con un ascolto del sacro, un pò per approcciare il problema da una zona più neutrale e lontana, anche se collegata, e un pò perché mi sono accorta che il bambino non desidera essere toccato sul cranio. Questa scelta comunque dà più sicurezza ad entrambi. I movimenti del sacro appaiono limitati, con tendenza verso l’estensione e il ritmo cranio sacrale lento ma non disarmonico.


Iniziamo il nostro gioco, anche se da parte mia so bene che non è solo questo. Gli propongo un viaggio dentro il suo corpo, alla scoperta dei suoi organi gli chiedo di immaginare se stesso molto piccolo, seduto vicino al suo cuore e da lì di vedere se c’è una qualche strada per andarsene in giro ad esplorare e di tutto ciò che lui pensa di trovare. Il contatto con il sacro facilita il rilassamento. Per Roberto è una novità che lo diverte e inizia il suo viaggio chiudendo gli occhi. Decide subito di andare a parlare con il suo cervello, lo fa risalendo per la gola e puntando diritto verso il centro.

 

Quando è lì mi dice di intravedere qualcosa, morbida e grande come una palla, di colore blu, attaccata al cervello da più parti. Inizia un colloquio tra Roberto e questa cosa, che più tardi chiamerà “bluetta” durante il quale questa si giustifica con Roberto per essere la causa dei suoi dolori di testa. Dice che non è del tutto colpa sua ma piuttosto del signor sangue, che arriva su con troppa forza facendola riscaldare e cambiare di colore, dal blu al rosso. Una delle caratteristiche di Roberto è il pulsare violento e visibile della carotide. Bisognerebbe quindi mettersi d’accordo con questo signor sangue, ma prima Roberto decide di gettare su Bluetta una rete, ben fissata, che la tenga nei limiti e tanto tanto ghiaccio per poterla raffreddare.
Poi mi dice che è stanco e di voler rimandare il discorso con il sangue alla prossima volta. La mia mano sotto il sacro ha avvertito un aumento della mobilità, un forte pulsare e molti momenti di quiete. Roberto è entusiasta di questo nostro gioco.

La volta successiva dice di aver deciso di creare un piccolo libro con dei disegni che mostrino il suo viaggio nel corpo ed è molto eccitato alla mia proposta di metterlo in rete. I trattamenti continuano con regolarità: abbiamo ottenuto una promessa dal sangue di rallentare un pò la potenza con cui arriva da bluetta e abbiamo ascoltato le richieste dello stomaco di essere nutrito di più e meglio, e così via.
Roberto decide di utilizzare questo gioco da solo, ogni qual volta senta iniziare il male alla testa e di riempire Bluetta di ghiaccio, sicuro che questo ne eviti il riscaldamento, causa del dolore. Anche io mi dichiaro sicura di questo. E cosi avviene! Un giorno arriva ad un nostro appuntamento tutto eccitato per quello che era successo. I suoi mal di te
sta si sono notevolmente diradati e in più lui era riuscito ad evitare l’accrescere del dolore utilizzando proprio il nostro gioco. Porta con se alcuni fogli da disegno accuratamente rilegati con un cartoncino ed un fiocco.
Un vero libro! Contengono le immagini del suo viaggio fantastico dentro di se e sono per me. Mi sento profondamente commossa per questo regalo e ancora più per avere la fortuna di assistere all’esplodere della salute e della vita che mostrano la loro forza. Mi rendo conto di aver sempre considerato sin dall’inizio il sistema di Roberto sano pur nella sua diversità e di aver lavorato con questa salute e per questa salute. La normalità con cui Roberto ha contattato durante l’esperienza del suo viaggio all’interno del corpo una parte di se considerata da tutti estremamente pericolosa è stata anche per me il filo conduttore di ogni seduta.
Roberto è così ed è perfettamente normale e sano così. Lui stesso mi ha detto di voler rimpicciolire e raffreddare buetta, ma non di volerla far sparire perché la considera una parte naturale del suo cervello. Ed io ho rispetto per questo bambino di otto anni così consapevole di quello di cui ha bisogno il suo sistema corpo-mente. So che crescerà con la sicurezza di potere e sapere cambiare la realtà perché ne ha già fatto l’esperienza.