L’antico intestino intelligente, il cervello nella pancia

cervello nella pancia

Di Katherine Ukleja

Grazie a Katherine per questo studio sul cervello enterico. Un bel regalo di fine anno per tutti i nostri lettori, iscritti e abbonati. Maderu. Per conoscere Katherine https://www.katherineukleja.co.uk/

Il cervello intestinale è comunemente indicato come il secondo cervello. Invece, da una prospettiva evolutiva, è il nostro primo cervello. 635 milioni di anni fa, piccoli animali marini come il Trichoplax svilupparono una versione rudimentale del sistema nervoso enterico. Queste creature non hanno il sistema digestivo come lo intendiamo noi. Trichoplax è una fila di cellule, generalmente piatta, che scivola sul fondo del mare in cerca di cibo. Una volta che lo ha trovato digerisce il cibo esternamente e non internamente. La sua parte inferiore possiede una varietà di cellule in grado di percepire il cibo, muoversi verso di esso e secernere enzimi che lo digeriscono. Solo allora i nutrienti vengono assorbiti. Per noi ciò significherebbe come se l’intero processo digestivo fosse svolto dalle piante dei nostri piedi.Pasted Graphic.jpgPasted Graphic 1.jpg

Fonti:  https://en.wikipedia.org/wiki/Trichoplax – https://www.eurekalert.org/multimedia/905342

La struttura e la funzione di quelle cellule digestive sensoriali e secretomotorie sono rimaste sostanzialmente le stesse in molti stadi dell’evoluzione e ora si trovano nel nostro intestino lungo l’intera lunghezza del tratto gastro-intestinale (GI). Inoltre, alcune di queste cellule si comportano come macrofagi, svolgendo una funzione immunitaria di base, un’altra delle somiglianze con il nostro cervello intestinale.

Quindi, cos’è esattamente il cervello intestinale? Il problema è che, esattamente, non è niente. Siamo d’accordo sul fatto che il cervello nella nostra testa è l’enorme centro di elaborazione nella parte superiore del sistema nervoso centrale (SNC). Ma il termine “cervello intestinale” è usato per indicare il sistema nervoso enterico (ENS) o il microbiota o l’interfaccia tra i due. Io preferisco quest’ultima; sebbene l’enfasi in questo articolo sarà dedicata rete neurale enterica.

Vediamo l’asse intestino-cervello.

Questo “asse” si riferisce alla comunicazione bidirezionale tra il cervello della pancia e il cervello della testa. Esistono due principali vie di comunicazione, quella neurale e quella umorale. L’ENS comunica al cervello attraverso i nervi autonomi, principalmente il nervo vago, ma anche attraverso i nervi simpatici che raggiungono il cervello attraverso il midollo spinale.

Il microbioma produce ormoni e peptidi neuroattivi che circolano nel sangue e arrivano fino al cervello. Ora si comprende che i segnali chimici ed elettrici dall’intestino al cervello e viceversa, sono collegati a disturbi emotivi e comportamentali. Ecco perché ci interessa il cervello intestinale ed i molti modi in cui può influenzare la nostra funzione autonomica, immunitaria e psicologica. Dobbiamo capire dove si inserisce l’intestino con la fisiologia del trauma e la tanto lodata Teoria Polivagale.

Tuttavia, l’accento in campo “terapeutico” è stato posto sulla rete neurale che coordina le funzioni di orientamento, vocalizzazione, espressione facciale e deglutizione con la respirazione e la frequenza cardiaca. 
In altre parole, l’attenzione è stata posta sul controllo motorio delle strutture anatomiche che sono collettivamente conosciute come sistema di ingaggio sociale (Social Engagement System, SES). 
Il substrato neurale noto come complesso Vagale Ventrale (VVC) abbraccia il vago mielinizzato e i nervi motori brachiali, che arrivano fino ai muscoli del viso e della gola. 
Nella pratica “clinica” la priorità è data al miglioramento del tono vagale; vale a dire, la capacità del Nervo Vago di modulare la frequenza cardio-respiratoria e mantenere una sana variabilità della frequenza cardiaca (HRV). Ma il SES, come ogni altra parte del sistema nervoso, possiede un ramo motorio ed uno sensoriale. Il ramo sensoriale è stato ampiamente trascurato.

Questo articolo riguarda le sensazioni che sorgono all’interno del nostro corpo e che innescano risposte involontarie, che vengono, a loro volta, registrate dal nostro cervello a livello subconscio e hanno un impatto profondo su entrambi i rami motori del Nervo Vago, come scrive Porges:

“Le emozioni dipendono dalla comunicazione tra il sistema nervoso autonomo e il cervello: le afferenze viscerali trasmettono informazioni sullo stato fisiologico al cervello e sono fondamentali per l’esperienza sensoriale e psicologica delle emozioni, mentre i nervi cranici e il sistema nervoso simpatico sono l’output del cervello che fornire il controllo somatomotorio e visceromotorio dell’espressione delle emozioni.”

Porges, La teoria polivagale, 2011

La relazione intestino-cervello è la chiave di volta di questo percorso sensoriale. Comprende l’ENS che è collegato al SNC da entrambi i rami autonomi, il simpatico e il parasimpatico. 
Monitora i sottili cambiamenti fisiologici lungo l’intera lunghezza del tratto digestivo. Questi cambiamenti fisiologici sono innescati dal nostro ambiente sociale esterno. L’intestino risponde al senso di sicurezza ed a quello del pericolo prima che il nostro cervello possa valutarne una situazione. Questi cambiamenti intestinali sono gli elementi costitutivi delle emozioni e del comportamento istintivo.

Se il nostro cervello intestinale non funziona correttamente e diventa un “testimone inaffidabile” di ciò che sta accadendo intorno a noi, risponderemo in modo inappropriato ai segnali sociali e ambientali. 
Nei casi estremi, ciò porterà all’aggressività o al ritiro nell’isolamento. Da un punto di vista “terapeutico”, è importante prestare attenzione sia all’intestino che alle fibre motorie discendenti della VVC. In parole povere, dobbiamo prestare attenzione al vago sensoriale e ai suoi due rami motori. Di seguito esplorerò la rete di connessione che il Vago ha con la rete enterica ed il microbioma, i nervi simpatici e il CNS.
Cominciamo con il processore interno dell’intestino, l’ENS-SNE.

Il sistema nervoso enterico.

L’SNE è considerato un sistema nervoso indipendente che controlla e coordina la peristalsi, il flusso sanguigno, la secrezione e l’assorbimento per soddisfare le esigenze digestive dell’individuo. Il suo modo di funzionamento è analogo a quello del cervello. Questo cervello enterico assomiglia in molti modi al cervello della testa. A partire dal numero di neuroni, che è stimato tra 200 e 600 milioni. 

Si tratta di un numero almeno cinque volte superiore a quello del midollo spinale e di un numero considerevolmente maggiore di cellule nervose rispetto ai rami simpatico e parasimpatico del sistema nervoso autonomo messi insieme. Come il cervello, l’ENS contiene circuiti neurali integrativi che comprendono neuroni sensoriali, motoneuroni ed interneuroni. Produce neurotrasmettitori e neuropeptidi modulatori. È un tutto predisposto per gestire in modo indipendente la funzione digestiva, compresa la peristalsi, la secrezione e l’assorbimento, per stimolare la funzione immunitaria intestinale e interagire con il microbioma. Tuttavia, ci sono molti neuroni che causano semplicemente la contrazione della muscolatura liscia e il flusso dei succhi digestivi !

L’ENS è incorporato nella parete intestinale e corre lungo il tratto digestivo dall’esofago all’ano. I neuroni enterici sono raggruppati in migliaia di gangli situati in due plessi principali: il plesso mioenterico tra i muscoli longitudinali e circolari, ed i plessi sottomucosi tra lo strato interno del muscolo e l’epitelio della mucosa. I plessi comprendono gli interneuroni sensoriali, motori e gli interneuroni, che costituiscono i circuiti riflessi completi.

Queste reti neurali controllano la digestione, ma ciò che è di ulteriore interesse clinico è che svolgono anche una “sorveglianza” interna (interocezione o enterocezione) e  la riferiscono al cervello. 

L’enterocezione o interocezione inizia molto tempo fa nella nostra vita embrionale.

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Enterocezione ’insieme delle funzioni esplicate dai centri nervosi e d ai recettori per acquisire informazioni dagli organi interni cavi:
Entero o intero? vedi  https://www.craniosacrale.it/wikicraniosacrale/propriocezione-interocezione-e-il-sentire/ — https://it.wikipedia.org/wiki/Enterocezione

Intestino embrionale.

L’embriologia è spesso il nostro miglior insegnante di struttura e funzione e il sistema digestivo non ne fa eccezione. Il tubo intestinale primitivo, da cui ha origine il tratto gastrointestinale, si forma nell’endoderma, dal sacco vitellino del disco embrionale, a partire dalla terza settimana di gestazione. Il gesto della sua formazione è molto sorprendente ed è l’esatto opposto del tubo neurale. Il tubo intestinale, endotermico, inizia chiudendosi in alto e in basso, (bocca-ano) rimanendo completamente aperto al centro. Il tubo neurale, invece, si unisce al centro con aperture in alto e in basso. Il sacco vitellino si estende in avanti verso il trofoblasto della parete uterina nella regione della futura placenta. Man mano che lo sviluppo continua, si fonde con il peduncolo connettivo molto prima di diventare un cordone ombelicale, molto prima della formazione dei vasi sanguigni ombelicali. In questo modo, il tubo intestinale è in grado di ricevere informazioni nutrizionali e molecolari. Le “Molecole dell’Emozione”*, poeticamente chiamate da Candice Pert, passano dalla mamma all’embrione lungo questa connessione da pancia a pancia. La mia osservazione è quella che, questo percorso embrionale, si forma un “progetto” che rimane con noi per tutta la vita. Il nostro ventre molle è estremamente sensibile a ciò che accade intorno a noi. Agisce come il nostro radar emotivo. È specializzato in segnali emotivi. È un organo essenziale della neurocezione, un termine coniato da Stephen Porges per denotare la nostra capacità inconscia di rilevare la sicurezza e o la minaccia.

I mesenteri

Nel trattamento dell’intestino è necessario tenere conto anche delle capsule di tessuto connettivo degli organi addominali. Iniziando dallo sviluppo embrionale come un semplice peritoneo a doppio strato, chiamato mesentere dorsale e ventrale, queste membrane si piegano, si torcono e si ri-piegano mentre gli organi digestivi assumono le loro posizioni anatomiche. I mesenteri incapsulano e sospendono tutti gli organi in essi contenuti.

Hanno innervazione somatica fornita dai nervi spinali. La distensione o l’ischemia nella capsula verranno registrate come dolore attraverso diversi segmenti del midollo spinale. Questi segnali convergeranno con gli input nocicettivi guidati dal sistema simpatico provenienti dall’intestino. Nel tempo si verificherà una sensibilizzazione dei circuiti viscero-somatici che potrebbe presentarsi come dolore cronico alla parete del corpo o all’intestino.

Un altro aspetto è il fatto che le pieghe del mesentere convogliano tutti i nervi autonomici e somatici da e verso gli organi digestivi ed i vasi sanguigni. Quindi aderenze, tensioni e cambiamenti patologici nei mesenteri avranno un impatto sulla salute dell’intestino ma anche sull’asse intestino-cervello. In questo scenario, né il nervo vago né il nervo simpatico possono funzionare efficacemente come vie di neurocezione.

La linea mediana relazionale

Il cordone ombelicale ed eventualmente l’ombelico fungono da fulcro naturale per la motilità degli organi addominali. Da questo fulcro ombelicale entriamo e usciamo dalla connessione con gli altri lungo quella che ho definito una linea mediana relazionale, che si estende orizzontalmente, da davanti a dietro.

Questa è la linea mediana della nostra comune umanità. A differenza della linea mediana verticale e a quella cosiddetta “quantica”, questa connessione non è spirituale, ma appartiene piuttosto alla carne vivente, alla nostra natura animale. Dà un’altra dimensione alla nostra vita e ci colloca nel contesto del mondo naturale; sintonizzandoci con il regno sensuale e animato in cui abitiamo.

L’asse intestino-cervello

Esiste una complessa disposizione neurale dall’interno dell’intestino, attraverso le sue pareti e le sue capsule, che collega il tratto gastrointestinale al sistema nervoso autonomo e al sistema nervoso centrale. Esistono circuiti riflessi tra l’ENS e i gangli mesenterici simpatici che si ritiene svolgano un ruolo nella digestione. Tuttavia, con uno stress prolungato, queste fibre intestino-fughe manterranno l’intestino in modalità “lotta o fuga”, con un impatto negativo sulla digestione. Allo stesso tempo, il Nervo Vago della parete intestinale riferirà al cervello sulla fisiologia dell’eccitazione persistente nell’intestino e altererà le nostre emozioni e il nostro comportamento.

Il Vago monitorerà continuamente lo stato intestinale e invierà messaggi al tronco encefalico (nucleo solitario). Lì avvierà i circuiti riflessi vagali da entrambi i suoi nuclei motori. Questi riflessi si tradurranno in una miriade di cambiamenti fisiologici che vanno dalle variazioni della frequenza cardio-respiratoria all’aumento dell’attività immunitaria del pancreas e all’azione antinfiammatoria guidata dalle fibre sensoriali vagali. I nervi sensoriali simpatici contengono fibre nocicettive che rilevano danni ai tessuti o potenziali danni ai tessuti. Forniscono il percorso che va al cervello per il dolore viscerale che si manifesta nell’intestino.

Quando la funzione digestiva viene cronicamente interrotta da uno stress traumatico, l’intestino invia un messaggio di pericolo al cervello, anche in assenza di qualsiasi minaccia esterna immediata. In risposta, le parti più antiche del cervello avvieranno una cascata di cambiamenti fisiologici che influenzeranno negativamente il sonno, la regolazione della temperatura, la risposta immunitaria, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e quella di un apporto di ossigeno sufficiente al cervello per mantenere l’attenzione e la funzione cognitiva.

In quest’ottica è necessario prestare attenzione all’antico tubo endodermico che è il nostro intestino e contribuire a normalizzare le sue molteplici funzioni. In particolare, l’intestino deve essere ripristinato come testimone affidabile, in modo che i nostri sentimenti e istinti viscerali ci guidino saggiamente invece di intrappolarci in stati disadattivi in cui il sistema nervoso autonomo trino (Triune Brain, McLean)  è cronicamente fuori controllo.

Lavorare dal basso verso l’alto con l’asse intestino-cervello può fare la differenza per il benessere fisico e psicologico di un cliente. Ciò significa iniziare con il sistema nervoso periferico, in questo caso gli strati di neuroni enterici incorporati nella parete intestinale, quindi seguire la trasmissione delle informazioni neurali attraverso i nervi autonomi fino al vertice della gerarchia del nostro sistema nervoso centrale, cioè il cervello. 

Considero questo un prerequisito per normalizzare la funzione del complesso ventrale vagale e ripristinare la fluidità in tutti e tre i rami del sistema nervoso autonomo, in modo che i nostri clienti possano vivere la vita al massimo.

Katherine Ukleja 
Copyright

Riferimenti: Candice Pert ha coniato la frase “molecole di emozioni” vedi anche https://www.craniosacrale.it/blog/0dc-cranial-connections/

Desidero ringraziare sentitamente la nostra associazione, ACSI

per aver inviato Katherine Ukleja in Italia ed aver organizzato questo seminario: https://www.acsicraniosacrale.it/seminario-katherine-ukleja-2023/  , il che ci ha permesso un confronto di informazione e di ricerca.
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