Craniosacrale e sciamanesimo

Come sono connessi?
E dove ci conducono?

a cura di Francesca Romana Nascè

“Non ho un giudizio definitivo su me stesso e la mia vita. Non vi è nulla di cui mi senta veramente sicuro. Non ho convinzioni definitive, proprio di nulla. So solo che sono venuto al mondo e che esisto […] sul fondamento di qualche cosa che non conosco. Ma nonostante tutte le incertezze, sento una solidità alla base dell’esistenza e una continuità nel mio modo di essere” Carl Gustav Jung

Ho scritto quello che segue  perché ci sono sensazioni ed emozioni che sorgono nel nostro lavoro che non sono riconducibili alla “ratio”.

Mi sono sempre chiesta se questo aspetto crei la preoccupazione di discostarsi troppo da una visione della Biodinamica Craniosacrale legata al corpo, come se si tagliasse la connessione alla “terra” data dall’anatomia e fisiologia  e ci si perdesse in ambiti troppo metafisici e spirituali.

Eppure le dimensioni di anima e corpo si coniugano, si interfacciano e sono interdipendenti.

La paternità dello spazio dato all’esplorazione della parte “non visibile” di noi,  si ritrova anche nella componente mistica di Still e Sutherland, che l’hanno onorata nel loro lavoro e descritta con grande poeticità.

E’ questa parte invisibile che con il passare del tempo e l’intensificarsi della pratica sta catturando sempre di più la mia  attenzione.

L’anima è il vero grande mistero dell’essere e non può essere vista come una cosa del mondo e quindi indagata con il metodo proprio delle relazioni di causalità che ripetendosi creano la regola (vedi metodo scientifico).  E’ per definizione “unica e irripetibile”.

Considero la Biodinamica  Craniosacrale “un’arte sacra” e credo che anche noi siamo operatori dell’anima, così come lo sciamano è il maestro cerimoniale del sacro.

Da tutto ciò nascono le mie esperienze/ domande interiori e, perché no, anche quelle che porto verso l’esterno e che cercano un confronto.

Craniosacrale e sciamanesimo

Come sono connessi? E dove ci portano?

Mi piace iniziare proprio con la domanda: è possibile? Sono collegati?

Il nostro ruolo di facilitatori / testimoni può essere una trasposizione attuale della figura  dello sciamano?

Gli sciamani sono esseri rari e preziosi in questo nostro tempo…sono il collegamento tra il nostro” mondo di mezzo”, quello degli” inferi”, inteso come “interiore”, e quello “dell’alto”.

Gli Dei risiedono negli organi e li governano e gli dei nel tempo si sono trasformati in malattie nel corpo degli uomini a seguito della perdita dello” stato naturale”.

Nelle culture animistiche lo sciamano è colui che ripristina l’unione con l’Anima del mondo essendo in grado di viaggiare attraverso i tre stati e di dialogare con gli spiriti/Dei.

È possibile che ciò riguardi anche il nostro approccio?

Quando attendiamo, centrati sui nostri fulcri, nel sistema dell’altro il cambiamento olistico collegandoci con la risorsa primaria, il Respiro della Vita, forse che non mettiamo in collegamento la nostra parte animica con quella del nostro partner/ ricevente in un unico stato percettivo?

E l’espressione propria del cambiamento olistico con l’emergere degli eventuali fulcri d’inerzia e l’avvio dei processi di autoguarigione, non può essere considerato il voler mostrare del sistema corpo-mente i punti somatici dove è rimasta bloccata una parte dell’anima?

Portare l’attenzione ad un fulcro d’inerzia per liberarlo significa andare a recuperare parti di noi rimaste ferme in uno stato di coscienza legato al trauma e ricondurle al tutto.

Significa ricostituire l’interezza e l’unicità del sistema reintegrando l’energia originaria persa nella frammentazione propria della paura.

Il trauma determina uno shock che manda in frantumi l’unità psicofisica della persona minacciando la scintilla vitale.

Anche le neuroscienze, oggi, ci parlano di dissociazione in termini di frammenti di esperienza, di sensazioni corporee dissociate e di stati emotivi alterati.

Ma è proprio questa frammentazione che salva il nucleo vitale colpito dal trauma permettendo così  a soma e psiche di sopportare un’emozione altrimenti distruttiva.

E’ la relazione che si crea tra l’operatore e il ricevente a risolvere il trauma producendo un contatto tra anime basato sull’amore e nell’ambito biodinamico anche con la “sorgente” e con “l’essere” incarnati nel Respiro della Vita.

In modo paragonabile questo  accade nell’antica cerimonia del “recupero dell’anima” della tradizione sciamanica.

Lo sciamano si rivolge agli spiriti/dei che hanno catturato l’anima dialogando con loro e con la consapevolezza del proprio ruolo “attivo” e “di potere”…sicuramente differente da quello di semplice ”testimone” nella ricerca della neutralità efferente della biodinamica.

Eppure la profondità del livello in cui ci si trova e si opera ha molto in comune con la pratica sciamanica e quasi ci rende moderni apprendisti di antiche capacità animiche.

Entriamo nella a-spazialità e nella a-temporalità attraverso la connessione con la Quiete.

E in questo luogo “magico” possiamo vedere e sentire con gli organi fisici e con l’anima.

E ci scopriamo poetici nelle descrizioni, stupendocene.

È il contatto con il cuore…qui tutto è possibile…gli archetipi si mostrano e le rappresentazioni immaginali di ognuno prendono vita…

Nel flusso continuo delle maree ci viene indicato un fulcro… e lo possiamo osservare come un’interruzione innaturale ed un ingorgo fluidico che porta dolore…o come un” buco nero” del nostro universo personale.

Un passaggio verso un’altra materia all’interno della quale possiamo trovare altre parti di noi, abbandonate nella paura e che aspettano di essere riaccolte e riportate indietro…

Come sciamani utilizziamo metafore ed immagini nel dialogo con il corpo perché sappiamo che il racconto/mito è il modo di esprimersi dell’anima…quello che inconsciamente lei riconosce come vicino alla propria essenza.
Tutto allora diventa possibile e rappresentabile sul palcoscenico del Respiro della Vita.

E noi possiamo solo attendere e fidarci che il solo essere testimoni nella Quiete riporti quei frammenti di noi a casa a ricreare l’interezza e il collegamento con l’ Anima mundi.  È meraviglioso!

Francesca Romana Nascè

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