di Raja Selvam, PhD
(tratto dal sito www.somatic-experiencing.it)
L’esperienza del trauma è universale.
Ogni tipo di evento, singolo o ripetuto in un periodo di tempo prolungato, può traumatizzarci. Incidenti apparentemente semplici, come cadute o procedure mediche di routine possono lasciarci traumatizzati quanto un abuso psicologico o sessuale. All’inizio delle nostre vite, quando il cervello e il corpo sono meno preparati a far fronte allo stress, siamo più suscettibili al trauma. I bambini che sperimentano una nascita difficile, procedure mediche o intrusioni emozionali, abbandoni o trascuratezza, possono diventare molto traumatizzati, con una ridotta abilità di far fronte alle situazioni di stress, più tardi nella loro vita.
Il trauma ci disorganizza
Tutti gli eventi sopraffacenti, fisici o emozionali, possono diventare crisi che sopraffanno fisiologicamente cervello e corpo, se non c’è soccorso, come nel caso di un bambino abbandonato.
Quando siamo severamente traumatizzati da un incidente o da una serie ripetuta di incidenti, i nostri cervelli e i ns. corpi si disorganizzano, contraendosi o frammentandosi per proteggerci dall’impatto del trauma. In un incidente d’auto, il collo del conducente potrebbe contrarsi per prevenire ferite più serie. Il conducente potrebbe anche non conservare alcuna memoria cosciente dell’impatto, come anche il cervello può togliere via o frammentare i suoi messaggi per evitare una sopraffazione.
Quando incontriamo una situazione stressante, i nostri corpi rispondono, attraverso una crescente attivazione, andando verso le risposte della “modalità di sopravvivenza” quali orientamento, lotta, fuga, congelamento e dissociazione.
Queste risposte naturali sono disegnate per minimizzare la minaccia alla nostra vita e il danno potenziale al cervello e al corpo.
Disegnati fin dal 1° giorno per guarire naturalmente dal trauma
Le connessioni cerebrali evoluzionarmente più vecchie, tra il cervello più inferiore (rettiliano) e il corpo, ci mettono in condizione di comunicare rapidamente con le situazioni sopraffacenti.
Il cervello rettiliano e limbico rispondono velocemente per effettuare le difese di contrazione e/o frammentazione e le risposte di sopravvivenza di base nel nostro corpo e per proteggerci, in situazioni traumatiche, da una serie di ferite incluso anche la morte.
Quando l’evento sopraffacente è finito, il nostro cervello e il corpo sono destinati a ritornare prima o dopo, al loro normale proprio stato.
Se si trova comprensione e supporto da sé o dagli altri, abbastanza a lungo, durante questo processo istintuale di guarigione, allora il nostro. corpo si smobilizza dalle risposte di sopravvivenza basilare, dall’alta eccitazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA), orientamento, lotta, fuga, congelamento e dissociazione, e si riorganizza dalla costrizione corporea e/o dalla frammentazione per ritornare ad uno stato di salute, naturalmente.
Per es. un bambino che è stato traumatizzato, sarà capace di scuotere via dal suo cervello e dal suo corpo, l’alta eccitazione e lo stress, se tenuto e supportato in modo sicuro, da adulti amorevoli.
Questa naturale capacità di guarire dall’impatto di sopraffazione, anche da eventi minaccianti la vita, la maggior parte di noi la sperimenterà attraverso le molteplici situazioni traumatiche che incontrerà durante l’esistenza, e ne guariremo semplicemente, nel corso della vita stessa.
In alcuni casi, comunque, alcuni di noi non si riprendono affatto, e, l’impatto lasciato da tali eventi, può continuare ad essere una fonte di stress nella loro vita, in un modo o nell’altro.