Tansu e Terapia Craniosacrale Biodinamica

Due pratiche complementari di ascolto profondo

 

La condivisione nel Tansu è un tentativo “multi-linguistico”, in cui il nostro stile comunicativo attraversa la gamma che va dal linguaggio verbale alla sottile percezione del silenzioso fluire interno. Sebbene la pratica del Tansu non si prefigge obiettivi o punti di arrivo, in modo da approfondire l’empatia, possiamo anche ingaggiare un “dialogo con” il nostro partner, piuttosto che imporgli il monologo del nostro “fare”.

Quando ascoltiamo profondamente, con tutto il nostro essere, percepiamo che l’altro è un intelligente essere fluido e vibrante, che si manifesta in una “confezione” davvero unica.

Il “dialogo somatico” è uno scambio continuo d’informazioni tra i movimenti fluidi interni del corpo e le esplorazioni che si manifestano all’esterno, uno scambio di guarigione tra operatore e ricevente.

Quando condividiamo una sessione di Tansu, spesso teniamo il nostro partner tra le braccia, con un leggero contatto con l’occipite e il sacro tramite le nostre gambe, gli avambracci o le mani. Il contenimento nella “culla” del Tansu supporta l’approfondimento della consapevolezza dei movimenti reali o archetipici nel fluido/acqua in cui siamo avvolti.

Come operatori, impariamo a percepire il corpo della persona che stiamo tenendo tra le braccia come un processo organico e simile alle onde, piuttosto che una struttura oggettiva fissa con una limitata e prevedibile anatomia. Anche il ricevente può accedere a un nuovo livello di percezione sensibile del proprio sistema corporeo, omni-direzionale, resiliente e adattabile.

Imparare ad accedere a questo livello più profondo del nostro corpo interno potenzia la consapevolezza, man mano che il ricevente si apre alle eterne potenzialità della salute che sempre pulsa, in un continuo fluire sottostante alle modalità abituali.
I due punti del sacro e dell’occipite diventano il compasso iniziale che orienta il nostro ascolto e in seguito le nostre azioni nella pratica del Tansu. Tra i due punti scorre l’eterna possibilità senza fine.

Nella prima posizione del Tansu (la culla) la parte posteriore del corpo del nostro partner viene contenuta in un leggero abbraccio che richiama il motivo dell’embrione nell’utero. Entro il supporto integrato della culla è come se si ritornasse allo stato embrionale, uno stato di innovazione e di nuove possibilità.

All’inizio l’embrione fluttua nel bagno cosmico dell’utero e le cellule sono per la maggior parte indifferenziate. Le cellule indifferenziate hanno l’ampia possibilità di diventare “ciò di cui ha bisogno il corpo” in quel momento della sua crescita. Le cellule indifferenziate possono diventare le cellule del cervello, del cuore o del fegato… e così via.

Nel tempo, molte delle nostre cellule si allontanano da questa adattabilità espansa e assumono ruoli differenziati.
Nella culla del Tansu, sperimentiamo noi stessi fuori da questi pattern prevedibili e utilitaristici (sia fisicamente che mentalmente) ed entriamo in un profondo rigenerativo stato di pienezza. Riacquisiamo molto del nostro potenziale adattivo, quando nuove informazioni che provengono da una ampia gamma di sorgenti vibratorie, prima non percepibili, tornano a re-informare l’intero bio-sistema di nuove possibilità. In un certo senso noi attiviamo ancora e ancora il “potenziale indifferenziato” del nostro bio-sistema.
Il confort e la vicinanza della culla genera una risposta parasimpatetica del sistema nervoso, che a sua volta evoca sensazioni di fiducia e dà al ricevente la possibilità di abbandonarsi al mistero guaritore del fluire.

La comunicazione non-verbale coltivata nello scambio del Tansu tra i partner è vasta e ampia e ha il potenziale di andare oltre il “ruolo” dell’identità personale.

Gli operatori craniosacrali biodinamici hanno riscontrato che il contenimento della culla del Tansu, unito ad un contatto sensibile, evoca una naturale consapevolezza della respirazione primaria, così come il profondo potenziale per uno still point. Nel Tansu esiste il potenziale per sperimentare la quiete (stillness) che trascende la nostra prevedibile dimensione spazio-temporale.

Questa quiete (stillness), riferita nel Craniosacrale Biodinamico come “Marea Lunga”, è un profondo nutrimento per l’intero bio-sistema. In questo stato, il bio-sistema “ri-organizza” se stesso non solo ai fini di un funzionamento ottimale e altamente efficiente, ma anche per la fioritura del piacere. E’ questo vasto piacere, pieno di pace, dell’esperienza della “Marea Lunga” che amplifica il suo potenziale nutritivo. In questo stato di fiducia, i vecchi pattern possono essere rilasciati e il biosistema si ri-orienta verso la sua naturale inclinazione all’interezza e alla salute.

Nella pratica sensibile del Tansu e della terapia Craniosacrale Biodinamica abbiamo la possibilità di conoscere le sfumature del linguaggio non parlato del corpo e del cuore.

Il linguaggio del corpo, nelle sue pulsazioni e onde fluide, è sia primordiale che cosmico. E’ antico ed è il futuro. Ci fa atterrare nel “Qui ed Ora”. In modo simile alla terapia Craniosacrale Biodinamica, la nostra abilità di ascoltare profondamente e di essere semplicemente con le vocazioni del nostro corpo fluido, ci permette di comunicare più profondamente con il partner, e di conseguenza con la stessa vita nella sua interezza.
Il linguaggio del cuore è quello della coerenza. E’ accessibile quando siamo in grado di lasciar andare le nostre idee di giusto e sbagliato, di scioglierci nella percezione sentita dell’essere semplicemente con qualcun altro. E’ empatetico. E’ la nostra prima lingua. Non possiamo “imparare” questa lingua del cuore, poiché è già dentro di noi; possiamo semplicemente ricordare il suo tono morbido, naturale e di vera guarigione. Il semplice atto di essere con un’altra persona nello scambio del Tansu ci aiuta a richiamare questa lingua universale.

Lo spirito e la sorgente del Tansu è per lo più questa. La “direzione” del movimento che seguiamo si origina all’interno del movimento (spesso fluido) dell’utero che stiamo tenendo tra le braccia. Rallentiamo, respiriamo, rimaniamo fermi, ascoltiamo e perdiamo ogni aspettativa, in modo da sentire realmente il nostro partner nella sua umanità. Ed è solo allora che possiamo veramente seguire il movimento che emerge. Il movimento ininterrotto che segue è nato dalla risonanza di due persone coinvolte nello scambio. Seguire il movimento interno è un “dialogo somatico” del non-fare in presenza del non-sapere. E’ in questo fluire naturale che a due bio-intelligenze (sia quella dell’operatore che del ricevente) viene dato lo spazio per esprimersi, laddove si sa esattamente cosa “fare”, esattamente come orientarsi alla salute inerente, senza nessuna istruzione dell’ospite. In ultimo, i
l percorso del Tansu è quello della naturalezza e semplicità. Ognuno può sperimentarlo e godere del suo piacere. I movimenti della vita stanno accadendo al nostro interno in ogni momento, a prescindere del fatto che li notiamo o meno. I nostri corpi e i nostri cuori sono coinvolti in un processo di percezione del mondo che sta evolvendo intorno a noi, il mondo fluido al nostro interno che sta rispondendo in ogni momento. Quando percepiamo il fluire interno, prendiamo un maggior contatto con la nostra umanità e con quella degli altri. Possiamo percepire che oltre le personalità, le differenze di opinione e le sovrastrutture culturali, noi siamo prima di tutto esseri umani. Condividiamo un’eredità antica, una comunanza sacra e la grande speranza di una futura unità. Il flusso arriva dalla sorgente. Non siamo mai separati dalla sorgente. La condivisione del Tansu è una via, una di quelle molto piacevoli, per conoscere più intimamente la nostra connessione e il nostro potenziale futuro.

ateekasmilesmallAteeka è insegnante di yoga e fondatrice del metodo basato sul corpo fluido “Systemic Yoga and Tansu practioner”. Recentemente è diventata co-autrice di alcuni libri dedicati al Tansu: “A Yoga of the heart” e “Watsu Tansu Explore Flow”, scritti in collaborazione con Harold Dull e Fabrizio delle Piane. Nata in America e nomade di spirito, Ateeka vive in Sardegna e viaggia per il mondo per condividere la sua visione ed esperienza dello yoga, del tansu, del movimento, della respirazione e della meditazione. Collabora con l’Istituto Terapie CranioSacrali e con la cooperativa Somatica.