Sensi e percezione

La percezione e le sue differenti declinazioni, recettori e polimodalità

La propriocezione restituisce attraverso la percezione dei muscoli e della struttura scheletrica la posizione del corpo nell’ambiente (…) l’interocezione la percezione dell’ambiente interno e dei segnali viscerali, i “background feelings” come emozioni o sensazioni di fondo, sono la base dello stato dell’essere …(A. Damasio)

 
 
Da Damasio : La propriocezione – la percezione dei muscoli e della struttura scheletrica, che restituisce il senso della posizione del corpo nell’ambiente – e l’interocezione – la percezione del milieu interno e dei segnali provenienti dai visceri, concernente il senso di equilibrio omeostatico dell’organismo – assieme ai ‘background feelings’ costituiscono le principali modalità con cui percepiamo il nostro corpo.

I principali ‘background feelings’ [fatica; energia; eccitazione; benessere; malattia; tensione; rilassamento; impennata; trascinamento; stabilità; bilanciamento; squilibrio; armonia; discordia]
indicano la “temperatura” interna temporanea dell’organismo. Ciò che ‘sentiamo’ sono percezioni dello stato presente del corpo.

Grazie a tale percezione di base, si costituisce anche il “senso di essere”, la nostra identità biologica, che è il significato più ‘basso’, elementare possibile che possiamo attribuire alla parola “” (“sé biologico”). Come questo è collegato agli altri significati di ‘sé’, come “sé autobiografico”, “sé sociale”, e così via? Qual è il rapporto esistente tra la base corporea individuale e la possibilità della percezione soggettiva, in prima persona?

L’interocezione è una consapevolezza interna soggettiva nel  momento in cui si sente un’emozione nel corpo (i recettori nervosi sensoriali, gli interocettori, ricevono e trasmettono sensazioni dagli stimoli all’interno del corpo). Di contro le posture, espressioni facciali ed i gesti, esprimono esternamente stati emotivi interni, comunicandoli agli altri (Ogden, 2009).
La consapevolezza corporea di sè include l’interocezione
, ovvero il sentire il nostro respiro, digestione, rabbia, attivazione, dolore, emozione, fatica, e allo stesso tempo una consapevolezza di movimento e coordinazione fra le diverse parti del corpo e fra il corpo e l’ambiente. Essa concerne l’essere in un
presente emozionale soggettivo, cui spesso si utilizzano i termini feeling ed emotion come sinonimi. Soprattutto nelle lingue romanze, invece, è possibile discriminarli in modo più raffinato: in lingua italiana, ad esempio, si distingue l’emozione dal sentire e dal sentimento. (fonti https://ornellagidiuli.it/interocezione/)

Una delle questioni fondamentali da porsi, infatti, è se per ‘sentire’ sia intrinsecamente necessaria una base neocorticale o se il ‘sentire’ non sia, piuttosto, una dimensione più radicata a livello corporeo di quanto si è soliti ritenere. Che cosa hanno in comune gli stati che possono essere provati? Ve ne sono alcuni che possono esserlo e altri no.

In ambito neuroscientifico, invece, tale prospettiva è decisamente centrale. Sin da Descartes’ Error (1994) A. Damasio, ad esempio, ha proposto, una formulazione del ‘sentire’ in cui emerge in modo evidente questa radice corporea. Il neurobiologo propone, infatti, una visione organismica con cui tenta di superare il nuovo dualismo (proprio dello stesso approccio neuroscientifico) tra cervello e corpo. Al fine di semplificare, infatti, le neuroscienze hanno preso in considerazione prevalentemente la relazione mente/cervello, che ha surclassato il ruolo del corpo nella costituzione degli stati mentali. Allo stato attuale delle ricerche, invece, non si può più considerare il corpo semplicemente il “contenitore” del cervello: il suo ruolo sembra altrettanto fondamentale per andare a costituire ciò che si definisce, in modo ancora nebuloso, mente.

Riguardo alla classificazione del sentire, più in particolare, Damasio ha proposto un concetto non ortodosso, quello dei background feelings, una sorta di concetto specchio rispetto alle background emotions, introdotte dallo stesso nella già problematica tassonomia delle emozioni, di cui il neurobiologo fornisce l’ennesima versione.

I am postulating another variety of feeling which I suspect preceded the others in evolution. I call it background feeling because it originates in “background” body states rather than in emotional states (1994, 150).Damasio

Damasio introduce l’ulteriore livello delle emozioni di fondo, emozioni o, meglio, “protoemozioni” che precedono tutte le altre a livello filogenetico ed ontogenetico, e che non richiedono necessariamente il linguaggio per essere espresse o identificate (1999, 52). Emozioni di fondo sono stati come malessere, benessere, tensione, irritabilità, ossia «collezioni complesse di stati corporei basati sugli stati fondamentali di piacere e dolore» «Complex collections of bodily changes, basic homeostatic processes, pain and pleasure behaviours, regulatory responses of the organism» (Damasio 1999, 52). 4 S. Harnad (2001), infatti, ha proposto di chiamarle motions invece di emotions., aspecifiche e precedenti rispetto alle emozioni propriamente dette (a partire da quelle primarie). Non si tratta, quindi, di emozioni: Damasio le definisce tali, ma vi si differenziano, in quanto emergono da uno stato corporeo complessivo online, nel senso che restituiscono la condizione in cui versa il proprio corpo, considerato non in una sua parte specifica, ma come un tutto

Quando si è “rilassati” o “tesi”, ad esempio, non è una parte del proprio corpo che è rilassata o tesa, ma questi stati “emergono” dal complesso dei feedback corporei ricevuti.

Le emozioni di fondo sono stati regolatori dell’organismo, compresi tra quelli che, a partire dalla regolazione metabolica fino alle emozioni secondarie o sociali, si occupano di tenere in equilibrio l’organismo. Si distinguono dalle emozioni (per esempio quelle primarie, che sono le più simili e hanno sempre un oggetto specifico), per la loro aspecificità. 

Quando si è ‘tesi’, ad esempio, non necessariamente è possibile risalire ad un oggetto specifico che sta producendo tale tensione, che si verifica primariamente a livello corporeo: è la relazione con il mondo in generale a provocare uno stato tensivo. L’origine può essere esterna, come in questo caso, o interna, quando proviene da reazioni viscerali.

Tradurre background feelings con l’espressione sentire di fondo piuttosto che con quella sentimenti di fondo della traduzione italiana Adelphi. Le emozioni di fondo diventano sentire di fondo quando se ne diventa consapevoli; quando si portano in primo piano dallo sfondo, da questo background, le emozioni di fondo vengono percepite e diventano sentimenti di fondo (questo, d’altronde, rende bene anche il senso della etimologia della parola emozione, da ex– movere = ‘muovere da’ uno stato preesistente, sempre sullo sfondo).

Damasio si premura di distinguere fra emozione e feeling (inteso alternativamente come ‘sentire’ e ‘sentimento’) e propone una propria classificazione non ortodossa anche del sentire, introducendo l’ulteriore livello tassonomico dei background feelings. Nel più recente Looking for Spinoza (2003), Damasio cerca di definire il ‘sentire’ [feeling] ripartendo dal concetto di spinoziano di affectus7.

Essi non derivano dalle emozioni propriamente dette (a partire da quelle primarie), ma le precedono, in quanto percezioni consapevoli di collezioni di stati corporei definiti, appunto, emozioni di fondo. Il termine sentimento, quindi, risulta estremamente inappropriato per coprire l’intero spettro del sentire e differisce, soprattutto, dal sentimento (o sentire) di fondo.

Sentire non riguarda solo le emozioni, ma anche i bisogni, le motivazioni, i desideri, ecc., che hanno la caratteristica comune di comprendere una componente valutativa (a diversi livelli di complessità) e feedback provenienti dalla percezione dello stato corporeo complessivo attraverso la cosiddetta enterocezione, che può avvenire a due livelli. Il primo è quello della propriocezione, la percezione del corpo come struttura muscolo- scheletrica; il secondo livello è quello dell’interocezione, il senso del corpo proveniente dai visceri e dal milieu interno, dall’equilibrio omeostatico (Damasio 2003 e Gallagher 2005).

Il sentire, infatti, rivela una profonda ed ineludibile radice corporea, che non risiede soltanto nel cervello: la retroazione del corpo, a livello propriocettivo ed interocettivo, coinvolge tutto il corpo (di cui il cervello, naturalmente, fa parte). È necessario, dunque, superare il dualismo corpo/cervello in cui anche le neuroscienze sono ricadute. Damasio riconosce un primato del somatico rispetto al mentale o, meglio, ribadisce che ciò che definiamo mentale, in realtà non deriverebbe da altro che da livelli sempre più complessi di organizzazione di una struttura biologica e corporea, in prima istanza.

Max Scheler (1913, 1916; ed. 1980, pp. 340-351), ora finalmente disponibile anche nella traduzione italiana a cura di R. Guccinelli, di cui si riporta il passo corrispondente in traduzione, per gentile concessione della traduttrice:

Penso, tuttavia, che il tratto fenomenico della «profondità» del sentimento sia essenzialmente connesso a quattro gradi del sentimento ben definiti che corrispondono alla struttura dell’esistenza umana nel suo complesso. Nell’ordine:

1. Affezioni sensoriali (sinnliche Gefühle) o «sentimenti di sensazione» (Carl Stumpf)*;
2. sensi del proprio corpo (Leibgefühle), in quanto stati, e sensi vitali (Lebensgefühle), in quanto funzioni;
3. puri sentimenti dell’anima (seelische Gefühle) o puri sentimenti dell’io;
4. sentimenti spirituali (geistige Gefühle) o sentimenti della personalità (Persönlichkeitsgefühle).

i diversi significati possibili che il concetto di sentire riveste nelle diverse discipline da cui viene tuttavia utilizzato in modo plurimo, pur sotto le stesse vesti terminologiche.

Stephen Porges chiama questo senso di sicurezza neurologico neuroception

Interoception is another term needing examination: while classically interoception refers to perception of the visceral organs in the inside of the body, consider Bud Craig’s (2002) proposed redefinition (pg.655):

“Interoception should be redefined as the sense of the physiological condition of the whole body (including pain and temperature), and not just of the viscera

Vabbè, ora la condizione della consapevolezza del sentire viene chiamata anche Mindfulness. Osserviamo però che la parola mindfulness evoca una “mente piena” (l’aggettivo tardo-medievale da cui deriva significava “di buona memoria”), mentre quello di cui abbiamo bisogno è una “mente vuota” dei ricordi negativi e dei pensieri-spazzatura, per poter essere il più possibile “presenti” e “consapevoli” del qui e ora, Bodyfullness.

 

Interocezione

note di Michael Kern D.O., B.C.S.T., N.D.

“I cambiamenti corporei definiscono un’emozione… Le sensazioni sono la consapevolezza conscia dei cambiamenti corporei” Antonio Damasio, Descartes error

Il termine interocezione si riferisce alla percezione di sensazioni del corpo che ci danno il senso della nostra condizione fisica e costituiscono la base degli stati d’animo e delle emozioni.

Recenti ricerche hanno rivelato quali aree del cervello sono associate con la capacità sensoriale. È stata misurata con la risonanza magnetic (RMI) l’attività di alcune regioni del cervello mente i soggetti giudicavano il tempo del loro battito cardiaco. In questi studi si è osservato che durante questo compito c’è un aumento dell’attività nelle cortecce insulare e cingolata. La corteccia insulare è collocata nella profondità del solco laterale, tra il lobo temporale e il lobo frontale. La corteccia cingolata è situate proprio davanti, nel lobo frontale.

Test di osservazione del battito cardiaco:

In particolare l’attività della corteccia insulare anteriore destra (RAIC) è implicata nel predire con quanta precisione il soggetto risponderà ai test di osservazione del battito cardiaco. Inoltre, se il soggetto ha aggregazioni più grandi di materia grigia nella stessa regione, questo è correlato con una maggiore accuratezza intersoggettiva e consapevolezza viscerale. Questi risultati indicano che la RAIC sostiene la consapevolezza delle risposte viscerali e costituisce il fondamento per gli stati sensoriali. Le persone classificate come “consapevoli a livello viscerale” sono spesso descritte come più espressive a livello emozionale. A seguito di questi studi, si è valutato il ruolo significativo della corteccia insulare nell’esperienza della consapevolezza corporea e del senso del proprio corpo.

Oltre a registrare le sensazioni corporee, la corteccia insulare è implicata nel giudizio che diamo riguardo al grado di dolore che stiamo provando. È anche il luogo dove una persona immagina il dolore quando guarda immagini di eventi dolorosi e pensa che possano accadere al suo corpo. Inoltre la RAIC è coinvolta nella percezione di calore non doloroso o freddo non doloroso sulla pelle, inoltre percepisce la distensione dello stomaco e la pienezza della vescica.

Molte persone che sperimentano il panico mostrano di avere un’aumentata attenzione ai processi corporei, ma è da notare che non sono attendibili nel tener conto con accuratezza del loro battito cardiaco. Perciò c’è ragione di differenziare i meccanismi che supportano l’attenzione agli stati interocettivi e quelli che supportano l’accurata percezione dell’informazione interocettiva.

I soggetti che hanno avuto i migliori risultati nell’ascolto del battito cardiaco hanno ricevuto anche un punteggio molto più basso nei criteri diagnostici per l’ansia e la depressione. Questo vuol dire che la capacità di restare in contatto con le sensazioni corporee è coinvolta nella riduzione degli stati d’ansia o depressione.
Come conseguenza di queste scoperte, gli esercizi di consapevolezza interocettiva sono adesso utilizzati come principale trattamento per il trauma e la depressione.

Le informazioni che riguardano lo stato interno del corpo viaggiano su un’apposita via spino-talamo-corticale, Che si unisce ai rami sensoriali del nervo vago. I tratti spino-talamici dal midollo spinale terminano al talamo. Il talamo funziona come la principale stazione di ripetizione di segnali sensoriali; la maggior parte degli input sensoriali dal resto del corpo arriva al talamo, dove fa sinapsi, e successivamente viaggia verso la corteccia. Le vie nervose interocettive, che terminano alla corteccia insulare e a quella orbito-frontale, costituiscono l’interfaccia tra la mappatura delle sensazioni corporee e la rappresentazione di questi stati come sensazioni soggettive. Il talamo e la corteccia insulare fanno parte del sistema limbico, che governa i comportamenti emozionali ed altri comportamenti “primitivi”. La corteccia insulare, in particolare la sua porzione più anteriore, è in connessione diretta con l’ amigdala.

Autoregolazione

Pertanto possiamo descrivere due vie per l’autoregolazione:

-Autoregolazione interna tramite la consapevolezza somatica cosciente (regolazione profonda o interocezione).
-Autoregolazione che accade a livello sociale attraverso i sensi specializzati della vista, dell’udito ecc. (ad es. Il sistema di coinvolgimento sociale descritto da Stephen Porges).

Queste due vie procurano potenti mezzi di inibizione della cascata dello stress che si innesca in condizioni di sopraffazione. Ad esempio, è molto difficile trovare una via di uscita dall’ansia col pensiero, ma è molto più facile trovarla attraverso il sentire e l’orientarsi.

Ci sono studi che dimostrano che dopo solo quattro settimane di pratica della meditazione, c’è un aumento di materia bianca nella corteccia cingolata anteriore (ACC). La ACC è connessa all’ insula anteriore e all’amigdala, ed è implicata nell’abilità di autoregolazione. La corteccia cingolata gioca un ruolo essenziale nell’integrazione di pensieri e sensazioni; connette le sensazioni primitive, istintive, viscerali, con i complessi, raffinati lobi della neo- cortex.

Secondo Peter Levine, questa area “contiene la chiave per essere un animale interamente umano”.

Se mettiamo in pratica questi principi, la pratica dell’interocezione, ossia restare presenti alle sensazioni del corpo e la presenza mentale, o mindfulness, possono funzionare per la risoluzione del trauma. Questo tipo di consapevolezza del corpo include il fare esperienza in modo spontaneo e neutrale di qualsiasi cosa sorga nel momento presente.

Ulteriori studi riguardo alle cortecce insulare e cingolata:

Il fatto di non riuscire a sentire l’interno del nostro corpo potrebbe essere connesso anche al bisogno di stimolazione eccessiva, sia di sesso, droghe, esercizio fisico, come pure ai disordini alimentari e via dicendo. Scansioni del cervello in individui con disordini alimentari e disturbi da stress post traumatico mostrano che l’attività nella loro corteccia insulare è differente da quella che si può vedere in soggetti sani, il che suggerisce la presenza di danni in quest’area.
È stato visto che la corteccia insulare nei neonati è capace di interpretare l’intenzione e la qualità del tocco della madre (ad es. gli aspetti emozionali del tocco), tramite il contatto pelle a pelle. Sono state osservate fin dal primo trimestre di gravidanza fibre che connettono l’area somatosensoriale della corteccia con la corteccia insulare. Si è visto che danni o frammentazioni della corteccia insulare possono accadere durante un attaccamento problematico (ad es. per mancanza di bonding). Questo vuol dire che più tardi,durante la vita, un tocco fisico amorevole potrebbe essere interpretato come minaccioso o pericoloso.

C’è anche un famoso studio condotto all’University College di Londra (UCL), nel quale fu rinvenuta una corteccia cingolata anteriore più grande nelle persone con opinioni politiche liberali, mentre una amigdala più grande fu rinvenuta nelle persone con idee politiche di destra!

L’amigdala è un importante mediatore delle emozioni, specialmente di quelle associate con la minaccia o il pericolo.

Basi biologiche delle emozioni:

Nelle neuroscienze la corteccia insulare è sempre più al centro dell’attenzione per il suo ruolo nella rappresentazione del corpo e dell’esperienza emozionale soggettiva.
Questo sostiene all’ipotesi che ci sia una base biologica delle emozioni, proposta per primo da William James. Egli suggerii che l’esperienza emozionale soggettiva, come le sensazioni, nasca dall’interpretazione che il nostro cervello da’ di stati corporei, provocati da eventi emozionali. Antonio Damasio ha proposto anche che la regione dell’insula giochi un ruolo significativo nel mappare stati viscerali, associati alle esperienze emozionali, e che sia in questo modo che nascono le sensazioni consce.

Se è così, quest’area del cervello può essere considerata, il centro delle emozioni, e la sua funzione quella di una specie di termostato biologico.

Le emozioni possono essere considerate come le reazioni complesse che il corpo ha a determinati stimoli. Quando siamo spaventati, il cuore batte più in fretta, la bocca si secca, la pelle diventa pallida e i muscoli si contraggono. Tuttavia, le sensazioni accadono dopo che siamo diventati consapevoli dei cambiamenti fisici; è solo allora che facciamo esperienza dell’emozione della paura.

Questo punto di vista rovescia il modello cartesiano alto-basso, nel quale i centri “alti” del cervello controllano le funzioni “basse” del corpo, come la digestione.

Il modello alto – basso è riassunto nella ipotesi di Descartes: “Penso, dunque sono”. Invece i nostri cosiddetti “alti” processi di pensiero potrebbero in realtà essere i servi, piuttosto che i padroni.

Copyright Michael Kern 2012

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Note da Bud Craig, Hugo Critchley, Wikipedia, Antonio Damasio e Peter Levine.