L’arte del sentire, la sapienza di ascoltare

Biodinamica  Craniosacrale in Pediatria

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Racconto di vita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

di Federica Liotto

Sono seduta all’ingresso dell’ospedale pediatrico Meyer a Firenze. Vicino a me c’e’ Tommaso e davanti a noi una splendida ortensia fiorita; ci prendiamo del tempo in silenzio e respiriamo. Mother earth, Father sky, così ripercorriamo senza parole l’esercizio di centratura di Ray Castellino. E’ l’inizio della mia prima giornata al Meyer. Mi sentivo serena, al posto giusto, senza protocolli, ne’ aspettative, semplicemente consapevole che quel giorno sarebbe stato un giorno fortunato perché avrei ricevuto molto. Da allora la mia presenza al Meyer ha una continuità e insieme ad altri colleghi affianco Tommaso nel suo progetto all’interno del reparto di neurochirurgia e nell’ambulatorio, aperto al pubblico lo scorso Dicembre. Il gruppo è composto di persone che nel loro approccio adottano un comune senso olistico seguendo un orientamento biodinamico nel pieno del suo significato di integrità e dall’ascolto percettivo dal cuore; tutto cio’ avviene all’unisono e presidiato dalla potenza del Breath of Life.

Federica Liotto, Ottobre 2012.

 

Uno spazio speciale in un luogo speciale.

di Maderu Pincione

Che l’ospedale Meyer a Firenze sia un luogo speciale lo si percepisce subito, dagli arredi, dai colori, dall’atmosfera. Un violinista suona in un corridoio, un gruppo vestito da clown gira per le stanze; sorrisi, e spazi allegramente colorati dove si vive anche una profonda sofferenza. Tommaso mi ha invitato a seguire per una giornata il suo lavoro. Ne sono onorato, accompagnarlo e aiutarlo nel contatto con i piccoli pazienti in degenza mi ha dato molto.
.…Rifletto su come una cosa così “semplice”, come abbassare il tono del simpatico, sia qui di così grande importanza. Ma la semplicità, il lavoro sulla presenza e la fiducia nelle forze biodinamiche di guarigione sembra informare il lavoro di Tommaso. “Pratico solo la biodinamica craniosacrale”, mi dice, quello che noto è che lo fa con grande creatività, divertimento e umiltà. Da tempo coinvolge suoi colleghi osteopati e operatori biodinamici per stage di formazione, clinica o per semplici visite. Ne colgo l’intenzione: questa esperienza nell’ambito della sanità pubblica è monitorata, documentata, come nessuna altra esperienza pediatrica privata. Il suo valore di diffusione e conoscenza sta anche nei numeri e nel lungo tempo trascorso.

Quando, come e perché.

di Tommaso Ferroni

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L’inizio della collaborazione in ospedale coincise con i miei primi passi nella formazione “biodinamica”, anche se mi piace di più parlare di “approccio alla Respirazione Primaria”. Per dire quanto questo percorso abbia influenzato e influenza il mio lavoro in ospedale basta ricordare che siamo passati dall’idea di “raddrizzare” le teste dei bambini affetti da plagiocefalia posizionale a quella di “sostenere la Salute” dei bambini ricoverati. In questa ottica andiamo a cercare la Salute e non la patologia. L’incontro con l’approccio alla Respirazione Primaria ha cambiato il mio modo di lavorare, ma soprattutto il mio punto di osservazione. Quello che, della biodinamica craniosacrale, ha più informato il mio approccio e la mia pratica è stata la assoluta necessità di “negoziazione del contatto”, la considerazione del “campo” non solo del bambino, ma quello più ampio delle sue relazioni familiari etc.