L’attaccamento nel neonato, una sintesi

tratto dal libro di Michael Shea

 

Lo sviluppo cerebrale nel neonato

  1. per ciascun individuo la struttura del cranio e del cervello, comprese le ossa e la corteccia sensoriale, è unica.

 

  1. lo sviluppo cerebrale dipende dall’esperienza – cioè dall’esperienza che proviene dall’ambiente esterno e arriva all’interno del corpo e del cervello.       L’esperienza che la madre ha del proprio mondo determina l’attivazione e la creazione di particolari percorsi attraverso i circuiti segmentali laterale e mediale del sistema cortico-limbico del sistema nervoso autonomo (SNA). Questi due circuiti, uno connesso con l’emisfero destro e l’altro con l’emisfero sinistro, mettono in collegamento le diverse strutture del cervello con la corteccia orbitofrontale (COF)

 

  1. la mancanza di normali esperienze di attaccamento e bonding dopo la nascita causa una scarsità di neuroni di collegamento (se non li usi li perdi). Quelli che si accendono insieme rimangono collegati. In altre parole, la connessione di questi due circuiti di cui abbiamo parlato       dipende dall’esperienza di assistenza e di attenzione che il neonato riceve. La struttura di base di questi circuiti è presente fin dall’embrione, e il contatto con l’ambiente esterno la completa e la riempie, per così dire, altrimenti i circuiti non riescono a collegarsi completamente.

 

  1. i geni contengono le informazioni bidimensionali necessarie alla organizzazione generale della struttura cerebrale; l’esperienza proveniente dall’ambiente esterno (outside-in experience), che è esperienza tridimensionale, determina quali geni debbano esprimersi, come debbano esprimersi e quando debbano esprimersi.

 

  1. i neonati hanno un programma genetico che comprende un soprannumero di neuroni. Il cervello infantile è l’organo più indifferenziato del corpo. In altre parole, nel cervello del neonato è presente una gran quantità di materiale grezzo pronto ad essere plasmato dall’amore e dall’affetto (o dalla mancanza di amore e di affetto).

 

  1. le prime esperienze nascono dalla stretta relazione interpersonale che ha inizio nell’utero con la madre biologica, e nei primi due anni dopo la nascita con poche determinate persone che si prendono cura del bambino (figura materna, caregiver).

 

  1. nei primi due anni di vita prevale l’emisfero destro. Questo impara ad auto-regolare le emozioni costruendo un sistema nervoso autonomo a imitazione del sistema nervoso autonomo della figura materna. Il neonato preferisce entrare in risonanza con un cervello maturo, ma si adatterà alle condizioni presenti, quali che siano.

 

  1. il prolungato contatto fisico (SSC, sustained skin contact) con la figura materna favorisce stili di attaccamento sicuro specialmente in neonati sottopeso, imposta la regolazione termica nel corpo del neonato, e favorisce i processi di digestione assorbimento ed eliminazione.

 

  1. il cuore del neonato è un organo costituito da tre cavità , e ha bisogno di un anno o più per arrivare alla formazione definitiva di un organo costituito da quattro cavità. In questa fase anche lo sviluppo cardiovascolare è un momento critico dello sviluppo, ed è influenzato, tanto quanto il cervello,       dal contatto affettuoso e dalla tenerezza della figura materna.

 

 

L’attaccamento è la base della Regulation Theory, la Teoria della regolazione affettiva.

 

  1. l’attaccamento è un istintivo processo organico di dare e ricevere affetto.

 

  1. spinge il bambino a ricercare la vicinanza con la madre (o caregiver) su cui riversare il proprio affetto e stabilire una comunicazione di amore reciproco.

 

  1. migliora la sopravvivenza:
    1. prossimità significa protezione (il bambino, per i primi tre mesi, è particolarmente

     sensibile al pericolo e alla paura)

    1. gli stati emotivi del bambino vengono metabolizzati tramite il cuore e il cervello

     adulto della madre (o altra figura materna). Analogamente, il cervello del  

     bambino può metabolizzare i più sofisticati stati emotivi del caregiver. Quando il

     neonato metabolizza continuamente gli stati emotivi immaturi o incontrollati della  

     persona che lo accudisce, come la depressione, il bambino rischia di sviluppare nel

     corso della vita una insufficiente capacità sia di autonomia sia di buone relazioni

     sociali. Alcuni ricercatori (Michel Odent) la hanno definita come ‘inadeguata

     capacità di amare’.

    1. i due cervelli (gli emisferi destri), i due cuori e i due corpi metabolizzano le condizioni di stress o di felicità dell’altro. Questo processo, che è bi-direzionale, si chiama ‘risonanza’. Il meccanismo di questo processo riguarda prima di tutto il senso del tatto, la vista, l’udito e l’odorato a distanza ravvicinata.
    2. è necessario sostenere e alleviare lo stress della madre (o caregiver) perché ciò dona stabilità al cervello del bambino, alla pressione del sangue e al sistema cardiovascolare..
    3. in questa fase, il neonato impara due tipi di auto-regolazione. Il primo, ovviamente, riguarda la vita di relazione. L’altro tipo di auto-regolazione che il neonato impara nello stesso periodo invece riguarda l’autonomia. Egli impara ad essere autonomo in quei periodi in cui spontaneamente ritira l’attenzione dal mondo esterno e dalle persone che si occupano di lui. Segue il proprio mondo interiore che nei primi sei anni di vita subisce profonde trasformazioni.

 

  1. ripetute esperienze si codificano in una memoria implicita (talvolta chiamata imprinting) come una forma di aspettativa sia nell’amigdala (che è il centro della paura attivo nel terzo trimestre e soprattutto per i primi tre mesi dopo la nascita), sia nella struttura del cuore e in generale nell’emisfero destro.
    1. il neonato deve ricordare in futuro e agire “come se”. Talvolta è chiamata ‘teoria dell’aspettativa’. Il bambino legge le espressioni del volto, i gesti delle mani, il tono di voce, e i movimenti del corpo della madre (o caregiver) e risponde emotivamente per ottenere soddisfazione ai suoi bisogni.
    2. Tutta questa attività relazionale di base avviene nella fase pre-verbale della vita. Non si ha un richiamo cosciente di questa memoria implicita, quindi questa si manifesta in seguito in comportamenti prevalentemente inconsci, in particolare in situazioni di proiezione e di transfert (mi hai fatto questo, è tutta colpa tua, ecc.).
    3. Quando si accudisce un neonato naturalmente accade che si invadano i suoi confini. Nessuno è perfetto. Secondo Winnicott, una madre può essere solo ‘abbastanza brava’, non esiste la madre perfetta. Perciò il segreto per un sano stile di attaccamento sicuro sta nel modo in cui la madre, quando succede, sa risolvere la rottura nella comunicazione con onestà e umiltà, per esempio scusandosi invece di cercare di dimenticare. Questo è valido per tutta la vita.
    4. Dal momento che un neonato non è razionale, deve far sentire alla madre le proprie emozioni per mezzo del comportamento, della voce e dei gesti. È       essenziale essere in sintonia e rispondere adeguatamente a queste manifestazioni emotive, altrimenti questi tratti non-verbali vengono esagerati e persistono per tutta la vita in forme aberranti per ottenere soddisfazione ai propri bisogni.

 

  1. l’attaccamento si forma generalmente entro i primi 7-18 mesi dopo la nascita. Sono necessarie numerose esperienze in questo periodo perché si crei, nella fisiologia del cervello, del cuore e del corpo, un automatismo di risposta allo stimolo esterno.

 

  1. quasi tutti i neonati arrivano all’attaccamento.  

 

  1. l’attaccamento si crea soltanto con poche persone.      

 

  1. in sintesi, lo stile di attaccamento comporta specifiche variazioni nell’organizzazione del comportamento, della funzione cerebrale, dello sviluppo cardiovascolare e dello sviluppo corporeo del bambino, variazioni che costituiscono la base per stabilire in futuro un equilibrio tra l’auto-regolazione dell’autonomia e l’autoregolazione della vita di relazione .

 

 

Quattro stili di attaccamento:

 

  1. attaccamento sicuro:
    1. i genitori rappresentano un porto e una base sicura
    2. sono sensibili ai segnali del bambino
    3. sono emotivamente disponibili e rispondono adeguatamente al loro bambino
    4. riescono a percepire molti dei bisogni del bambino, imperfettamente.
    5. Sono notevolmente efficaci nel venire incontro ai suoi bisogni
    6. Le interazioni sono di collaborazione e sintonia (parole, gesti, espressioni del viso sono in sintonia con quelli del bambino)
    7. Essere in sintonia significa che il momento di impegnarsi, il momento di disimpegnarsi e di ritornare a impegnarsi si presentano con un ritmo lento.
    8. Assetto del sistema nervoso autonomo: in seguito, nel corso della vita, la persona è stabile in condizioni normali, capace di auto-regolarsi e di essere consapevole quando è agitata, ed è capace di scelte interiori diverse per trovare la risposta appropriata. La risposta è adeguata allo stimolo.
    9. Aspettativa: il mondo e le altre persone possono generalmente soddisfare i miei bisogni

 

  1. attaccamento insicuro/evitante:
  2. i genitori adottano un modo di fare emotivamente distante e presentano comportamenti di trascuratezza e di rifiuto.
  3. sono poco disponibili emotivamente, relativamente insensibili allo stato mentale del bambino, non si accorgono di richieste di aiuto, quando se ne accorgono sono inefficaci nel prestare aiuto, presentano un basso livello di sintonia con le manifestazioni emotive (per es. nell’adulto il modo di parlare non si accorda con l’espressione del viso).
  4. Assetto del sistema nervoso autonomo: in seguito nel corso della vita, la persona è soggetta a stati di lotta-o-fuga e ad attacchi di panico. Sconnessione cronica della funzione reciproca del SNA – sia il sistema simpatico sia il parasimpatico sono spesso iperattivi, e in modo relativamente inconscio.
  5. Aspettativa: i tentativi di comunicare sono inutili. Scarsa fiducia nel successo e più limitata ricerca di vicinanza, con una maggiore distanza dagli altri e da se stesso.
  6. Impara a rinunciare e a desistere dall’agire (almeno in superficie).

 

  1. attaccamento ambivalente (resistente):
  2. i genitori sono ben poco disponibili, poco sensibili, percettivi o efficaci.
  3. I genitori sono a volte invasivi (anche se non generalmente ostili)
  4. Sono troppo presi nel proprio stato mentale e non si rendono conto dei bisogni del loro bambino
  5. Assetto del sistema nervoso autonomo: in seguito nel corso della vita, c’è una tendenza cronica a stati di allarme e di ansia. Periodi di sconnessione del SNA. La vita è considerata imprevedibile e incerta, e c’è la tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi.
  6. Aspettativa: il mondo è un enigma e può essere invadente o può ignorarti in qualsiasi momento; incertezza; si avverte il bisogno di conforto senza sentirsi confortati.

 

  1. attaccamento disorganizzato/disorientato (famiglie non a rischio):
  2. i genitori esprimono una comunicazione paradossale: per es., vieni qui e vattene.
  3. I comportamenti dei genitori comprendono comportamenti di paura, disorientamento o minaccia davanti al bambino o verso di lui..
  4. Il comportamento dei genitori è fonte di timore e disorientamento.
  5. Compare in molte famiglie in cui non si vedono abusi fisici e/o abuso di sostanze, ma fino all’80% dei bambini formano questo tipo di attaccamento in famiglie ad alto rischio in cui sono presenti ex tossicodipendenti o figli di attaccamenti disorganizzati divenuti a loro volta genitori.
  6. Assetto del sistema nervoso autonomo: in seguito nel corso della vita, compaiono comportamenti cronici di “gelo” o dissociazione. Il SNA perde la sua funzione reciproca e si crea una separazione o dissociazione. Sia il sistema simpatico sia il parasimpatico sono cronicamente iperattivi per sentirsi tranquilli.
  7. Aspettativa: oddio! Non si è mai sicuri! Aumenta l’aggressività verso se stessi e verso gli altri.

 

 

Funzionamento dissociato, non reciproco, del Sistema Nervoso Autonomo

 

 

  1. la difficoltà dell’attaccamento, in particolare i tipi 2 e 4, porta ad una iperattivazione sia del sistema nervoso simpatico (si pensi all’incompleto sviluppo del tronco cerebrale e del sistema limbico) sia del parasimpatico (si pensi al cuore e allo sviluppo incompleto delle cavità cardiache). La difficoltà dell’adattamento in questo modo fa sì che il sistema nervoso parasimpatico (SNP) diventi il principale metodo a cui il bambino ricorre per calmasi e stabilizzarsi, ritirandosi e auto-isolandosi. Inoltre in questa situazione il sistema parasimpatico stimola il sistema oppioide endogeno a inondare continuamente il cervello, il cuore e il corpo. Per il neonato si tratta di una strategia di sopravvivenza. Il bambino distorce lo sviluppo del proprio cervello e del cuore per prendersi cura della madre. Significa anche che il neonato riconosce ad un livello fisiologico e istintivo l’incapacità della madre (o della figura materna) di stabilire una relazione di accudimento e sa anche che il bambino deve prendersi cura di sé emotivamente anche prendendosi cura della madre. Tutto ciò avviene ad un livello pre-verbale.

 

  1. il neonato comincia a metabolizzare la difficoltà emotiva della madre attraverso una complessa serie di interazioni, detta risonanza, tra i loro due emisferi destri che sono reciprocamente interconnessi. Il sistema corticolimbico, il cuore e l’intero corpo del neonato stanno elaborando efficacemente gli stati di stress della madre. Su questa base si sviluppa una immagine corporea distorta, un senso di vergogna, una limitata capacità di amare, una perdita di intimità, comportamenti aggressivi, difficoltà di apprendimento e infine la dissociazione – l’ultima risorsa del sistema nervoso parasimpatico, un mondo privato in cui nessuno può entrare.

 

  1. la dissociazione non è assolutamente compresa nella nostra cultura ed è assolutamente rifiutata. Non è così in molte altre culture in cui è considerata la fase di incubazione di un sogno di guarigione. La dissociazione contemporanea è un tentativo per liberarsi della cultura e tornare in relazione con il mondo naturale e la sua divinità. Alcuni casi di dissociazione grave richiedono di essere prima stabilizzati e poi riconnessi col mondo naturale.

 

 

Circuiti tegumentali dorsale e laterale

 

  1. queste due vie cortico-limbiche sono in relazione con tendenze motivazionali dell’emisfero destro e dell’emisfero sinistro del cervello. Sono vie che hanno origine nel tronco cerebrale e si estendono fino a raggiungere la corteccia orbitofrontale. Compaiono precocemente nello sviluppo embrionale.

 

  1. queste due vie cominciano a svilupparsi nell’embrione verso la fine della terza settimana dopo il concepimento. Poiché vi è una grande quantità di neuroni sensoriali che si differenziano in questi due circuiti a 28 giorni dal concepimento, si può dire che tendenze motivazionali e comportamentali possono rimanere indelebilmente impresse, imprinted, nell’embrione.

 

  1. le tendenze motivazionali e comportamentali hanno a che fare con la tendenza dell’emisfero destro ad essere più ricettivo e capace di autoregolazione in fatto di Il flusso di informazioni su questo lato destro comprende rappresentazioni spaziali e contestuali quali quelle descritte precedentemente nella corteccia insulare. Esso provvede a risvegliare l’attenzione e ad elaborare la memoria in risposta a situazioni nuove e favorisce tanto la spontaneità quanto la considerazione del futuro. Questo flusso dorsale di informazioni è fortemente influenzato dal corpo stesso, in particolare dal ramo parasimpatico del sistema nervoso autonomo, dal sistema viscerale e da tutti i muscoli lisci. Il nervo Vago è lateralizzato a destra. Quindi l’emisfero destro è il nostro monitor per quanto riguarda l’autonomia, una specie di felt sense, di sensazione profondamente sentita, dell’intera condizione interna del corpo in ogni momento in cui siamo vivi.

 

  1. l’emisfero sinistro tende ad essere più assertivo e a governare l’impegno attivo e la relazione con gli altri nel nostro mondo. Ha una predisposizione per i dettagli degli oggetti della sua consapevolezza nel mondo e per le gradazioni di “stretto monitoraggio” del comportamento verso il mondo. Quindi, quando questo stretto monitoraggio viene a mancare, si incorre facilmente in comportamenti aberranti. Diventa troppo debole.

 

  1. un circuito è chiamato via dorsale, ed è predominante nel lato destro del cervello. Il suo principale neuro-trasmettitore è la dopamina. L’altro circuito è chiamato via ventrale, ed è dominante nel lato sinistro. Il suo principale neuro-trasmettitore è la norepinefrina.

 

 

 

Accensione dell’Amigdala, condizionamento a ripetere e insufficiente completamento del ciclo Gelo-Disgelo

 

  1. nell’ultimo trimestre della gravidanza e nei primi tre mesi dopo la nascita, l’amigdala è la parte più attiva del cervello infantile. È il nucleo fondamentale del sistema cortico-limbico. La conseguenza costante, sull’amigdala e sul sistema cortico-limbico in genere, del difetto di attaccamento è l’accensione, (kindling). Significa che l’amigdala genera in continuazione uno stato di paura con i relativi effetti sul cervello e sul corpo. La amigdala è sensibile principalmente alla paura, che è il suo attivatore, per così dire.

 

  1. la sequenza degli eventi nel difetto di attaccamento e il processo per cui essi distorcono il normale sviluppo, si chiama imprinting. L’ imprinting è il meccanismo per cui il cervello infantile ricorda, nel corso della vita, che cosa è necessario fare per ottenere soddisfazione dei bisogni fondamentali. È la cosiddetta memoria implicita. Il cervello infantile viene condizionato ad essere perpetuamente sovra-stimolato o sotto-stimolato. La persona che si prende cura del bambino e il bambino non sanno normalmente rispondere reciprocamente l’uno allo stato emotivo dell’altro (i gesti delle mani, le espressioni del viso, il tono della voce, il contatto fisico, i movimenti del corpo, ecc.). C’è una cronica incapacità ad entrare in risonanza, a gestire insieme o ad abbassare i rispettivi stati emotivi. Pertanto c’è un’incapacità del sistema nervoso autonomo a completare il ciclo di gelo-disgelo e arrivare ad una profonda sensazione di gioia.

 

  1. la condizione di gelo, di “blocco”, quando il sistema nervoso è dissociato, significa che il sistema simpatico è attivo e allo stesso tempo il sistema parasimpatico porta a bloccarsi e a ritrarsi, perché l’amigdala è iperattiva. Quando i due rami funzionano normalmente in modo coordinato e reciproco, il sistema nervoso autonomo dovrebbe attraversare un ciclo di “disgelo” in cui il sistema simpatico scatta e vibra allo scopo di esaurire e dissipare la precedente risposta di “blocco” o “gelo” del sistema parasimpatico. Questa attività di fascicolazione-tremore ristabilisce il funzionamento reciproco del sistema nervoso autonomo. Ma, quando si ha una difficoltà di attaccamento, questo risultato è sempre più difficile da ottenere. Quindi il simpatico cercherà sollievo tramite comportamenti aberranti, aggressività, attività estreme, ed eccessiva stimolazione in genere. Immaginate un cuore e un cervello costantemente sottoposti ad un “colpo di frusta”. Tutto questo si produce in un periodo pre-verbale della vita, senza nessun ricordo consapevole delle cause.

 

 

Sviluppo dell’emisfero destro:

il Giro cingolato e la corteccia orbitofrontale.

 

 

 

  1. la parte destra del cervello è l’ elemento fondamentale del sistema nervoso centrale che incomincia a svilupparsi tre mesi prima della nascita e completa la prima fase principale di sviluppo tra 24 e 36 mesi dopo la nascita. L’infanzia, quindi, è orientata prevalentemente allo sviluppo affettivo o emotivo. Va ricordato che anche il cuore subisce una transizione in questo periodo, da organo costituito da tre cavità a quattro cavità.

 

  1. il giro cingolato crea il passaggio e la distribuzione delle informazioni dall’amigdala e dal talamo verso l’ipotalamo e la corteccia prefrontale anteriore. È una struttura mediana della corteccia prefrontale del sistema corticolimbico ed è spesso danneggiata in bambini con ADD (disturbi dell’attenzione e iperattività). Diviene attiva fra i 3 e i 6 mesi dopo la nascita.

 

  1. la corteccia orbitofrontale anteriore (OFC), quando abbia ricevuto esperienze di attaccamento positive, è in grado di auto-regolare le emozioni coscientemente. Spesso è chiamata “il centro di controllo esecutivo” del cervello. Significa che è capace di mantenere l’attenzione su un oggetto della consapevolezza (la mamma) e valutarne la potenziale pericolosità o valutare e scegliere accuratamente la risposta adeguata. Quanto più l’attaccamento di un bambino è disturbato, tanto più è probabile che la sua corteccia orbitofrontale anteriore (OFC) non sia connessa in modo appropriato, e di conseguenza il suo normale stile di risposta sarà tanto più limitato. Questa situazione porta a fraintendere le informazioni provenienti dall’ambiente circostante e la reazione non è adeguata allo stimolo. È interessante notare che questo stesso centro è particolarmente attivo in persone che hanno una lunga consuetudine di meditazione, ed è quindi il centro a cui riferire equanimità e pace interiore. Diventa attivo 10 mesi dopo la nascita.

 

  1. lo sviluppo pre- e perinatale dell’emisfero destro si svolge in una fase preverbale. I principali canali di comunicazione tra l’emisfero destro della madre e l’emisfero destro del bambino sono il contatto oculare, il prolungato contatto fisico, il tono della voce, i movimenti del corpo e i gesti. Come abbiamo già detto, sia il bambino sia la madre hanno la capacità di metabolizzare lo stato di eccitazione o di calma del sistema nervoso dell’altro.

 

  1. il neonato è condizionato a prendersi cura prima di tutto della madre a spese del suo proprio benessere. Da una parte questa capacità è la base dell’empatia e della compassione. Tuttavia, nei disturbi dell’attaccamento, questa diviene una abilità di sopravvivenza per calmare il proprio cuore ma è anche il presupposto di una inadeguata capacità affettiva nella vita futura. È proprio attraverso questa qualità di attenzione e questa capacità di metabolizzare lo stato emotivo della madre che il bambino garantisce la propria sicurezza e benessere. Su questa base si verificano situazioni di transfert e contro-transfert in tutte le relazioni adulte.

 

 

L’insula o corteccia insulare

 

 

  1. recenti ricerche hanno mostrato che la corteccia insulare, che è una parte della corteccia orbitofrontale e quindi del sistema corticolimbico, è capace di interpretare l’intenzione del contatto della madre. Di solito il bambino trascorre lunghi periodi di tempo in stretto contatto fisico con la madre (o altra figura materna). Il neonato legge il sistema nervoso autonomo della madre tramite la risposta galvanica della pelle. Attraverso il contatto della pelle il bambino sente anche il ritmo del cuore e del respiro.

 

  1. la ricerca indica che alcune grosse fibre della pelle mandano rapidamente segnali elettrici alla corteccia somatosensoriale del cervello che raccoglie informazioni relative al contatto e alla pressione. Le sottili fibre lente che connettono la corteccia insulare, comunicano il contesto emotivo del contatto. I due tipi di fibre si accendono contemporaneamente e il cervello combina le informazioni relative al contesto emotivo, fondendole nella ricchezza dell’esperienza cinestetica.

 

  1. le fibre lente cominciano a funzionare fin dai primi momenti di vita e sono state osservate nel terzo trimestre della gravidanza. Le fibre veloci si sviluppano più lentamente e dopo la nascita. Quindi, i neonati possono percepire l’affetto del contatto di un genitore ancor prima di riuscire a percepire il contatto stesso.

 

  1. questo sistema di nervi che funzionano contestualmente continua a funzionare per tutta la vita e ha a che fare con gli aspetti emotivi del contatto ma anche con il piacere del contatto. La corteccia insulare può essere danneggiata nel neonato dalle difficoltà dell’attaccamento. Ciò significa che nella vita futura il contatto fisico, anche se nutriente e positivo, può venire frainteso e sentito come  penoso o pericoloso. Questo può spiegare perché tanti clienti di terapie manuali sentano acutizzarsi i loro sintomi fisici come il dolore o le reazioni comportamentali come irritazione e rabbia, o anche i fenomeni di dissociazione.

 

 

Oscillazione e malattia cronica

 

 

Oscillazione è il termine usato per descrivere uno stato, relativamente permanente, del sistema nervoso autonomo di adattamento alla mancanza di reciprocità del simpatico e del parasimpatico. Oscillazione significa che il sistema nervoso autonomo non riesce ad auto-regolarsi poiché le due parti del sistema sono attive contemporaneamente. Ciò causa una incapacità del sistema immunitario neuro-endocrino a riequilibrarsi dopo un processo di cambiamento come una circostanza traumatica. Processi infiammatori cronici scatenati nel sistema immunitario creano una serie di problemi metabolici a catena, specialmente nel sistema muscolo-scheletrico e nel sistema digestivo. Quando un neonato si trova costantemente in uno stato di oscillazione, come in alcuni tipi di difficoltà di attaccamento, questa è una sicura premessa per processi patologici nella vita futura, al livello metabolico, psicologico e fisiologico.

 

 

Relazione cliente-terapista

 

 

  1. la relazione cliente-terapista è assolutamente analoga alla relazione tra il neonato e la figura materna.. Gli stessi meccanismi che servono a metabolizzare gli stati di stress dell’altra persona si verificano nelle relazioni adulte. L’operatore passa la maggior parte del tempo di un trattamento ad osservare con attenzione il proprio corpo.

 

  1. quando lavora con i neonati e i bambini, il terapista deve essere continuamente in contatto con l’amore incondizionato, e lo stesso vale con gli adulti. Può essere quel felt sense, quella sensazione profondamente sentita, di gioia felicità o benessere, ecc. Da un punto di vista biodinamico questo inizia con la percezione cosciente della Respirazione Primaria e della potenza della quiete nel proprio sé, prima di percepire la stessa cosa nel cliente. Il felt sense dell’amore può manifestarsi semplicemente sotto forma di diversi livelli o gradi di calore nel corpo.

 

  1. il contatto viene letto dalla parte dell’emisfero destro relativa al contesto, la corteccia insulare, e può produrre o non produrre una struttura capace di percepire il contatto affettuoso nella vita futura.

 

  1. porre l’attenzione sulla madre quanto più possibile. È il cervello della madre che plasma il cervello del bambino. Porre l’attenzione sul cuore e l’addome del bambino. Immaginate che le vostre mani e le braccia siano come un cordone ombelicale.

 

  1. da un punto di vista clinico, l’attenzione va posta sulla necessità di rallentare l’attività del sistema nervoso simpatico e orientarsi ad uno stillpoint ogni volta che sia possibile, tanto con un adulto quanto con un bambino. Il feto e il neonato si sviluppano internamente nel contesto di un lento ritmo endogeno. La complessità del processo di crescita e di sviluppo richiede periodi di rallentamento e di pausa per raggiungere la coerenza necessaria tra i diversi sistemi del corpo. Questo si può ottenere grazie all’abilità del terapista di rallentare e acquietare il proprio stato mentale e fisico. Come conseguenza, l’emisfero destro del cliente, bambino o adulto, può allora incominciare a entrare in risonanza con il ritmo lento dell’emisfero destro del terapista.

 

  1. dal momento che tanta parte della difficoltà di attaccamento è pre-verbale, il cliente bambino-adulto non ha memoria cosciente di quegli eventi come ho già ricordato varie volte. L’ambiente uterino e materno è iscritto nel suo cuore, nel suo corpo e nel suo cervello nella forma di aspettative di com’è il mondo, e porta di conseguenza a sviluppare determinati comportamenti per ottenere soddisfazione dei propri bisogni. Nella vita futura, per ottenere risposta ad un bisogno, una persona con problemi di attaccamento deve riuscire a far sentire all’altra persona le proprie sensazioni – in particolare la rabbia. Per esempio, mi può capitare di provare rabbia per un comportamento di mia moglie finché non mi rendo conto che lei sta cercando, inconsciamente, di farmi sentire ciò che lei sente, perché non è in grado di tradurlo in parole. Lo stesso accade con i bambini. Di conseguenza, per sanare i problemi di attaccamento, è importante la necessità di una accurata risposta verbale.

 

  1. per finire, il singolo fattore più importante per sanare i problemi di attaccamento è l’amore.