La relazione terapeutica con il cliente

di Su Fox

Una guida pratica dedicata gli operatori di medicine complementari e discipline BioNaturali che esplora gli elementi chiave della relazione con il cliente, per portare consapevolezza, professionalità  e competenza, nel contesto terapeutico.

“Il canto degli uccelli è un cinguettio di silenzio meditativo. Restituito da rami colmi di frullio, e io sono quiete,
veramente in quiete, in una luce filosofica. Sono tutt’orecchi nella mia voliera sulla riva.
Il mio respiro è disposto a verità da sussurrare da
invisibilità nascoste e la sacralità con cui
avventurosi piccoli uccelli vivono sempre…
(Douglas Dunn, “The Year’s Afternoon”, 2000, p.3)

Ascolto
Chi parla in questa poesia si sta prendendo tre ore di tregua dalla vita ordinaria, dai suoi programmi, dalle sue pretese, da qualche parte tra gli alberi e i prati. E’ così in quiete che “sprofonda come una lenta radice”. Descrive il rimanere in ascolto, pienamente consapevole e completamente presente, perché la verità si dispieghi. Quanto spesso noi ascoltiamo veramente le nostre voci interiori, il silenzio imprigionato nel rumore intorno a noi, le verità nascoste? Quanto spesso noi davvero ascoltiamo un’altra persona quando parla? Nelle conversazioni di tutti i giorni le nostre menti corrono volendo fare domande, aggiungendo quel nostro tocco in più alla storia, esprimendo accordo o disaccordo. Metà della nostra attenzione è nelle parole che stiamo sentendo e l’altra metà è nelle nostre risposte. Interviene l’aspettativa di rispondere velocemente, per tenere la palla in aria, per evitare che il dialogo tentenni. Uno degli esercizi base di ascolto, spesso usato nei corsi di formazione, prevede due persone in coppia, una che parla mentre l’altra semplicemente ascolta senza rispondere. Forse riuscite a ricordare la prima volta che avete dovuto fare quest’esercizio e quanto è stato difficile impedire a voi stessi di intervenire. Ma quando è arrivato il vostro turno probabilmente vi è sembrato spaventoso o meraviglioso, o entrambe le cose, avere tutta l’attenzione di qualcuno, e probabilmente avete realizzato quanto raramente ciò accada. E’ un regalo essere ascoltati con un’intenzione tranquilla e una totale attenzione. Ricordo uno dei miei insegnanti quando si avvicinò a parlare con me in una stanza piena di allievi che provavano la tecnica che aveva appena dimostrato. Mentre sedeva, potevo quasi vedere la sua attenzione muoversi da un campo ampio, che comprendeva l’intera stanza, fino ad assestarsi su di me, come se stesse avvicinando un potente radar. Sapevo di avere la sua piena attenzione e mi sentivo molto commossa per questo. Un altro dei miei insegnanti era solito dire che tutto quello che un buon guaritore deve offrire è l’ascolto e togliersi di mezzo, e prima o poi, il cliente dirà tutto quello che avrete bisogno di sapere, incluse le risposte alle sue stesse domande. Se lavorate con il corpo usando il contatto, le vostre mani avranno imparato ad ascoltare i tessuti o il flusso dell’energia. Come potrebbe essere ascoltare le parole di una persona con la stessa sensibilità e attenzione? Ascoltate diversamente i vostri clienti da come ascoltate i vostri amici? Una volta chiesi a un gruppo di operatori di fare l’esercizio di ascolto a coppie. Erano tutti molto esperti e io mi chiesi se fossero riusciti a identificare la differenza tra ascolto ordinario e professionale. L’indicazione era, per chi ascoltava, di ascoltare prima il partner come se fosse un’amica, e poi, nei panni dell’operatore, di ascoltarla come se fosse una cliente. 
Alice e la sua partner non trovarono molta differenza. Come spiegò Alice, ascoltare professionalmente l’aveva aiutata a diventare una buona ascoltatrice in tutte le situazioni. Comunque, quando l’esercizio finì, Alice cominciò a chiacchierare con la sua partner, interrompendo, finendo le frasi e così via, perché un ascolto speciale non era più richiesto. Il partner di Julie disse di aver notato qualcosa quando lei era passata dall’ascolto professionale a quello ordinario, che era difficile da descrivere ma coinvolgeva l’intensità del focus. Julie stessa parlò della differenza tra un ascolto ordinario, come l’ascoltare un elenco o una storia, e l’ascoltare come professionista, che significava prestare attenzione contemporaneamente alla storia e ai percorsi che stavano dietro le parole. Le domande “Chi è questa persona?”, “Perché mi sta dicendo questo?”, “Cosa veramente sta venendo comunicato qui?”, diventano tanto importanti quanto il messaggio immediato delle parole. Un buon ascolto necessita di pratica e può costituire una grande differenza per i nostri clienti. Nessuno di noi è abituato ad essere ascoltato così bene, e per il momento, noi tutti, abbiamo un enorme bisogno di essere compresi. Qualcuno con fiducia in se stesso, che ha la convinzione di riuscire a ottenere e mantenere l’attenzione dell’altro, essendo in grado di dire ciò che vuole, ha più probabilità di essere ascoltato. Ma che cosa dire di coloro a cui mancano queste qualità? Persone che parlano un’altra lingua, i bambini o le persone con disabilità e quelli che sono solo timidi e non sentono di poter essere ascoltati. Il primo prerequisito per un buon ascolto è la presenza. E’ utile essere radicati e centrati prima di cominciare ad ascoltare. E’ utile fare dei respiri profondi e lasciare andare con l’espirazione ogni preoccupazione, pensiero o percezione di voi stessi. Loro saranno ancora lì ad aspettarvi quando più tardi vorrete tornare da loro. Assestatevi e siate presenti all’altra persona. Il secondo importante fattore, mentre praticate un buon ascolto, è di spengere l’ascolto su di voi e di canalizzare la vostra attenzione unicamente e totalmente sull’altra persona. Di solito quando lo facevo mi veniva un po’ di ansia, avevo paura di dimenticare cosa volevo dire,  che non mi sarebbe venuto niente da dire o di dimenticare cosa mi era stato detto. Poi imparai che non era un problema, perchè la parte cruciale della pratica era la qualità dell’attenzione che potevo offrire alla persona che stavo ascoltando. E alla fine imparai ad ascoltare me stessa e l’altra persona allo stesso tempo. E’ necessario essere completamente presenti, ascoltare sia come le cose vengono dette sia cosa viene detto, osservando i gesti, il tono della voce e le espressioni del viso, e di essere consapevoli di cosa non viene detto e di cosa è tenuto sullo sfondo, sotto la superficie.
Livello di ascolto
Ci sono molti modi di ascoltare cosa sta dicendo un’altra persona. Ecco un esercizio per provare ad ascoltare a diversi livelli. Avete bisogno di registrare qualcuno che racconta una storia, qualcosa che potete sentire più di una volta. Potreste registrare un’intervista alla radio, o andare su un sito web per prendere l’audio di una storia. Tenete del materiale per scrivere a portata di mano. Fate partire la storia e ascoltate il contenuto. Provate a ricordare il maggior numero di dettagli possibile. Quando finisce scrivete tutto ciò che ricordate. Fate ripartire la registrazione. Ascoltate il contenuto emotivo. Di quali emozioni si parla? Vengono espresse direttamente? Annotate. Riascoltate la storia nuovamente, questa volta ascoltate con le vostre viscere. Proprio così, con l’attenzione centrata nel vostro addome, non focalizzatevi eccessivamente sulle parole. Quando finisce scrivete come vi siete sentiti. Questa volta focalizzate l’attenzione sul cuore, quando siete pronti accendete e ascoltate ancora. Com’è ascoltare con il vostro cuore? Alla fine ascoltate ancora una volta il messaggio implicito nella storia, cosa pensate stia venendo realmente comunicato? Scrivete i vostri commenti.

Dalla prefazione di Paolo Casartelli
Come insegnante di discipline BioNaturali ho scoperto che una buona formazione pratico-teorica e delle buone capacità tecniche sono requisiti necessari ma non sufficienti per far fiorire la propria vita professionale. Questo libro, che ho avuto il piacere di scoprire e di leggere in Inghilterra qualche anno fa, propone una serie di riflessioni ed esercitazioni pratiche estremamente utili agli operatori di medicine complementari e discipline BioNaturali (e terapeuti in genere) “Di che natura è la relazione che instauro con i miei clienti?”; “Quali sono i modelli delle relazioni terapeutiche nelle professioni già esistenti?”; “Quali le differenze da considerare nella pratica dell’operatore di discipline BioNaturali?”; “Quali le dinamiche relazionali più frequenti che mi trovo ad affrontare con i miei clienti e come posso gestirle nel tempo?”. La familiarità con questo tipo di domande e alcune delle loro risposte è l’obiettivo di questo libro, per portare maggiore consapevolezza e competenza nel proprio lavoro, un fulcro importante da cui trarre inspirazione per costruire la propria pratica professionale.

Su Fox
Terapista di massaggio e di craniosacrale, psicoterapista e supervisore in uno studio privato di Londra, è inoltre assessore del Massage Training Institute. E’ co-autrice con Daien Pritchard, del libro “Anatomy, Physiology and Pathology for the Massage Therapist”, e autrice di “Pratical Pathology for Massage”, entrambi pubblicati da Corpus Publishing Limited

Paolo Casartelli
Vice presidente dell’associazione ISI; insegnate principale e direttore del centro Craniosacrale Biodinamica Integrata a Bologna. Insegnante principale della formazione Craniosacrale Biodinamica Integrata a Firenze, presso Na.Me. e presso Biosintesi, Milano.

Somatica Edizioni  € 22,00

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