Il confine del Sé nel craniosacrale

di Leonarda Majaron

Il test ICoS (Indice del Confine del Sé), è uno strumento semiproiettivo messo a punto da Loretta Sapora (psicoterapeuta specializzata in psicosomatica e psicodiagnostica) e pubblicato nel 2006; inizialmente applicato in psicologia clinica e nella ricerca, si è rivelato nel tempo decisamente utile anche in altri ambiti legati a trattamenti di tipo psicofisiologico (come la riabilitazione visiva) ed in generale a mediazione corporea.
Attraverso il lavoro immaginario sul vissuto del proprio confine, il test permette di risalire al rapporto tra le diverse parti interne, e quindi allo stile di gestione del rapporto mondo interno/mondo esterno (evidenziando la qualità delle relazioni significative).
La somministrazione del test il “Confine del Sé” nelle sessioni di craniosacrale  mi ha dato molte soddisfazioni.
Ho notato che il portare le persone a visualizzare una struttura immaginaria, che identifica il proprio modo di relazionarsi a persone e cose, le aiuta ad avere più consapevolezza dello schema delle dinamiche che stanno vivendo. Il test è uno strumento che offre la possibilità di considerare modalità alternative di risposta alle situazioni che si affrontano quotidianamente. Una possibilità considerata dai fruitori stessi del test come migliorativa della qualità di vita.
Come operatore di craniosacrale ho la possibilità di confrontare il confine da loro scelto con il tipo di sistema che si presenta all’ascolto. La maggior parte delle volte si verifica un’identificazione molto precisa: il sistema si esprime in modo simile alla struttura cosiddetta “di prima scelta”, indicando le zone di restrizione dove portare lo spazio necessario e vitale.

Un altro vantaggio è che sapendo quale potrebbe essere la tappa successiva per il cliente (ossia il confine che il cliente intravede come più vantaggioso) ho uno strumento in più di valutazione e di lavoro.

Come operatore posso percepire la quantità di spazio che il cliente può introdurre nel suo sistema senza incorrere in momenti di smarrimento, anche pesanti, che lo potrebbero allontanare dalla tecnica.

Modalità di somministrazione
Il test lo somministro solitamente alla seconda  sessione. Lo propongo come uno strumento in grado di mostrare al cliente il lavoro da effettuare, ma anche come possibilità di auto-conoscenza rispetto ad un aspetto di sé che di solito non viene contattato.
Tutti hanno collaborato in modo curioso e tranquillo.

In genere chiedo al cliente un attimo di interiorizzazione per pensare al proprio confine come ad una struttura immaginaria che separa loro stessi da tutto il resto del mondo; poi dispongo sul tavolo le 7 carte  del test e chiedo di indicarmi quella che più rappresenta il proprio confine, così come è stato immaginato.

Da qui inizia una fase di elaborazione verbale attraverso le domande previste dall’apposito questionario per la somministrazione individuale. Questa è una parte integrante del test, che seguo mentre prendo veloci appunti.
Alla fine tolgo tutte le carte lasciando sul tavolo la seguente disposizione: la prima scelta, la peggiore e quella che secondo il cliente è la scelta migliore, ovvero la figura che intravedono essere la più vantaggiosa.

I clienti restano in silenzio ad osservare attentamente le carte scelte. La mia impressione è che solo lasciandoli osservare questo ordine loro realizzano cosa dovrebbero mettere in atto per migliorare/cambiare la situazione in cui si trovano, sia che si tratti di disagio fisico che emotivo.

A questo punto inizia la seconda fase: il confronto tra la struttura scelta e il modo di esprimersi del Sistema Craniosacrale del cliente.

Descrizione di un caso
A luglio Alessandro, 39 anni, si presenta nel mio studio dicendo che desiderava perdere peso (115kg). Oltre a quella che era ormai una necessità fisica, dichiarava anche l’assenza di emozioni in tutti i campi; eppure aveva una vita che si stava stabilizzando, aveva trovato da poco tempo una ragazza e le voleva bene. Il lavoro gli piaceva, anche se impegnativo e di responsabilità, ma non provava emozioni. Dichiarava di mangiare senza alcuna gioia … eccetto il salame. Il suo viso era veramente privo di qualsiasi espressione, e per di più diceva di non credere troppo in queste terapie. Aveva già provato tante diete e dietologi ed era stufo: perdeva peso per un po’ ma poi tornava regolarmente su e anche di più…
Il primo trattamento fu sorprendente, avevo chiesto ad Alessandro di evocare una risorsa e lui era subito partito per un viaggio incredibile. Passò da una scena all’altra con dovizia di particolari, parlava come da uno stato di trance (mentre io ero in contatto con la testa) e parlava talmente sottovoce che avevo difficoltà a sentirlo e a seguirlo considerata anche la velocità di esposizione.
Raccontò dell’immagine di una scala che scendeva, dove alla fine vi erano due porte bianche chiuse. Era indeciso su quale porta aprire, una volta entrato aveva visto una stanza tutta bianca.
Alla fine del trattamento Alessandro era distrutto, era come una medusa tolta dal suo ambiente acquatico e depositata su un sasso al sole.

Somministrazione del test
Alessandro aveva continuato a ritornare con particolare precisione ai suoi appuntamenti settimanali, dicendo spesso: “Non so cosa mi fa, ma sento che mi fa bene”. La situazione a quel punto oscillava tra una settimana di benessere ed una in cui si scatenava tanta rabbia. E’ stato allora che ho pensato di proporgli il test.
In genere propongo il test con queste parole: “Prima di iniziare oggi ti chiedo un minuto per stare con te stesso, lasciare che la tua attenzione si rivolga all’interno per sentire come percepisci in questo momento la tua vita, la relazione con te stesso e con il resto del mondo nelle diverse situazioni quotidiane”.
Alessandro aprì gli occhi e, portando la sua attenzione alle figure, scelse Corteccia. Lo descrisse come un confine costituito da vetro elastico, trasparente, vuoto e grosso, ampio 1 metro e alto come un corrimano.
Trama era secondo lui il confine migliore, mentre era proprio Corteccia il peggiore, e come confine più efficiente scelse Macchia.
A quel punto disposi davanti a lui solo le tre carte scelte:
Corteccia, la prima scelta; Trama, la migliore; e nuovamente Corteccia, come la peggiore.
Mentre Alessandro le osservava, ribadivo a voce alta i concetti che esprimevano le carte e gli chiesi se riconosceva le sue scelte, ossia se rispecchiavano il suo modo di essere. Alessandro mi sciorinò la sua versione e sembrava riconoscersi molto bene suo malgrado. Sembrava come “ancorato”… era consapevole di essere intrappolato, avrebbe avuto bisogno di aprirsi e fidarsi delle persone con cui entrava in relazione, ma non ci riusciva perchè aveva una cattiva opinione di tutti. Alessandro poi riconobbe che in realtà non ci riusciva neanche con se stesso. Ecco che vedeva in Macchia il confine più efficiente in quanto era un buon compromesso per ammorbidirsi.

Sessione di craniosacrale
Nella prima sessione dopo il test il sistema si mostrò veramente ristretto, tanto che Alessandro andava più volte in apnea respiratoria e la zona toracica si evidenziava come molto adesa.
All’appuntamento successivo Alessandro mi raccontò di aver avuto esplosioni di rabbia, collera e odio, ma anche momenti in cui provava amore. Mentre raccontava Alessandro diceva un sacco di parolacce, di cui se ne rendeva conto e si scusava, ma non riusciva a farne a meno. Erano emozioni veramente forti. Alessandro mi comunicò poi la decisione di non fumare più (fumava parecchio).
Nelle settimane successive accaddero eventi molto significativi e forti. Un giorno, per esempio, Alessandro era andato sette volte al bagno con scariche maleodoranti che lui stesso aveva identificato come una purificazione. In un’altra settimana si era verificata per alcuni giorni una febbricola di 37°, una diminuzione di pressione e un’altalenanza tra momenti di stanchezza e di grande nervosismo.
Durante una sessione Alessandro ricordò un parente morto quando lui era un ragazzino. Quella era stata per lui l’ultima volta che aveva pianto e si era intenerito.

Riappropriandosi delle sue emozioni, Alessandro aveva iniziato a dedicarsi al cibo con più attenzione e cura. Aveva deciso un programma alimentare e stava continuando imperterrito a non fumare! Tutto questo gli stava dando una grande forza.

Dopo nove sedute rifacciamo il test
Alessandro come prima scelta prende proprio Macchia (dice di non ricordarsi le scelte della volta precedente), lo “vede” come un confine molto piccolo (cm10x10 circa) che sta dentro di lui all’altezza del cuore!
Come confine peggiore identifica Corteccia (la prima scelta della volta precedente). Come confine migliore sceglie Corteccia Lacerata, e come figura di confine eccellente sceglie Trama di cui dice: “Non ho paura delle cose piccole ma di quelle grandi”.
In quella sessione, vista la posizione del suo confine, abbiamo deciso di lavorare sulla zona del cuore. All’inizio Alessandro avverte tachicardia, ma decidiamo di continuare a lavorare portando consapevolezza. Invito Alessandro a prendersi cura di questa zona, portando lì la sua attenzione e il suo respiro. Questo lo ha subito aiutato e il sistema è entrato in uno stato di tensione bilanciata da cui è ripartito, meno flebile e più integrato, mostrandomi un punto d’inerzia a livello dell’ombelico. Allora chiedo ad Alessandro se è d’accordo di lavorare sulle dinamiche che ruotano intorno al suo ombelico, relative alla nascita piuttosto che al cordone ombelicale. Il Sistema manifesta subito un forte bisogno di connessione tra ombelico e cuore che dà molto rilassamento. Nei giorni successivi al trattamento Alessandro sente che quelle zone trattengono qualcosa e che solo prendendosene cura riesce a stare meglio e ad abbassare immediatamente quello stato d’ansia che a volte lo sorprende.
“Dopo il lavoro sulla nascita e le dinamiche ombelicali – dichiara Alessandro – sono più determinato, non parlo più la notte e nelle relazioni ho bisogno di risposte chiare”. Si è ricordato diversi aspetti della sua infanzia: che sognava un grosso bruco grigio e viola, che aveva paura delle forbici e che la mamma si arrabbiava molto col papà.
Nelle sessioni successive Alessandro si rilassa molto profondamente e dopo un grosso rilascio il sistema permette l’espressione di una bellissima marea lunga.
Nel complesso oggi Alessandro si sente molto meglio, è scomparsa anche la tosse stizzosa che lo accompagnava sempre, si sente molto più stabile ed equilibrato, riesce a relazionarsi mantenendo uno stato di calma e a prendere decisioni. Dice che lo aiuta molto ripensare al suo modo di percepire il confine di sé, e di come sarebbe la vita se adottasse il confine più vantaggioso.
Una grande risorsa è diventata anche il respiro, più presente e consapevole. Il peso sta scendendo, anche se molto lentamente.
Così il suo sistema è ancora oscillante tra momenti di integrazione e momenti in cui si manifestano varie fluttuazioni laterali e fulcri d’inerzia.
Alessandro comunque è deciso a continuare, sente che questo lavoro gli sta facendo ritrovare la gioia di vivere che aveva perso, e che può e vuole ancora migliorare.

Ho tante altre testimonianze che potrebbero essere condivise di cui magari parlerò in un prossimo articolo. Ringrazio tantissimo la dott.ssa Loretta Sapora per aver messo a punto con il lavoro di anni di sperimentazione questo valido strumento di valutazione e crescita, ringrazio Maderu Pincione per averlo introdotto nel campo della disciplina craniosacrale e invito tutti gli Operatori a servirsi di questo strumento che potrà essere d’aiuto anche per validare sperimentazioni cliniche.

Leonarda Majaron
Iscritta all ‘Albo professionale dell ‘Istituto Terapie Cranio Sacrali (ITCS), al Registro degli Operatori dell ‘A.CS.I. (ROICS) e al Craniosacral Therapy Educational Trust di Londra. Laureata in Farmacia, diplomata in Fitoterapia, ha conseguito, (tra i primi in Italia e Usa) il diploma di Operatore qualificato in Penna Luminosa (cromopuntura) con il Dr. Robert Hasinger. Ha completato la sua formazione frequentando corsi di Reiki, Pranic Healing, Bioenergetica, Anatomia Esperienziale, Tecniche respiratorie, Master avanzato in Biodinamica Craniosacrale con Michael Kern. Viene regolarmente invitata a tenere Conferenze presso prestigiose Istituzioni. È operatrice CranioSacrale Biodinamica presso il suo studio a Trieste e docente nella Formazione di tale tecnica per l’ Associazione Regionale B.C.S. di Trieste di cui è presidente.

Leggi articolo di Loretta Sapora sul Confine del Sè

(tratto dalla rivista Craniosacrale.it n. 0/2010)