di Liz Koch
Editore: Somaticaedizioni
Autore: Liz Koch Data pubblicazione: Aprile 2013
Pagine: 126
Formato: 16,8 x 24 cm Prezzo € 19,00
ISBN 978-88-97193-02-9
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Indice del libro
- Cosa dicono
- Prefazione alla 30° edizione
- Prefazione alla 1° edizione
- Prefazione alla 2° edizione
- Prefazione all’edizione italiana
- Capitolo 1: La collocazione
- Capitolo 2: La funzione
- Capitolo 3: Le implicazioni
- Capitolo 4: La reazione di paura
- Capitolo 5: Il condizionamento nell’infanzia
- Capitolo 6: Rilasciare lo Psoas
- Capitolo 7: La salute dell’apparato riproduttivo
- Capitolo 8: Le applicazioni pratiche
- Capitolo 9: Gli approcci
- Note
- Bibliografia
- L’autrice
Prefazione all’edizione italiana
a cura di Delia Santangelo Williams
Quando conobbi Liz Koch ero reduce da due interventi alla schiena ed ero ancora dolorante sotto il peso della frase “non c’è due senza tre”, riferita con distacco e indifferenza da un medico altamente specializzato che intravedeva la possibilità di un futuro terzo intervento. Dopo 10 anni trascorsi a cercare di scongiurare una tale previsione, alternando svariati metodi riabilitativi tradizionali con altri meno tradizionali, la mia situazione era rimasta sostanzialmente invariata e la speranza di tornare a stare bene era quasi del tutto svanita insieme alla mia fiducia nelle terapie riabilitative. Ricordo bene il giorno in cui, come dal buio, emerse alla mia coscienza la parola “Psoas”, che col suo suono misterioso e dal sapore vagamente esotico mi incuriosì e mi indusse ad approfondire la ricerca. Il nome di Liz Koch apparve immediatamente strettamente legato a questa parte anatomica così profonda che non sapevo neanche di possedere, tanto profonda e intima da essere chiamata “muscolo dell’anima” da colei che per una vita intera si era dedicata al suo studio e alla sua ricerca. L’incontro con Liz Koch non ha solo aperto per me sentieri di nuove possibilità riaprendomi alla speranza e alla fiducia, ma ha sostanzialmente cambiato il mio modo di pensare e di vivere il mio corpo, aiutandomi a ritrovare l’armonia perduta. Il rallentare, la maggiore consapevolezza e il progressivo abbandono del modello meccanicistico mi hanno aiutato a scoprire la mia capacità di autoregolazione e promosso quel cambiamento interiore che si è poi manifestato in un nuovo modo di muovermi nella vita di tutti i giorni. Questo libro consente di fare un viaggio entusiasmante intorno a quel centro recondito e misterioso che è l’ileopsoas, che scopriamo essere ambasciatore e messaggero della nostra integrità fisica e mentale. L’autrice ci svela le sue implicazioni profonde con molta semplicità, grazia e professionalità. Il linguaggio usato è volutamente semplice e alla scientificità delle informazioni, si aggiunge un ricco elenco di suggerimenti pratici negli ambiti più svariati. Dopo questo viaggio, ci accorgiamo che il modo di pensare a noi stessi e al nostro corpo può essere cambiato radicalmente. Imparando il linguaggio dello psoas, siamo in grado di comprendere il suo messaggio e di ascoltarlo. Mai come in questo caso vale il detto: “ambasciator non porta pena” ed è quindi importante non manipolare lo psoas direttamente. Al contrario, come nel caso in cui si voglia favorire la fioritura di una rosa, non ci metteremo a trattare i suoi petali, ma nutriremo e sosterremo il suo ambiente per favorirne la fioritura e il benessere. L’amore, la cura e la dedizione dell’autrice per l’argomento trattato contribuiscono infine a regalarci un nuovo rispetto per l’intelligenza del nostro sistema biologico e una maggiore coerenza e integrità.
Il libro
Alla scoperta del muscolo dell’anima.
Una guida comprensiva al muscolo ileopsoas e alla sua profonde implicazioni sul corpo, sulla mente e sulle emozioni.
Come, attraverso la consapevolezza di questa profonda parte anatomica, si possa migliorare la salute, l’integrità e la crescita personale.
A partire dall’ascolto delle sensazioni e dei messaggi che il corpo esprime, possiamo meglio auto-regolarci ritrovando equilibrio e benessere.
Il libro può essere apprezzato da chiunque voglia esplorare il proprio sistema nervoso propriocettivo e dai terapisti manuali e del movimento; dagli educatori somatici, di sport e fitness e da medici, fisioterapisti, neuro e psicomotricisti, osteopati e chiropratici, trainer, massaggiatori e dai praticanti di discipline bionaturali: dallo yoga alle riflessologie, dallo shiatzu al craniosacrale, dalla danza alla consapevolezza del corpo e del movimento.
L’autrice
Liz Koch è un’educatrice somatica internazionale, ideatrice di Core Awareness ™, focalizzata sulla consapevolezza per lo sviluppo del potenziale umano. Con 30 anni di esperienza di lavoro e specializzazione sull’ileopsoas, è considerata un’autorità nell’ambito delle professioni somatiche, di bodywork e di fitness per quanto concerne il muscolo “core”. Liz vanta pubblicazioni nazionali e internazionali ed è anche l’autrice di “Core Awareness: Enhancing Yoga, Pilates, Exercise”, dei CD “Unraveling Scoliosis” e “Psoas & Back Pain” e coautrice di “Maiden, Mother, Crone: Our Pleasure Playlist” e di numerosi articoli. Educatrice autorizzata dalla National Certification Board for Therapeutic Massage & Bodywork USA (NCBTMB), Liz Koch è membro dell’International Association of Healthcare Practitioners (IAHP). www.coreawareness.com
Commenti sullo Psoas
Intervista a Liz Koch
Il corso di Liz Koch – “Nella profondità dello Psoas” – 14 – 15 – 16 Giugno 2013
Estratti dal libro
“La vitalità dello psoas dipende da quanto viene usato o abusato. La lunghezza e l’ampiezza della cavità pelvica determinerà il posizionamento di tutti gli organi addominali all’interno del pavimento pelvico. Solo quando la cavità psoatica è duttile, può massaggiare completamente tutti gli organi. Tuttavia, se si impiega lo psoas come struttura elastica, esso assumerà la funzione di “cavo tirante” per poter stabilizzare la colonna. Immaginate una tenda da circo o un ponte con il suo palo principale e i tiranti che stabilizzano la struttura. Come i cavi elastici che sostengono il palo principale, lo psoas sostiene la colonna reagendo a ogni disturbo del centro. Agendo come un legamento, lo psoas col tempo si accorcerà e si asciugherà. La sua priorità non è quella di sostenere, ma quella di informare. Come parte del centro-neurologico fluido del sistema simpatico, lo psoas è neutro, duttile ed espressivo.”
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“Sebbene gli esseri umani posseggano un’abilità all’immaginazione e alla fantasia, ciò che dà vita propriamente ad un immagine o a un pensiero è la reale eccitazione nervosa all’interno del corpo. Pertanto, la paura e i traumi sono di origine biologica e non psicologica.La paura vibra letteralmente attraverso il sistema nervoso e rimescola il nostro sangue. Quando un individuo è spaventato, per quanto lieve possa essere l’esperienza, tenterà naturalmente di controllare il sentimento spiacevole trattenendo il respiro e incrementando la tensione muscolare. Questi metodi di controllo si traducono in strati di rigidità muscolare conosciuti come corazza muscolare.
Nonostante il pensiero occidentale separi in compartimenti diversi le sensazioni dai sentimenti e dai pensieri, l’organismo è costituito da un unico essere. Modelli di tensione trattenuta sono evidenti nel corpo come espressione non soltanto di un certo atteggiamento, ma anche della qualità ricettiva e delle attitudini di un individuo. Dal momento che contrarre i muscoli è nella maggior parte dei casi un atto volontario (una persona può controllare se sta contraendo un muscolo oppure no), poter arrestare un forte eccitamento conferisce un sentimento di grande potere. Anziché sentirsi fuori controllo o sopraffatto, l’individuo può limitare o addirittura annullare l’intensità della sensazione o del sentimento tramite la propria capacità di flettere i muscoli. Tuttavia, anche se l’individuo si è costruito una corazza muscolare, lo psoas non è un muscolo volontario e non può essere controllato, ma può soltanto essere circondato da un corsetto o da un’armatura muscolari. Lo psoas, pertanto, è l’espressione diretta di ciò che una persona prova, senza alcuna difesa, nell’interno profondo del suo essere.”
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“Il camminare consiste fondamentalmente nell’azione di cadere e riprendersi: nel momento in cui il corpo inizia a cadere in avanti, lo psoas neutrale si ammorbidisce e il riflesso di raddrizzamento si accende; il sistema vestibolare coordina l’azione di ripresa mentre i muscoli si attivano e l’intero sistema si riaggiusta nello spazio. Pertanto, il movimento umano emerge da un centro dinamico piuttosto che essere spinto e trazionato lungo le gambe e le braccia.”