di Atmo Heera
C’è un antico sutra di tradizione tantrica che da vari anni accompagna la nostra esperienza craniosacrale, tant’è che ne utilizziamo l’immagine e il nome per i nostri livelli introduttivi.
Il sutra dice: “porta la tua piena attenzione nel nervo, delicato come lo stelo di un loto, al centro della tua colonna spinale, in questo luogo trasformati.”
È stato interessante ritrovare il sutra nel libro “Breath, the Essence of Yoga” della mia insegnante, Sandra Sabatini. È stata in parte una piacevole sorpresa, in parte la conferma che lo yoga a cui ci riferiamo come il craniosacrale a cui ci riferiamo racchiudono un essenza che accomuna profondamente le due arti, pur mantenendo la loro specificità e complementarità.
Cos’è questo “stelo di loto?”
Il sutra ci da un riferimento molto preciso e molto corporeo, per quanto l’esperienza ultima vada a trascendere la dimensione materica. Il sutra dice “…al centro della tua colonna spinale”
Lo yoga come il cranio sacrale, attraverso ascolto, rilassamento e abbandono favoriscono un intensa purificazione del nostro essere. L’incontro al centro della spina, alla luce di questi presupposti è un esperienza di meditazione. L’attitudine ad essere in contatto e a lavorare con il corpo è incredibilmente simile nei due approcci.
Allo sforzo dello stretching o della manipolazione a tutti i costi subentra il sintonizzarsi con un ritmo imparando ad attendere, a mantenere una rilassata presenza in un determinato punto del corpo e imparando a lasciar andare. È attraverso questo stato che, l’asana o uno specifico ribilanciamento craniosacrale possono accadere. Se i sentieri hanno i loro specifici tratti, l’incontro al cuore della spina, nell’iconografia e nell’esperienza del lotus thread, racchiude le medesime caratteristiche. Profondità e bellezza infatti, sono le qualità che accompagnano l’esperienza di guarigione in quanto esperienza capace di ricontattare l’essenza.
Lo yoga nei training di craniosacrale
Per essere veramente in ascolto con i ritmi lenti e profondi di un altro, è necessario essere pienamente disponibili all’ascolto di se stessi. Un ascolto che sia capace di accogliere, senza giudizio, qualsiasi stato e sensazione. Tener cura del proprio corpo, in genere ed in particolare durante un trattamento è un altro requisito fondamentale per un terapista. Come terapisti craniosacrali lavoriamo nella maggioranza dei casi seduti su una sedia o in piedi. Diventa così indispensabile espandere la consapevolezza sulla propria postura, raffinando l’allineamento vertebrale, il respiro, la connessione dei piedi con la terra.
”respira con i tuoi piedi stai nei tuoi piedi vai e vivi all’ interno dei tuoi piedi e al momento in cui l’espirazione sta per concludersi, lascia che I tuoi talloni sprofondino nella terra.
è molto importante che alla fine dell’espirazione i piedi ricevano il messaggio di aprirsi cosi che il contatto con la terra diventi più intelligente quindi le radici crescono più forti e spesse dentro la terra e l’impulso che viaggia attraverso la spina su verso la base del cranio incoraggia l’apertura e l’espansione della parte alta del corpo”
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