Indicazioni sul trattamento

“In questo campo il termine Terapia riguadagna il suo significato etimologico che deriva da Therapeia, l’antica parola greca che indica il prendersi cura, ovvero l’essere al servizio e che, nel suo significato originale non si riferisce alla malattia fisico-biologica, come avviene invece per il termine moderno di “terapia”; il verbo greco therapeuo indica infatti il servire così come l’assistere, l’essere presenti in ascolto.
Therapeuo: curo, sono servo, mi occupo, riguardo, rivolgo i pensieri, venero, assecondo, formo.
Therapeutes: il servitore, l’assistente, l’accompagnatore, insomma Therapeia è accompagnare la condizione umana nella sua esistenza. Come una guida alpina su un percorso di montagna, accompagna chi non conosce il cammino, e con le sue qualità di conoscenza del territorio e di esperienza, può far scoprire e infondere fiducia a chi si inoltra per la prima volta in un ambiente sconosciuto. Il territorio somatico è ancora un’ambiente inesplorato, la ricerca continua…”
Maderu Pincione, introduzione dal libro Terapia Craniosacrale Biodinamica di Michael J. Shea

Per l’operatore in primo piano non c’è il nome della malattia, ma le modificazioni strutturali individuali e le cause che hanno portato a queste. In questo senso, nel cranio sacrale non s’insegnano tecniche per determinate malattie, ma al centro dell’interesse c’è la conciliazione della funzione e della disfunzione, perché nell’allievo si desti la comprensione per i fattori e i processi che portano alla salute e alla malattia. In questo modo l’operatore può scegliere i modi opportuni di avvicinarsi allo specifico paziente, comunicando coi tessuti corporei e comprendendo la specifica insorgenza dei sintomi della malattia. In questo modo, in due pazienti con esattamente la stessa denominazione della malattia può aver luogo un trattamento completamente diverso.

Si tratta esplicitamente di questo: non viene curata alcuna malattia, ma vengono curate le persone. Liberando la struttura dei diversi tessuti corporei dalle tensioni ai livelli più svariati, rimovendo disfunzioni e ripristinando le proprie forze di guarigione, è possibile una guarigione e un miglioramento di quasi tutte le espressioni della malattia.

Nelle modificazioni irreversibili si può ottenere almeno un miglioramento delle possibilità di compensazione del corpo. Nelle malformazioni congenite e acquisite, come carcinomi, ulcere, etc., le possibilità di cura sono limitate e dovrebbero essere sempre compiute in relazione con altre terapie e in accordo coi medici specialisti di turno.

Dette possibilità di trattamento debbono essere interpretate solo come uno stimolo e dovrebbero essere sempre eseguite in collaborazione con un altro specialista. Un’anamnesi e una visita dettagliate dovrebbero sempre precedere ogni trattamento, per poter riconoscere i corrispondenti disturbi che sono alla base e valutare la loro importanza per l’intero organismo e la sintomatologia.

Ogni trattamento è estremamente individuale; si adatta, per esempio, alla natura del disturbo, alla specifica richiesta del paziente, alla sua età, alle sue condizioni psichiche e al suo stile di vita

Questa é una lista di alcune delle diverse condizioni che possono rispondere favorevolmente ai trattamenti: allergie, artriti, asma, autismo, bronchiti, coliche, condizioni di stress, depressioni, disturbi visivi, dislessia, disordini della mandibola e  della articolazione  temporo-mandibolare, difficoltà di apprendimento, disordini nervosi, dolori di schiena, dolori mestruali, dolori muscolari e distorsioni, esaurimenti, fatica cronica, iperattività dei bambini, insonnia, mal di testa o emicranie di qualunque causa e origine, problemi emotivi, reumatismi, sciatica, sinusiti, scoliosi e problemi spinali, traumi post-trattamenti dentali, traumi della nascita, traumi e colpi di frusta.

Per bambini e neonati




Una delle gioie del trattamento dei bambini e dei neonati é che tendono a rispondere molto bene ai trattamenti e le reazioni sono molto più veloci di quelle degli adulti. Molti problemi come coliche, problemi di deglutizione e suzione, difficoltà respiratorie, insonnia o irritabilità, possono derivare dal passaggio, spesso traumatico, attraverso il processo della nascita.  Il trattamento dei bambini può aiutare a risolvere questi problemi.

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Infezioni febbrili acute
Accanto a tutte le altre misure necessarie, con l’aiuto della tecnica CV – 4 è possibile velocizzare altre tecniche di fluttuazione e tecniche di pompaggio linfatico e ridurre la temperatura corporea.
Nelle infezioni croniche recidivanti è necessario normalizzare i disturbi strutturali che sono ogni volta alla base, per garantire che il libero scorrimento del liquido e il drenaggio, con un conseguente miglioramento del rifornimento e della rimozione dei metaboliti dei tessuti interessati. Inoltre giocano un ruolo importante l’alimentazione e la cura come pure l’attivazione degli organi escretori.

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Apoplessia
Nelle prime settimane dopo un ictus apoplettico non si dovrebbe eseguire alcun trattamento craniosacrale, a causa del rischio di ulteriori emorragie. Un trattamento craniosacrale è indicato in seguito, per Caiutare la rigenerazione, come pure per migliorare la circolazione dei liquidi e il drenaggio nel cervello.
Tecniche: CV – 4 e altre tecniche di fluttuazione, nonché tecniche per la normalizzazione di restrizioni strutturali.

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Asma bronchiale
L’asma è un evento multifattoriale con influssi genetici e psichici. Dal punto di vista craniale possono essere coinvolte le seguenti strutture:

  • Forame giugulare: il nervo vago innerva i bronchi
  • La 2a fino alla 6a vertebra toracica e il relativo paio di costole: davanti alle estremità delle costole si trovano i gangli simpatici, che innervano i bronchi. I disturbi della base del cranio e delle suddette vertebre toraciche e delle paia di costole possono danneggiare la secrezione dei bronchi e il loro movimento
  • Osso palatino, sfenoide, osso mascellare con azione sul ganglio sfenopalatino: soprattutto le disfunzioni dell’estensione e l’azione di forza traumatica possono danneggiare questo ganglio. La conseguenza è un cattivo funzionamento delle mucose e quindi un ridotto riscaldamento, una ridotta umettazione e pulizia dell’aria inspirata
  • Tensioni dell’ingresso toracico e del diaframma: i movimenti del liquido e soprattutto del deflusso linfatico possono essere danneggiati da queste strutture
  • Una limitazione del movimento delle ossa del volto e dello sfenoide porta a un ridotto drenaggio in quest’area, favorendo rinite, sinusite e asma. Il trattamento delle strutture suddette o interessate, tenendo conto dei fattori psichici, sono le basi per un esito di guarigione positivo.

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Anomalie del morso e disturbi dell’articolazione della mandibola
Diverse cause possono portare a disturbi dell’articolazione della mandibola e del morso, per esempio modificazioni nella SSB dovute a traumi del parto o a incidenti (con conseguenti posizioni asimmetriche della mandibola), disturbi dell’osso temporale, interventi di chirurgia dentaria,estrazioni, tensione psichica con ipertonia della muscolatura masticatoria: Un’indagine diagnostica differenziata di tutto il corpo, dell’articolazione mandibolare e della base cranica è il presupposto per un trattamento efficace. Il trattamento comprende la normalizzazione delle strutture interessate e delle cause che sono alla base, per esempio la SSB, l’osso temporale, la mandibola, la muscolatura masticatoria, la muscolatura intraorale, l’articolazione atlanto – occipitale, il complesso mascellare, l’articolazione ileosacrale, le compo- nenti psichiche, l’alimentazione.

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Depressioni
Generalmente le depressioni si accompagnano a una forte compressione della base cranica. Annullando la compressione della SSB, dell’articolazione atlanto – occipitale e della L5/S1, le disfunzioni dell’osso temporale come pure le ulteriori disfunzioni primarie, spesso le depressioni possono migliorare efficacemente

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Glaucoma
L’alleggerimento e il drenaggio dei ristagni venosi, soprattutto con la soluzione della sutura petrosfenoidale, della sutura occipito – mastoidea e col trattamento dell’osso lacrimale, possono agevolare il trattamento.

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Iperattività del bambino
La base strutturale per l’origine tanto di questo disturbo quanto delle difficoltà di apprendimento va spesso ricercata nei traumi del parto e della prima infanzia. Probabilmente queste sintomatologie potrebbero essere in gran parte evitate sottoponendo il neonato a cura craniosacrale. Le tecniche più importanti: trattamento della SSB, dei collegamenti suturali delle ossa temporali e , se necessario, la soluzione delle compressioni dell’articolazione atlanto – occipitale e del canale lombosacrale. In questo quadro sintomatico, l’alimentazione è un fattore da non trascurare. Si consiglia un’alimentazione ricca di vegetali crudi, con pochi cibi e bevande contenenti zucchero. L’ambiente psicosociale del bambino dovrebbe essere ugualmente integrato nel trattamento.

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Cataratta
Lo sviluppo di una cataratta può essere eventualmente rallentato attraverso la soluzione delle strutture orbitali, in particolar modo della sutura frontomascellare e dell’articolazione atlanto – occipitale. Anche l’alimentazione ha una parte straordinariamente grande.

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Emicrania e cefalee
E’ un evento multifattoriale.In questa sede, le diverse forme di cefalea, le varie cause, i cambiamenti strutturali che sono alla base e le corrispondenti possibilità di cura sono trattati soltanto per accenni e in modo molto incompleto. Dal punto di vista craniosacrale possono essere coinvolte le seguenti strutture:

  • Tensioni della dura madre, che si ripercuotono sui grandi vasi venosi e sui vasi sanguigni arteriosi, come per esempio l’arteria meningea media. Tra l’altro, le conseguenze sono edemi cerebrali, infiammazioni, tensioni muscolari riflesse sulla nuca, etc.
  • Disfunzioni della SSB con blocchi della sutura sfenosquamosa, occipitomastoidea, petrogiugulare, petrosfenoidale
  • Occipite e osso temporale: sul forame giugulare, il nervo vago può essere esposto a tensioni della membrana durale e il può essere ostacolato, con la conseguenza di nausea, vertigini, vomito. Sulla parete anteriore del vertice della rocca petrosa dell’osso temporale si trova un infossamento poco profondo per il ganglio trigemino. Il nervo trigemino rifornisce notevolmente il volto e la fronte, nonché la dura madre intracranica
  • Parte superiore della colonna cervicale e tensioni della muscolatura della nuca: l’innervazione sensibi- le di una parte del cranio e della dura madre passa attraverso i primi tre nervi cervicali
  • Tensioni della muscolatura masticatoria. Soprattutto il muscolo temporale, comprimendo la sutura sfenosquamosa, può provocare dolori
  • La muscolatura ioidea con la sua influenza sulla vena giugulare. Le arterie sono molto più sensibili dei vasi al dolore; seguono poi i grandi seni. I piccoli seni e le vene sono meno sensibili di tutti al dolore. I vasi sanguigni del capo sono riforniti pregangliarmente dalla C8 alla T3, dal ganglio stellato (attraverso l’arteria vertebrale) e dal ganglio cervicale superiore (attraverso l’arteria carotide interna ed esterna). Anche le innervazioni parasimpatiche sono distribuite irregolarmente , per esempio attraverso il nervo facciale. Non di rado, sulla sutura parietosquamosa, l’arteria meningea media è esposta a tensioni che possono portare a cefalee
  • Le strutture viscerali del torace o dell’apparato digerente (attraverso i collegamenti fasciali col tubercolo faringeo dell’occipite)

Il trattamento di queste strutture e di tutte le altre disfunzioni che sono alla base può avere un’influenza molto positiva sull’emicrania e sulle cefalee. Naturalmente si dovrebbero chiarire tutte le altre possibili cause, regolare le tensioni psichiche, eliminare i focolai ed eventualmente effettuare una consulenza alimentare. Tecniche che si possono eseguire: CV – 4, distensione atlanto – occipitale, trattamento della SSB, sbloccamento della sutura occipitomastoidea, tecniche di distensione della membrana durale intracranica, soluzione delle contrazioni della muscolatura della nuca e della muscolatura ioidea.

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Infiammazioni croniche dell’orecchio medio
L’orecchio medio ha una forma simile a un seno nasale. Un terzo della tuba uditiva, le sue parti ossee laterali, sono in genere continuamente aperte, mentre i due terzi mediali si aprono e si chiudono a ogni deglutizione o sbadiglio. Normalmente, le secrezioni vengono trasportate dall’orecchio medio nella faringe attraverso la tuba uditiva.
Nelle disfunzioni, il lume può restringersi nella parte cartilaginea della tuba uditiva. Successivamente c’è un drenaggio ridotto e si giunge all’elevata predisposizione alle infezioni nell’o- recchio medio. Anche qui, oltre al corrispondente trattamento del tutto, si devono trattare soprattutto l’osso temporale, la tromba di Eustachio e l’articolazione mascellare.

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Malattie psicosomatiche e disturbi delle funzioni viscerali
In genere, i trattamenti craniosacrali possono avere un’influenza molto buona su questi disturbi. L’influsso del sistema nervoso vegetativo è molto importante. Si dovrebbe correggere il forame giugulare. La tecnica CV – 4 aiuta ad armonizzare il sistema nervoso vegetativo.
Devono essere normalizzate anche le strutture fasciali degli organi interessati. Normalizzando le tensioni strutturali errate, le posizioni sbagliate e la restrizione fasciale, come pure divenendo consapevoli e integrando emozioni ed esperienze inconsce/non rimosse che sono alla base (che si manifestano e si ritrovano nella struttura del tessuto) si crea il fondamento per una guarigione complessiva. L’alimentazione, il consumo di alcolici, lo stile di vita, l’attività fisica, le condizioni di vita e di lavoro del paziente hanno un’influenza altrettanto grande sulla guarigione. Generalmente, nei tumori e nelle malformazioni, in relazione a tutte le altre misure mediche necessa- rie, si può soltanto rallentare il decorso o eseguire una cura complementare oppure supplementare.

Pilorospasmo nei bambini
In genere è interessato il nervo vago nel forame giugulare. In questi casi sono indicate tecniche per la soluzione delle tensioni nel forame giugulare e nella sutura occipitomastoidea. In ogni caso, questa regione dovrebbe essere presa in esame anche nei disturbi gastrici e nelle ulcere duodenali degli anni successivi.Più raramente anche il diaframma è coinvolto causalmente assieme al dotto cervico – toracico.

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Traumi da colpo di frusta
I traumi da colpo di frusta reagiscono bene alle terapie craniosacrali. Ricordate: fino a tre mesi dopo un colpo di frusta cervicale bisogna fare attenzione praticando il rilassamento atlanto – occipitale, poiché non si può escludere che spunti il dente della 2a vertebra cervicale. Oltre alla colonna cervicale, è assolutamente necessario esaminare anche le strutture corporee al di sopra e al di sotto di questa e le altre strutture lontane, poiché al trauma non era esposta soltanto la colonna cervicale, ma l’intero paziente. Gli effetti sulla colonna toracica e su quella lombare, sull’osso sacro e sul bacino, sui muscoli paravertebrali, sui legamenti, sulle fasce, sui nervi, sui vasi, come pure sul cranio con le membrane intracraniche, i vasi cerebrali, il forame giugulare e il sistema nervoso, etc., sono imprevedibili.
Una trazione delle cervicali é indicata e sarà più efficace se sarà associato a un “unwinding” della colonna cervicale.
Spesso, in un colpo di frusta, anche il sacro viene fissato al bacino e il suo delicato movimento craniosacrale è limitato. Inoltre, possono presentarsi altre disfunzioni, disfunzioni sacroiliache o lombosacrali uni- o bilaterali, nonché disfunzioni della sinfisi, con conseguente limitazione della mobilità delle gambe, del dorso e del capo. La soluzione del blocco dell’articolazione ileosacrale, dell’articolazione Clombosacrale e delle altre articolazioni è di fondamentale importanza per curare i colpi di frusta.

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Dolori cronici
Le tecniche craniosacrali sono molto indicate per i dolori cronici: CV – 4, tecniche di conduzione dell’energia, tecniche di rilassamento del tessuto, “unwinding” e mobilizzazione delle parti interessate. S La soluzione delle disfunzioni che sono alla base è il presupposto per liberarsi a lunga scadenza dai dolori.

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Disturbi visivi
Generalmente, si dovrebbero sempre esaminare e curare le seguenti strutture:

  • I collegamenti ossei dell’orbita e l’orbita nell’insieme
  • Lo sfenoide e la SSB (in virtù dei punti d’inserzione dei muscoli oculomotori) e le aperture sullo sfenoide per i nervi ottici e i nervi dei muscoli oculomotori
  • Le membrane durali intracraniche (soprattutto il tentorio del cervelletto), poiché i nervi dei muscoli oculomotori corrono lungo essi. Il nervo abducente è particolarmente predisposto, poiché corre al di sotto del legamento sfenopetroso del tentorio ed è collegato a esso attraverso fibre
  • L’occipite e l’atlante
  • Eventualmente l’osso temporale, in virtù dell’inserzione del tentorio su quest’osso

Indicazioni oftalmologiche adatte sono:

  • Astigmatismo, strabismo
  • Disturbi dell’accomodazione e strabismo nei bambini
  • Infiammazioni delle strutture dell’occhio
  • Miopia: generalmente lo sfenoide si trova in estensione, cosicché l’orbita è ingrandita nel suo diametro longitudinale. Il trattamento mira a ridurre l’orbita e il bulbo nel loro diametro longitudinale
  • Presbiopia: in genere lo sfenoide si trova in flessione, cosicché l’orbita è ridotta nel suo diametro longitudinale. Il trattamento mira ad allungare l’orbita e il bulbo nel loro diametro longitudinale. In ogni caso, nella presbiopia e nella miopia, il trattamento craniosacrale dovrebbe essere effettuata insieme a esercizi di ortottica e a un training ottico
  • Nistagmo: questo può essere provocato da una pluralità di fattori. Magoun menziona un sovraeccitamento del nervo vestibolococleare, che è collegato coi nervi encefalici terzo, quarto e sesto. Egli riconduce in parte ciò a disturbi nella regione della parte condilare e della sutura petrosfenoidale. Spesso le distensioni della dura madre possono apportare un miglioramento.

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Sinusite cronica
Strutture coinvolte: osso frontale, etmoide, sfenoide e osso palatino, mascella e vomere (osso zigomatico e osso temporale), come pure i tessuti molli interessati, per esempio la muscolatura ioidea e le strutture arteriovenose (arteria carotide comune, vena giugulare interna) e nervose (ganglio pterigopalatino, nervo trigemino). Il trattamento mira a sciogliere tutte le restrizioni ossee e muscolofasciali e a garantire un libero fluire del liquido e un libero drenaggio in quest’area.

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Scoliosi
Dal punto di vista medico, oltre il 90% di tutte le scoliosi è idiopatico. Non di rado le cause sono traumi da parto all’articolazione atlanto – occipitale, all’occipite e alla SSB. Anche le disfunzioni primarie o secondarie dell’osso sacro e dell’osso iliaco o una vera differenza della lunghezza delle gambe, come pure interventi di chirurgia dentaria, apparecchi protesici, disturbi degli organi, etc., possono rappresentare la causa principale. Tecniche possibili: trattamento della SSB, delle superfici dell’articolazione atlanto – occipitale e di tutte le strutture e le disfunzioni primarie che sono alla base.

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Tinnito e ipoacusia
Vi sono buone possibilità di un miglioramento fino alla scomparsa della sintomatologia, purché le cellule sensoriali nell’organo dell’udito e dello equilibrio siano ancora intatte. Altrimenti, in genere, si può soltanto arrestare il decorso della sintomatologia. Prima viene trattato il tinnito, più grandi sono le possibilità di successo.
Le cause del tinnito sono molte. A prescindere da disfunzioni strutturali, sembra che spesso anche lo stress sia coinvolto nel provocare il tinnito. Le tensioni psichiche possono portare al tinnito attraverso le inserzioni muscolari sull’osso temporale. Un motivo importante è legato alle condizioni della tuba uditiva. Una disfunzione dell’osso temporale in rotazione interna porta a un restringimento della parte cartilagi- nea della tuba uditiva e crea un tono alto. Una disfunzione dell’osso temporale in rotazione esterna la tuba aperta e crea un tono auricolare. Probabilmente questo tono è causato dal flusso del sangue nell’arteria carotide interna nel suo piegarsi creato nella rocca petrosa. Soltanto una sottile lamina ossea la separa dall’orecchio interno, cosicché, nelle modificazioni strutturali in quest’area può svilupparsi un tinnito. Allo stesso modo, le tensioni della dura madre nel meato uditivo interno possono danneggiare il nervo vestibolare del nervo vestibolococleare, con conseguenti disturbi uditivi. Le tecniche da scegliere sono tutte le tecniche per l’osso temporale, compresi il trattamento dell’articolazione mandibolare, la soluzione dei collegamenti suturali dell’osso temporale e la tecnica della tromba di Eustachio. (Il trattamento con aghi del Dü 19 e il trattamento dei disturbi renali o epatici secondo la medicina cinese possono agevolare la cura craniosacrale)

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Distorsioni, lussazioni e fratture
Le tecniche più importanti sono la CV – 4, le tecniche di direzionne dei fluidi, l'”unwinding ” locale e le tecniche di rilassamento del tessuto, secondo le tecniche descritte nel capitolo. Nelle fratture si devono dapprima effettuare tutti gli esami e le cure mediche necessari. Successivamente, però, le tecniche “Fluid Drive” e la CV – 4 possono accelerare la rigenerazione del tessuto colpito.

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Attacchi di ischemia cerebrale
Tecniche: tecnica di rilassamento del diaframma sull’apertura toracica superiore, soluzione delle tensioni della muscolatura ioidea, soprattutto del muscolo omoioideo, della muscolatura della nuca e del muscolo sternocleidomastoideo, trattamento della SSB e delle membrane intracraniche (specialmente la tecnica di sollevamento dell’osso parietale), nonché, inoltre, la soluzione di tutte le altre disfunzioni.
A seconda della causa di fondo per il disturbo dell’irrorazione sanguigna del cervello, devono essere messi in atto consigli riguardo all’alimentazione e altre misure di medicina naturale. In ogni caso, è consigliata un’ulteriore chiarificazione di uno specialista.

Altre malattie che rispondono al trattamento craniosacrale:

  • Malattie dell’apparato respiratorio: infettive, virali, allergiche, acute e croniche, tosse, insufficienza respiratoria, enfisema, tracheite, faringite, rinofaringite, angina tonsillare, laringite, raucedine funzionale, rinite
  • Disturbi endocrini: ipofisi, tiroide, ovaie
  • Paresi facciali nonché altre sintomatologie dei nervi cranici
  • Disturbi delle articolazioni: artrosi, artrite, mal di schiena, lombalgia, sciatalgia
  • Disturbi ginecologici: amenorrea, dismenorrea, disturbi della menopausa, stasi nella piccola pelvi, dolori durante l’atto sessuale
  • Disturbi cardiaci e dei vasi sanguigni: ipertonia, ipotonia,aritmia, palpitazione, bradicardia, tachicardia, emorroidi
  • Disturbi del sonno
  • Vertigini
  • Miglioramento del volume della voce nei cantanti professionisti
  • Disturbi digestivi: nausea, eruttazione, disturbi epatici, disturbi della cistifellea, stitichezza, diarrea, colite, enterite, gastrite, ernia iatale