di Michael Kern
Il dott. A.T. Still ripeteva spesso questa frase: “Io amo i miei pazienti e vedo il volto di Dio riflesso nei loro volti e nelle loro forme” (Still 1908)
Articolo liberamente tratta dal seminario di M. Kern “Le origini della salute” Norma, Lt Gennaio 2010, a cura di Luisa Brancolini.
Avete mai notato che solo dire la parola “salute” fa già stare un po’ meglio?
Ognuno di noi porta con sé il proprio bagaglio di storie. Parte dell’approccio Craniosacrale Biodinamico è lavorare con queste storie, riconoscerne la presenza e non metterle da parte. Un principio di questo lavoro, uno dei motivi per cui funziona, è che sviluppiamo la capacità di connetterci con la salute che è sempre presente, piuttosto che combattere la malattia o barcamenarci con i problemi. Questo è un approccio unico, rivoluzionario, iniziato dal dott. Andrew Taylor Still (1828-1917), il fondatore dell’Osteopatia, che ha indicato e aperto questa strada filosofica che poi ha continuato a svilupparsi fino ad oggi.
Al semplice dire “salute” ho una reazione nel corpo: il ricordo di qualcosa successo 27 anni fa quando durante la mia prima visita in Asia incontrai una persona, un ragazzo tibetano. Una delle cose che notai è che aveva una straordinaria presenza che riempiva la stanza, con un modo estremamente gentile ma allo stesso tempo forte.
Fu un piccolo incontro che ha cambiato la mia vita. Successivamente ho passato tanti anni in Asia, mi sono fatto coinvolgere in tanti modi e sono ancora coinvolto. Quando trascorri del tempo con lui non si affrontano grandi questioni, si parla di cose molto banali, tipo “Come è il tempo”, “Vuoi una tazza di tè”, ma quando finisce l’incontro è difficile non uscirne sorridente. Hai il senso di essere stato con qualcuno e che qualcosa sia successo. Hai la sensazione di essere stato toccato da qualcosa di “altro”, qualcosa di diverso dalla normale percezione.
Molti anni dopo averlo incontrato durante una conversazione mi disse che la sua pratica spirituale era molto semplice, quello che cercava di fare era considerare ogni persona che incontrava come se fosse il Buddha e anche come se fosse un insegnante per lui. Non importa se la persona è giovane o vecchia, uomo o donna, ricca o povera, non è un modo di aggiungere qualcosa in più, ma è riconoscere chi o che cosa questa persona è veramente. A quel punto veramente capii il motivo per cui ci si sente bene in sua presenza, perché senza saperlo lui sta praticando la Biodinamica Craniosacrale. E’ sempre in ascolto della presenza della salute, in contatto con l’interezza e portando quella percezione di interezza in ogni momento della sua vita. Questo è straordinario, è qualcosa che guarisce le persone. Ho visto delle guarigioni straordinarie avvenire intorno a lui, ci sono persone che vengono a piedi da migliaia di chilometri per farsi toccare un pochino la testa. Noi operatori stiamo per mezz’ora con una testa tra le mani, penso che sia lo stesso.
La chiave è questa: se sai veramente vedere la salute in una persona, questo diventa un’enorme strumento terapeutico. La maggior parte delle persone, infatti, si ammala perché ha perso la connessione con la propria salute ad un livello esperienziale. Noi come operatori craniosacrali, possiamo riconoscere questo potenziale e non solo riconoscerlo ma prenderlo e tenerlo nelle nostre mani fino a che il cliente non inizia a riconoscere ciò che stiamo tenendo.
Come abbiamo detto la salute è qualcosa che è sempre presente sin dall’inizio della vita, qualcosa che non diminuisce mai. Si può dire che ci sono diversi aspetti di noi stessi, ci sono alcuni aspetti che sono stati condizionati, aspetti che tengono lo stress, il trauma e l’inerzia, ma sotto tutto questo c’è un altro aspetto che rimane immacolato, mai toccato, che possiamo chiamare il corpo perfetto.
Noi parliamo spesso della biosfera e del corpo fluido, e sappiamo che la biosfera può trovarsi ad essere traumatizzata, anche lesionata o distorta, a seguito delle esperienze della vita. Questo è l’ambito in cui noi facciamo il nostro lavoro. Si potrebbe dire che in noi esistono due corpi fluidi, uno che tiene il condizionamento e l’altro che è una piena espressione della salute, al quale ci orientiamo quando siamo con noi stessi o con il nostro cliente. Per poterci orientare alla salute occorre un determinato tipo di orientamento percettivo.
Se ci orientiamo ad una qualunque persona presente in questa stanza dopo qualche minuto, anche senza guardare troppo in profondità, saremo in grado di trovare cose che non vanno. Questo è il modo in cui la maggior parte degli operatori lavora per la maggior parte del tempo, cercando le cose che non vanno e cercando di aggiustarle. Questo modo indubbiamente può avere degli effetti.
Ma vorrei provare a vedere che effetto fa orientarsi al corpo perfetto, alla salute perfetta. Ci sono diversi modi che permettono la percezione della salute e del corpo perfetto, uno di questi è orientarsi all’embrione. L’embrione in un certo senso è un simbolo di quella salute che non è stata ancora condizionata o traumatizzata dall’esperienza.
Si può presumere che l’embrione sia la manifestazione più vicina di quella intenzione originaria. Questo è ciò che l’embrione significa. Noi siamo grandi e abbiamo un aspetto maturo ma dentro di noi rimane sempre un bambino che può aver trovato più o meno soddisfazione ai propri bisogni. Esiste un’enorme industria che lavora sul ritrovare il proprio bambino interiore. Certamente il bambino interiore esiste e queste esperienze sono importanti. Ma si potrebbe anche aggiungere che abbiamo anche un bebè interiore. Da un certo punto di vista tutti noi siamo dei grandi bebè, siamo cresciuti e diventati più intelligenti, ma non è che il bebè adesso sia scomparso.
Sulla base di quella esperienza iniziale abbiamo aggiunto altri strati sia dal punto di vista psicologico che fisiologico, ma sia il bambino che l’embrione rimangono sempre presenti, non sono scomparsi ma è subentrato qualcosa d’altro che ne ha preso il posto. Quindi l’essenza è sempre presente, qualcos’altro si è aggiunto, ma c’è ancora un luogo un cui quell’embrione interiore risiede.
Un modo che possiamo utilizzare per ricollegarci alla salute perfetta è quello di collegarci al senso di questo embrione interiore. Ci sono tanti modi diversi per farlo. Un modo, per esempio, è ascoltare con le nostre mani come se stessimo tenendo un grande embrione. Questa può essere una via per connetterci a quel senso di “embrionicità”, un modo per aiutarci a portare le mostre mani in relazione con la salute perfetta. Questo tipo di lavoro richiede una apertura di cuore, un’amorevolezza. Quello che sto descrivendo è una cosa molto semplice che vale la pena ricordare, ci riporta a quelle che sono le radici dell’osteopatia e di cui si parla così poco al giorno d’oggi. Il dott. A.T. Still ripeteva spesso questa frase: “Io amo i miei pazienti e vedo il volto di Dio riflesso nei loro volti e nelle loro forme”.
Il campo energetico del cuore è molto grande, comunica con diversi sistemi e diverse parti. C’è molta ricerca che mostra come il cuore aiuti a regolare anche le funzioni cerebrali. Questo campo del cuore ci aiuta, inoltre, a comunicare con le persone che ci stanno intorno, dal momento che le onde del cuore possono entrare in relazione anche con persone che distano cinque metri.
Abbiamo parlato di amorevolezza, di guardare attraverso gli occhi del proprio embrione, con una connessione alla salute. Penso che molti di voi abbiano incontrato il lavoro di Carl Rogers, la persona che ha inventato una bellissima espressione che ha a che fare con la riverenza: “rispetto positivo incondizionato”. Non importa che cosa sta succedendo al paziente, se lo tieni con questo riguardo positivo ed incondizionato qualcosa accade. Questo non significa che devi essere sempre gentile, questo vuol dire che si può essere anche duri con una persona ma mantenendo nel contempo un tipo di riguardo positivo ed incondizionato. Non significa andare d’accordo per forza, significa mantenere sempre una relazione che riconosce che c’è qualcosa di buono. Penso che sia possibile anche urlare ad una persona ma da una prospettiva con cui si può vedere la bontà che c’è dietro quella persona.
Vi propongo un esperimento a coppie, un esercizio breve. Ci si siede uno di fronte all’altro. Una delle prime cose da fare è negoziare la distanza. Vi chiedo di posizionarvi ad una distanza nella quale vi sentite veramente a vostro agio. Quello che vorrei che faceste è di guardare il vostro partner negli occhi in modo incondizionatamente positivo, tenendo presente che fissare lo sguardo può essere difficile per alcune persone. Per i primi due minuti cercate di guardare orientandovi alla bellezza, al corpo perfetto, non in termini di grasso e magro, ma orientandovi al senso che c’è un corpo perfetto e una salute perfetta. Poi senza dirlo al vostro partner e senza fare dei cambiamenti visibili nel volto, iniziate a guardare che cosa in questa persona che non va. Il lavoro del partner è quello di dirvi come lo state guardando. Potrebbe diventare molto intenso, perciò non fatelo a lungo. All’inizio guardate in modo incondizionatamente positivo e poi dopo guardate quello che non va, ritornate infine ad orientarvi alla salute e per concludere condividete l’esperienza.
Michael Kern
Terapista Craniosacrale, osteopata e naturopata, lavora a Londra, ed è insegnante di Terapia Craniosacrale Biodinamica. Co-fondatore del Craniosacral Therapy Educational Trust in Inghilterra, senior tutor del “College of Osteopaths”, “The International Cranial Association and the University of Westminster”. Tiene corsi di Terapia Craniosacrale anche negli USA, in Spagna e in Svizzera. E’ autore del libro “Wisdom In The Body – The Craniosacral Approach To Essential Health”. Edizione Thorsons 2001- riedizione 2005 North Atlantic Books. Tradotto in italiano, a cura dell’ITCS, edito da Tecniche Nuove con il titolo: “Craniosacrale: Principi ed esperienze terapeutiche”.