Gesti del diventare un essere umano
di Jaap van der Wal
Oggigiorno molte persone hanno una penosamente scarsa conoscenza della nostra esistenza embrionale, che poi è anche la loro. Eppure vengono fatte così tante scelte, e tante decisioni vengono prese, etiche mediche e morali, così tanti giudizi vengono pronunciati oggi riguardo agli embrioni, o, se preferite, riguardo a “esseri umani che si trovano ancora a questo stadio del loro sviluppo”. Chissà quante persone ci sono che in tutta onestà credono ancora che un embrione di tre settimane sia una specie di agglomerato di cellule, da guardare come nient’altro che un po’ di tessuti e poche cellule. C’è anche una categoria di persone che nella loro formazione professionale ad un certo punto sono stati esposti all’insegnamento dell’embriologia come scienza, e di questa gli è rimasta l’impressione che fosse un inutile ammasso di nozioni, con molti fatti incoerenti e molte parole difficili. Magari sono rimasti con la domanda “Che cosa ha a che fare tutto questo con me come persona?”
Io ho avuto il privilegio di incontrare l’embrione in modo diverso. Nello sviluppo dell’embrione umano sono rimasto affascinato soprattutto dal processo del diventare umano. Se vi immergete nel viaggio dell’embrione come un eccitante processo del diventare un essere umano e vi ponete la domanda “CHE COSA FACCIAMO IN REALTA’ QUANDO SIAMO EMBRIONI?”, come faccio io, prima di tutto dovete spazzolare via la “polvere” dell’embriologia scientifica contemporanea. Quella che non vede altro che “cellule, geni, proteine, ormoni ecc. ecc., comunque. Certamente affascinante, ma molto lontana da casa! Ha molto poco a che fare con il diventare un essere umano.
Se però aprite il cuore e cercate di mettervi nella posizione dell’embrione e vi unite a lui nello sperimentare i gesti della crescita che accadono lì, tutt’a un tratto l’embrione vi racconterà una storia molto diversa e, sì, molto profonda. Vi racconterà la storia del diventare un ESSERE UMANO, della difficoltà della persona e del suo spirito per venire alla luce attraverso la dura resistenza di cellule, geni, tessuti. Un essere umano compie un bel po’ di lavoro e vive così intensamente quando è un embrione!
Il solo strumento di cui avete bisogno, comunque, è un diverso “paio di occhiali”. “Nuovi occhi” per così dire. Non vi preoccupate, non dovete mettervi a fluttuare o ignorare fatti percepibili quali le cellule ecc.
Ma guardando l’embrione attraverso un, diciamo così, “paio di occhiali fenomenologici”, potete “vedere” GESTI (Gestalt, se volete). Allora conoscere l’embrione diventa improvvisamente un viaggio dentro voi stessi. Nulla dell’ umano è ignoto all’embrione. Per dirla in parole povere “Sapevate che avevate già camminato e respirato prima di nascere?” L’embrione racconta l’emozionante storia del diventare un ESSERE UMANO. Sicuramente la cosa più essenziale per un essere umano è che lui, o lei, ha (mantenuto) le caratteristiche dell’ESSERE STATO un EMBRIONE.
L’embrione – Una Chiave per il Mistero dell’ Uomo
Oggigiorno la scienza ci da’ molte risposte, molte spiegazioni riguardo al COME e CON QUALI MEZZI. Ma che dire delle domande che riguardano il PERCHE’ e il DOVE VA? La scienza della natura, inclusa l’attuale embriologia, non da’ risposte alle domande sul SENSO e il SIGNIFICATO. E come potrebbe? Tali domande non fanno parte della sua metodologia né del suo paradigma. Non le considera affar suo. Il problema con questo approccio si presenta quando la “scienza”, inclusa l’attuale embriologia, pretende, come spesso fa, di avere la vera e sola risposta sulla realtà. Come se non ci fossero altri modi e mezzi (scientifici) di avere intuizioni e comprensioni riguardo all’uomo e alla realtà! Per come la vedo io, dopo quattro secoli e mezzo di atteggiamento Cartesiano e di scienza cosiddetta positivistica, non abbiamo bisogno di ulteriori orizzonti, bensì di “nuovi occhi”.
Personalmente non mi soddisfano argomenti come “sono solo coincidenze” oppure “non sono altro che geni, cellule e materia” Non che io non voglia o che non sia capace di PENSARE in quel modo, ma io FACCIO ESPERIENZA ogni giorno della vita e della realtà in modo diverso. La scienza e le persone che sono convinte che solo la cruda, razionale realtà è LA realtà, guardano il mondo, l’uomo, le cose come se fossero all’esterno di se stessi, come oggetti. La scienza oggi fa di me uno SPETTATORE. Il mio slogan è “Io faccio esperienza, io sento, dunque io sono”. Oppure anche “Prendi per vero quello che senti, non solo quello che pensi”. Io voglio ESSERE PARTE della vita, del mondo, della natura! Non posso farci nulla, questo è l’unico modo in cui ne faccio esperienza. Faccio esperienza del senso, del significato, del mistero, del miracolo, del segreto, dello spirito, della creazione. E poi dovrei sopprimere tutto ciò e negarlo come frutto dell’ immaginazione perché non posso “vederlo” o “renderlo tangibile”? Eppure voglio anche rimanere scientifico in senso moderno. Come può essere possibile? Cosa fare?
Nell’embrione umano ho trovato risposte a domande che riguardano il mistero dell’uomo. Domande come Da dove veniamo? E Quale potrebbe essere il significato della nostra esistenza? Davvero è abbastanza semplice. Se non entri nel meraviglioso mondo dell’embrione con la contemplazione fredda e distaccata dello spettatore, ma apri il cuore e l’anima e ci sei nel FARE ESPERIENZA di ciò che sta accadendo lì, potrai scoprire dietro i fatti, niente di meno dell’attività dello SPIRITO. Non c’è diente di ingannevole o di illusorio in questo. Ti rimane l’immensa soddisfazione di aver scoperto che è possibile RIUNIRE i territori della scienza e della religione, della spiegazione e della comprensione, che sono stati separati tanto a lungo, in modi più o meno rigidi.
L’embrione – un intero Mondo che si evolve da sé
Tutto ciò che devi fare è imparare a comprendere la “lingua” dell’embrione. Dopo di che, tutt’a un tratto puoi leggerci la storia dell’evoluzione dell’essere umano e del genere umano. Vecchi miti appariranno in una prospettiva del tutto nuova. Oltre a questo, la tua storia personale ne potrà acquistare in profondità e in prospettiva. Il blueprint di ogni persona, gli ingredienti essenziali della tua esistenza li puoi leggere lì nell’embrione, quasi letteralmente(!) e nella forma più pura. Nell’immagine, nel gesto il microcosmo dell’embrione contiene l’intero macrocosmo. “Chi non riconosce la forma nel piccolo, non comprenderà il disegno intero”.
In tutta la tua vita si tratta di togliere strati. Questo è il gesto dello sviluppo. Nascere si rivela essere il gesto di “morire a…” Il filosofo Mansukh Patel dice: “Quando moriamo, semplicemente togliamo uno strato. In realtà non facciamo nient’altro per tutte le nostre vite. Ci spogliamo del corpo del neonato per vestire quello del bambino piccolo. Poi indossiamo il corpo del bambino più grande, dell’adolescente, dell’adulto e così via”. L’embrione può insegnarvi molto sulle dinamiche della crescita e dello sviluppo, sul morire e sul nascere.
In questo percorso il vostro atteggiamento verso l’embrione umano subirà una rivalutazione. Non sarà più questione di “agglomerati di cellule” o “nient’altro che un codice su una catena di DNA” o “solo una coincidenza”. Certo, potreste ancora dover prendere decisioni riguardo alla vita o alla morte di un embrione, o pronunciare giudizi di senso o di mancanza di senso dell’esistenza embrionale, ma lo potrete fare con maggiore comprensione, una volta che sapete: Che cosa in realtà facciamo e chi siamo quando siamo embrioni?
Vuoi imparare a vedere con “nuovi occhi”?
C’è un corso (seminario, workshop) su L’ALTRO EMBRIONE, o L’EMBRIONE IN MOVIMENTO. Durante questo seminario seguirete gli eventi reali che segnano la nostra esistenza embrionale, arrivando a conoscere e a co-sperimentare i misteri del CONCEPIMENTO e della NASCITA. Probabilmente sarete meravigliati nello scoprire che un essere umano NON si “riproduce”, che il concepimento NON riguarda il fatto di “fare bambini”, che nascere è il gesto di “morire ad un’altra dimensione”, che Dio e lo Spirito non sono concetti astratti, ma principi tangibili, riconoscibili, attivi nello sviluppo embrionale umano. Se vi piace potete “vedere” l’incarnarsi dello “spirito” nel “corpo” riflesso nei gesti dello sviluppo embrionale. Per esempio, lo potrete vedere durante la terza settimana di sviluppo. Risulterà che è possibile vedere tutto questo guardando ai fatti dell’esistenza embrionale con “nuovi occhi”. Non è vero l’embrione umano “non ha ancora un’anima” oppure che “deve ancora ricevere un’anima”, ma che invece E’ anima!
Non abbiate paura che in questo seminario finiremo per fluttuare a mezz’aria. Molto del pensiero New Age si svolge A LATO del mondo fattuale della scienza e della biologia, e difficilmente cerca una qualche connessione con questo. Oppure si appropria di scoperte scientifiche senza nessuna consapevolezza del paradigma che è loro sotteso e che di conseguenza gli appartiene. In questo modo resta invischiato nella disastrosa separazione tra lo spirito (anima) e il corpo, appioppataci dalla filosofia Cartesiana. Ne discende anche l’idea che lo spirito (anima) è un prodotto del cervello e di conseguenza del corpo. L’approccio in questo seminario ha solide radici nell’embriologia come punto di partenza, ma cerca di valorizzarla, espandendola fino a diventare intuizione, visione, “embriosofia”. Quanto al metodo, cercheremo di connettere sentire e pensare, intuizione e conoscenza, una sorta di “comprensione empatica”, meglio nota come fenomenologia Goethiana.
Sull’autore
Sono Jaap van der Wal , MD, PhD. Sono nato il 17 febbraio 1947. Mi sono laureato in medicina nel 1973. Successivamente mi sono specializzato in Anatomia ed Embriologia, che ho insegnato nelle Facoltà di Medicina delle Università di Utrecht e Maastricht (Olanda) e in diversi istituti e scuole di Medicina (per Fisioterapisti, Infermieri, Ostetriche). Ho fatto anche ricerca. Ho conseguito il PhD per uno studio sulla propriocezione (senso della postura e movimento). Questo è l’altro mio interesse: che cosa ci muove? Che cosa ci spinge a muoverci? Però il mio interesse principale va all’embrione e a tutto quello che è connesso ad esso, come la genetica, l’evoluzione, e all’immagine dell’uomo nella filosofia della scienza. Su questi argomenti pubblico regolarmente articoli. Nel 1993 “C’è un futuro nel nostro DNA?” e nel 1999 “E dopo ci fu il DNA”. Sono per me importanti sorgenti di ispirazione l’Antroposofia di Rudolf Steiner e il lavoro del professor Jan Hendrik van den Brg, olandese, storico della fenomenologia, e di altri filosofi fenomenologici. E’ soprattutto applicando l’approccio fenomenologico di Goethe che riesco a gettare un ponte sull’abisso che separa la spiritualità e le discipline umanistiche dalla scienza naturale positivistica. Uso questo metodo nel campo dello sviluppo prenatale umano.
Una terza area di cui mi sono interessato per molti anni è il corpo umano. Ho pubblicato un saggio sulla tradizionale immagine del corpo nella scienza medica, intitolato La morte perduta. Attualmente insegno anatomia ed embriologia all’Università di Maastricht e in diversi corsi nel campo delle medicine “alternative” o “complementari”, come scuole di yoga, arteterapia, supporto alla nascita, nei training di osteopatia, Craniosacrale e Terapia della Polarità. Propongo i seminari “L’embrione in movimento” a chiunque sia interessato, per motivi personali o professionali (medici, ostetriche, altri tipi di terapisti).