Perchè in un DVD che induce al rilassamento, l’autrice ha scelto un ciclo di 55 secondi per la visione delle sequenze del mare ?
di Maderu Pincione
Ogni cosa originale e nuova mi attira, le immagini che scorrono sullo schermo sono affascinanti, il ritmo delle onde risuona dentro.
Parlo con Cristina, responsabile della sua casa editrice e autrice di questo primo di un serie di videolibri analoghi, sulla natura. Spiegandomi il menù del dvd mi dice:
“ogni immagine è a ciclo continuo, poi vi sono due tipi di sequenze che ho scelto, dove si susseguono tutte le 16 inquadrature, in dissolvenza: in quella “breve” ogni immagine dura 12 secondi, in quella “lunga” 55 secondi. Anche queste a loro volta sono a ciclo continuo.”
Le chiedo come mai ha scelto 12 e 55 secondi e risponde:
“Ho fatto tante prove, sono partita da 3 minuti per inquadratura, fino ad arrivare a questi tempi. Mi sono spesso chiesta anch’io il perché, soprattutto per i 55 secondi. Perché non arrivare a un minuto? Mi sembrava strano scrivere che i cicli erano di 12 secondi, 55 secondi e continuo. Eppure le immagini della sequenza lunga durano proprio tra i 50 e i 55 secondi, a seconda dell’onda. Un’onda di più o una di meno non funzionava, non era armonico.”
Le spiego che noi, come operatori craniosacrali, nella pratica sperimentiamo il corpo come un sistema poliritmico. Ci sono dei ritmi ovvii e facilmente percepibili, dal respiro al battito del cuore, ma andando in profondità in una condizione di tranquillità e di ascolto profondo si possono sentire dei ritmi che sono come degli armonici, che coinvolgono tutti i fluidi, dal liquido cefalorachidiano ai fluidi cellulari e alla matrice extra-cellulare.
Queste ritmicità sono state chiamate Maree non a caso, e si distinguono in Marea Media che ha una inspirazione (o espirazione) di circa 12 secondi e la Marea Lunga, o semplicemente Respirazione Primaria più costante, che ci attraversa, con frequenza di circa 100 secondi, cicli di 50 secondi di inspirazione (e 50 sec di espirazione).
Quello che evidentemente è successo è che Cristina, nella “mediazione contemplativa” prodotta dall’osservazione del filmato e dalla sua lavorazione nel montaggio, è entrata spontaneamente nella percezione del suo corpo fluido, in contatto con le maree interne.
C’è una relazione tra la visione (attenta e meditativa di qualcosa che attivi le aree sottocorticali) e la percezione delle maree ?
Evidentemente si, anche se noi operatori consideriamo le mani (il tocco, la propriocezione) e il cuore come veicoli dell’ascolto, l’esperienza di Cristina ci dice che anche gli occhi, in certe condizioni, possono “portarci dentro”.
Gli occhi sono comunemente considerati come strumenti che ci “portano fuori”, ci distraggono, impediscono l’attenzione percettiva. Chiudi gli occhi, annebbia lo sguardo, rivolgilo all’interno, si dice spesso, sapendo come lo sguardo all’esterno distragga.
Sappiamo anche che l’esperienza della visione aperta alla natura ( guardare il cielo, il mare, l’infinito ) con occhi esterni e mente ci avvicina alla percezione delle forze che agiscono su e dentro di noi, ma ora Cristina ci dimostra che anche con la tecnologia dell’immagine digitale si può fare.
P.S. Non ho sottovalutato l’accoppiamento dei suoni naturali all’immagine, coinvolgendo l’udito e aiutando nell’evocazione di quanto descritto.
Maderu Pincione
Potete vedere delle anteprime del video su youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=qVEFrh-DI4k
video con copertina del libro e mare che cambia dentro
http://www.youtube.com/user/ALAMARLIFE#p/u/5/pKzkgStAD3w
estratto della sequenza breve, quasi tutte le immagini