Esperienza di trattamento craniosacrale

Esperienza di trattamento craniosacrale con pazienti affetti da sindrome demielinizzante o sclerosi multipla

 

Sono  fisioterapista, laureata nel 1980 presso la prima clinica neurologica della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma. Fuggita da Roma dopo pochi anni, mi sono rifugiata in Umbria dove ho subito trovato lavoro presso il servizio ospedaliero occupandomi, fino al 1994, di riabilitazione infantile. In seguito sono stata trasferita presso il servizio territoriale adulti, dove tutt’ora lavoro.

Presso tale servizio mi occupo di patologie  d’origine neurologica, ortopedica e oncologica. Poiché il nostro lavoro ci richiede una formazione continua, nel 2004, dopo un corso specifico sul massaggio, sono stata introdotta dal mio insegnante nel “mondo” del craniosacrale.

Già alla fine del primo livello ho avuto, e in parte mi sono creata, l’opportunità di sperimentare e applicare la tecnica craniosacrale in ambulatorio con i pazienti. Il nostro fisiatra, il coordinatore del servizio di riabilitazione territoriale dove lavoro, è stato uno dei primi fruitori della mia terapia, essendo già a conoscenza  di questo metodo si è dimostrato assolutamente disponibile e collaborativo. Ho iniziato a lavorare con le cervicobrachialgie e con i colpi di frusta e la mia pratica si è trasformata con il tempo in una forma di ascolto sempre più affinato e raffinato.

I risultati conseguiti mi hanno spinto a proporre il trattamento di craniosacrale a tutti i tipi di patologie.

In pochi anni ho documentato circa 1.500 sessioni, una casistica che sicuramente merita di essere condivisa con il pubblico degli operatori. Ho raccolto, quindi, con piacere l’invito della redazione di questa rivista a scrivere diversi articoli per esplorare e riflettere, come in un percorso a puntate, la mia esperienza di trattamento con la terapia craniosacrale rispetto alle diverse tipologie di “sofferenza”.

In quest’articolo desidero cominciare a condividere la mia testimonianza partendo da una categoria di pazienti che apprezzano oltremodo il trattamento craniosacrale: i pazienti affetti da sindrome demielinizzante o sclerosi multipla, patologia complessa e a carattere degenerativo, in costante aumento sul nostro territorio e di cui ancora non si conoscono le cause.

I pazienti affetti da sclerosi multipla si rivolgono al nostro servizio per fare una terapia cosiddetta di mantenimento, per conservare le funzioni il più a lungo possibile essendo questa  una patologia progressiva.

Con la pratica mi sono resa conto della grande esigenza che hanno queste persone di “sentirsi” e ciò mi ha portato a sperimentare con loro questa nuova modalità d’ascolto così “magica ed extrasensoriale”.

Sono questi infatti i due aggettivi che mi venivano in mente durante il primo periodo in cui cominciavo a lavorare con il craniosacrale. Aggettivi usati dai pazienti stessi che riferivano, e continuano a riferire, cambiamenti importanti nella loro vita e nel modo di vivere la malattia.

Per quanto riguarda il miglioramento dei sintomi ho avuto modo di riscontrare una diminuzione o scomparsa della faticabilità, una diminuzione dell’ipertono, che è quasi sempre presente, un miglioramento del ritmo sonno-veglia e, in generale, un aumento della consapevolezza.

Una paziente mi riferì che nei giorni seguenti la sessione si sentiva “più buona” e si accorgeva di come si può essere ugualmente sereni nonostante la malattia, grazie a un maggior benessere di fondo. Lavorando con loro con continuità sono stata testimone della remissione dei sintomi neurologici e ho osservato che i periodi di riacutizzazione dei sintomi stessi sono rarissimi.

E’ sempre presente un aumento del benessere ed è per questo motivo che attualmente i miei pazienti malati di sclerosi prediligono e richiedono sempre più esclusivamente questo trattamento.

Sono molti i casi che testimoniano un netto miglioramento della qualità di vita, ma  in particolare desidero parlare ora di Stefania, una persona che seguo dall’agosto del 2008. Insegnante in pensione di 65 anni, a Stefania è stata diagnosticata la sclerosi multipla più di 15 anni fa.

Quando ha cominciato la terapia ormai non camminava quasi più, aveva forti dolori alla schiena, disturbi dell’equilibrio e astenia agli arti inferiori. Attualmente le sue performance motorie sono molto migliorate: ha ripreso a guidare la macchina e, pur camminando con l’aiuto di un bastone canadese, riesce ad essere ancora autonoma in tutti i suoi  spostamenti.

Stefania continua a venire in terapia una volta a settimana (ad eccezione del periodo estivo) e la neurologa che la segue è quasi incredula, perché non ci sono più stati poussè  (riacutizzazione dei sintomi, alternati a periodi di remissione) né peggioramenti, si è quindi raccomandata di continuare in questa direzione. Anche il suo  assetto posturale si è modificato e Stefania oggi è più dritta, e, soprattutto, più serena.

Un altro caso che mi sta particolarmente a cuore  è quello di Susanna, una signora di 37 anni giunta al servizio a settembre di quest’anno su suggerimento di un’altra  paziente. Anche lei è affetta da sclerosi multipla che le è stata diagnosticata nel 2004, ma in realtà i primi sintomi erano già presenti da qualche anno sebbene fossero stati confusi con l’artrosi cervicale. L’operazione alla colonna cervicale infatti non aveva risolto i dolori, i formicolii e il senso di stancabilità che le impediva di fare più di una rampa di scale alla volta.

All’inizio del nostro percorso, Susanna lamentava soprattutto un forte senso di debolezza alla gamba destra e come una morsa che gli fasciava il polpaccio.  Attualmente si sente decisamente meglio e ha interrotto su suggerimento medico qualsiasi cura a base di cortisone e interferone.

Con Susanna è stato facile entrare in relazione, la sua giovane età mi ha motivata ancora di più a dare il meglio di ciò che so fare. Sin dalla prima seduta ci sono stati dei cambiamenti sia oggettivi che soggettivi, ma il suo è stato soprattutto un percorso di presa di coscienza riguardo alla malattia e, in generale, riguardo alla sua stessa vita, in cui molte cose erano fuori posto.

Nella mia storia con il craniosacrale c’è stata una lenta spontanea evoluzione che mi ha portato ad utilizzare sempre meno la tecnica in quanto tale, e sempre più l’ascolto associato alla centratura. Mi sono lentamente staccata dal corpo del paziente riuscendo comunque a mantenere un profondissimo contatto, come se entrassi in una fase di semi-trans, vigile e attiva come testimone.

Ma ci sono dei momenti in cui succede qualcosa di speciale, è come se si aprisse uno “spazio sacro” e la mia essenza percepisse che sta accadendo una guarigione.

Questi momenti senza tempo si verificano con Susa
nna soprattutto quando sono in ascolto degli sfenoidi e delle ossa temporali, in particolare quando si manifesta un EV4 di cui percepisco l’inizio ma non sempre la fine.

Il sistema va verso un’apertura che ogni volta è diversa, rispetto ai tempi ma soprattutto nella qualità.

Quasi istintivamente le mie mani diventano meno invasive e io stessa non le percepisco più, perchè è come se cominciassi un viaggio col paziente.

Quando questo succede durante le sessioni è come se il corpo e la coscienza del paziente si ristorassero; sono questi i momenti di maggior benessere per Susanna come per gli altri pazienti.

A volte durante i primi tempi Susanna avvertiva una forma di smania e prurito soprattutto sul viso e quando poi assumevo la posizione della culla dell’occipite Susanna mi riferiva di sentire come se qualcosa si sturasse, qualcosa di compresso che ricominciava a scorrere per tutto il corpo. Ultimamente mi ha detto che non le succede più, e che sono meno le sensazioni fisiche che la coinvolgono durante il trattamento.

Contestualmente, anche io avverto una minore disomogeneità nell’organizzazione del suo sistema, la spinta dei fluidi è sicuramente meno flebile e i ritmi craniosacrali più regolari. A Susanna non piace addormentarsi, le piace mantenere uno stato di presenza consapevole, altrimenti a suo dire è come se non ci fosse stata.
Grazie a questo percorso Susanna si è resa conto che svegliarsi tutte le mattine con l’idea che la vita è una fregatura da combattere non è reale, ma ha acquisito la consapevolezza che siamo noi attraverso la nostra attenzione che diamo valore alle cose. Questo è ciò che lei mi ha scritto in un bellissimo sms di ringraziamento.
Grazie a Susanna ho capito che il suo ammettere che nella vita si può essere felici e si può comunque godere di tante cose, dando anche una giusta valenza alla malattia, è stato di per sé una guarigione. Susanna continua a venire da me una volta a settimana, aspetta con gioia l’appuntamento manifestando meno rabbia e affrontando le cose, a detta sua, con più serenità.

Il motivo che mi spinge a condividere parte della mia esperienza lavorativa è che desidero sopratutto testimoniare che anche nella sanità pubblica si può lavorare proponendo “qualcosa” che nessuno può sostenere che non funzioni, visti i risultati che possono essere convalidati dagli stessi pazienti che ne hanno usufruito.

Mi piacerebbe che ci fosse una maggior condivisione d’esperienze, che mettesse in evidenza i temi su cui riflettere, confrontandoci anche rispetto ai nostri insuccessi e alle nostre criticità, e a tutto ciò che ci accomuna nei nostri trattamenti, oltre alla tecnica. Conservo ancora la mia prima “impegnativa rossa” con cui veniva prescritto un ciclo di trattamento craniosacrale, la mia prima “investitura” ufficiale che mi autorizzava a lavorare con questa tecnica presso una struttura pubblica. Era giugno 2004, e ogni tanto in questi anni sono tornata a guardarla dicendomi: “E’ importante crederci e farlo”.

 

Teresa Tunno
Fisioterapista dal 1980, lavora fino al 1994 con i bambini affetti da patologie neurologiche presso l’ospedale di Assisi. Da tale anno continua a lavorare sempre presso la stessa A.S.L. occupandosi di pazienti adulti affetti da diversi tipi di patologie. Pratica la terapia craniosacrale in ambulatorio dal 2004, dopo aver frequentato la formazione con Agama Cunningham. Oltre all’aggiornamento continuo richiesto dalla sua professione, ha approfondito la sua formazione con Michael Kern (craniosacrale biodinamico) e con con Agama (P.N.L e massaggio terapeutico). Da qualche anno frequenta corsi in altre discipline BioNaturali: reiki, theta healing, corsi sul tocco terapeutico, respirazione olotropica secondo Grof, accompagnamento al morente con Cesare Boni.