Il Dialogo Terapeutico

Il linguaggio della relazione tra terapeuta e paziente

di Davide Baroni

Prima di ogni altra considerazione, voglio che sia ben chiara una cosa. Voi non fate niente al paziente. E non fate nemmeno qualcosa sul paziente. Voi fate qualcosa CON lui. Questo “qualcosa” è “facilitare il suo cambiamento”. LUI cambia.

Non siete voi che lo guarite; lui si guarisce da sé (se vuole). Voi siete, in un certo senso, un deposito: gli mettete a disposizione una serie di processi, di strutture, di percorsi. LUI li sceglie (anche se non lo sa); LUI li percorre, e voi lo osservate camminare lungo quei sentieri. Siete lì, ma non siete veramente lì. Lo vedete camminare, ma non sapete veramente dove sta camminando. Non avete alcun controllo sui contenuti del suo percorso: non sapete che panorama vede, che suoni ascolta, che sensazioni ha veramente. Quello che sapete è che cammina. Potete avere un certo grado di controllo (ma preferisco parlare di “consapevolezza”) sulla struttura del suo percorso, ma questo è quanto. Comportatevi pure “come se” voi aveste il controllo, ma dentro di voi sappiate sempre che è una pia illusione…

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